27-03-2024 Redazione 6 minuti

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Dal palco di Assimpredil Ance il monito del presidente degli architetti Aldini: sconsigliamo ai nostri iscritti di sottoscrivere ogni tipo di asseverazione

Un momento di confronto in merito al futuro di Milano con focus sulle norme urbanistiche ed edilizie, alla luce anche dalle recenti indagini giudiziarie in corso.


L’incontro La Milano del futuro: un dialogo costruttivo, organizzato da Assimpredil Ance in collaborazione con l’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano


e il Collegio dei Geometri laureati della Provincia di Milano, e con il patrocinio dell’Ordine degli Ingegneri di Milano, è stata l’occasione per raccogliere riflessioni e spunti da diverse competenze in un settore recentemente in fermento dopo le recenti inchieste della Procura e la conseguente incertezza normativa venutasi a creare. Da locale il tema diventerà presto nazionale, lo dicono sia i Comuni, con l’intervento di Maurizio Cabras, rappresentante di Anci Lombardia, sia Alessandro Morelli, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri. «Le norme devono essere nazionali e ben ponderate, non fatte di pancia in modo locale. Il Governo si rende disponibile nel creare un tavolo di dialogo già aperto tra Comune di Milano e ministero delle Infrastrutture per trovare una soluzione comune. Oggi Milano diventa il palcoscenico per affinare regole che valgono per tutto il Paese».

Di dialogo si parla tutta la mattina, filo rosso dell’intervento della padrona di casa Regina De Albertis. «Bisogna riflettere sul futuro della città di Milano con un dialogo collettivo e il costante confronto tra diverse competenze», ha dichiarato la presidente Assimpredil Ance. «Milano sta vivendo un periodo complesso e quanto sta accadendo in questi ultimi mesi sta compromettendo l’immagine di una città dinamica e attrattiva a livello globale. In questo contesto le recenti indagini avviate dalla Procura milanese hanno bloccato ogni attività, paralizzando di fatto il settore dell’urbanistica e dell’edilizia a Milano. Noi siamo convinti, alla luce delle norme vigenti che dal 2013 applichiamo quotidianamente in tutta Italia, della correttezza dell’operato dei professionisti, dei costruttori e dei funzionari comunali, ma ovviamente lasciamo alle sedi competenti il giudizio definitivo in merito. Il problema, nel mentre, è il tempo e con il tempo anche la situazione di incertezza continui ad aumentare».

A seguito delle indagini il Comune di Milano aveva recentemente approvato le linee di indirizzo per lo sviluppo delle attività amministrative in materia urbanistico-edilizia, ribadendo di avere sempre agito nella convinzione della regolarità e correttezza del proprio operato. Per Assimpredil queste disposizioni hanno avuto l’effetto non solo di aumentare la situazione già diffusa di paralisi dell’attività edilizia, ma di creare anche gravissime incertezze sui cantieri già in corso o in fase di partenza sulla base di titoli edilizi già consolidati.

«Queste nuove disposizioni, che sappiamo essere dettate in via temporanea, destano sicuramente profonde preoccupazioni negli operatori e in tutta la filiera delle costruzioni e non possono certamente rappresentare una soluzione alla situazione creatasi a seguito delle indagini della Procura», conclude la De Albertis.

La possibilità di utilizzare volumetrie e la superficie lorda di pavimento (slp) in altre aree rispetto a dove queste vengono generate è stato sicuramente un fattore determinante nella crescita di Milano dell’ultimo decennio.

«Questa situazione ha aperto delle criticità che oggi sono evidenti. Per questo motivo il governo è al lavoro per valutare gli strumenti per uscire da questa impasse, nella totale autonomia dei ruoli e legittimità della Procura.


Bisogna avere delle tempistiche ben definite da parte dei giudici e su questo la stessa Procura si è detta disposta a risolvere la situazione critica»,


sottolinea ancora Alessandro Morelli.

Il sottosegretario ha poi evidenziato come nell’ambito della crisi abitativa che coinvolge la città, il Governo possa mettere in campo una serie di politiche per allargare la città, grazie soprattutto alla leva delle infrastrutture e della rigenerazione. «Un esempio è l’investimento di 900 milioni di euro per prolungare la linea 5 della metropolitana, che oggi è la prima metro a portare direttamente verso un aeroporto, fino a Monza. L’hinterland deve forzatamente allargarsi in una visione prospettica che guarda al futuro. In quest’ottica anche alle Olimpiadi Milano Cortina 2026 possono essere un grande volano, nonostante le recenti difficoltà sulla realizzazione delle infrastrutture sportive che il Governo vuole risolvere nella maniera più costruttiva possibile», conclude Morelli.

Una discussione quindi che vede Milano protagonista ma che non limita i suoi confini al territorio lombardo, come ribadisce Federico Aldini, presidente dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia di Milano che con il Consiglio degli Ingegneri e il Collegio dei Geometri, lo scorso gennaio aveva già inviato una lettera ai Ministri Nordio e Salvini, al presidente della Regione Fontana ed al sindaco Sala, chiedendo di superare lo stallo sulla situazione di incertezza normativa.

«Queste incertezze coinvolgono oggi più che mai moltissimi professionisti ed altrettanti nostri iscritti dipendenti della pubblica amministrazione ai quali abbiamo ritenuto di dover dare voce nell’ottica della tutela del ruolo di pubblico interesse che la società affida alle nostre categorie», dichiara Aldini. «Le conseguenti “Disposizioni di servizio” pubblicate qualche giorno fa con l’obiettivo di tutelare i dipendenti del Comune e provare a sbloccare la situazione, mettono in discussione l’apparato normativo vigente su cui si è lavorato in questi anni sulla base di “ipotesi di reato” e che, nella sostanza contraddicono per molte parti quanto riportato nel Pgt 2030 ed annullano una serie di delibere, anche recenti, sulle quali i colleghi professionisti hanno sottoscritto asseverazioni, assumendosi delle responsabilità nella totale buona fede, con la convinzione e la certezza della legittimità dei progetti presentati». Incertezza che rischia di paralizzare i cantieri presenti e in fase di lancio nella città, tanto da portare Aldini a dichiarare:


«Fino a quando non ci sarà piena chiarezza sconsigliamo ai nostri iscritti di sottoscrivere qualsivoglia tipologia di asseverazione a tutele di tutte le parti coinvolte. Questo evidentemente avrà delle conseguenze».


Se l’incertezza è il tema fondamentale su cui si muovono le rimostranze dei professionisti milanesi oggi, forse un passo ulteriore può essere fatto con una visione complessiva sul futuro della città dopo il boom immobiliare degli ultimi anni. Da “modello Milano” esaltato a livello economico e imprenditoriale, a luogo di disuguaglianze dove «le persone meno abbienti sono state espulse dalla città e dai luoghi in cui vivevano ed erano nate», come scrive la giornalista Lucia Tozzi nel suo libro “L’invenzione di Milano”. La discussione è più che mai attuale in una fase che sembra sempre più di cambiamento rispetto ai recenti anni.

«In una Milano che 12 anni fa rischiava di diventare provinciale, abbiamo lavorato per cambiare scala insieme a istituzioni, parti sociali, mondo industriale, università e cittadini», interviene Pierfrancesco Maran, assessore alla casa del Comune di Milano. «Gli under 35 che vivono a Milano sono cresciuti del 15% nonostante il problema demografico. Questi dati non nascono a caso ma sono frutto di una visione collettiva. Capisco che l’incertezza sia il problema principale in questo settore e va affrontata con interpretazioni chiare, ma è un processo tollerabile in una fase di rideterminazione degli obiettivi della città. Dopo una lunga fase di internazionalizzazione, il prossimo decennio deve essere quello del consolidamento della città, soprattutto a favore della classe media che vuole vivere Milano».

Gli fa eco Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione Urbana del Comune di Milano: «Aver portato a Milano studenti, turisti, e investitori internazionali non può essere vista come una colpa, ma anzi un grande valore restituito alla città. Certo dopo una forte crescita è tollerabile un periodo di assestamento. Avevo già sollevato la questione del disorientamento del settore qualche mese fa e oggi noto anche più dubbi in merito. Gli interventi degli avvocati non ci danno grande conforto in merito perché ci sono delle visioni diverse tra loro. La via di uscita da questa situazione di stallo passa necessariamente dall’intervento urgente e strutturale del Governo sulla norma».

In copertina: Milano ©SeanPavonePhoto

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