A Roma, pubblico e privato scommettono (e sperimentano soluzioni) sull’abitare
Veloccia: Investimenti pubblici superiori a 8 miliardi di euro, abilitanti anche per i privati
La casa, il living come lo chiamano gli operatori del real estate, è il tema di prospettiva per Roma. Il sindaco Roberto Gualtieri intervenendo al dibattito “Investire in Roma, evento organizzato dal Sole 24 Ore, insieme al gruppo Dils, ha citato il programma “Mayors for Housing”, l’alleanza di sindaci europei che promuove azioni per affrontare la crisi abitativa, con particolare attenzione a garantire l’accesso a case economiche per tutti.
E ricorda la domanda di 20mila case Erp, da realizzare con risorse nazionali ed europee, 30mila case in Ers per la fascia intermedia e – dice – «stiamo mettendo in campo una serie di piani urbanistici di rigenerazione urbana con questa destinazione d’uso, per studenti, lavoratori e giovani coppie», a cui si aggiungono altre 20mila casa a mercato. E poi il sindaco precisa che serve investire anche nel cambio di mentalità: «non tutti devono essere proprietari. Il tema degli affitti deve ritornare un obiettivo, per incentivare l’attrazione dei capitali umani e la mobilità. E ancora, il successo turistico non va confuso con il problema della casa: servono più politiche per la casa, non meno turisti».
Questo uno dei messaggi che Gualtieri affida alla platea del real estate delineando il campo d’azione dove la rigenerazione urbana e l’abitare sono driver per lo sviluppo economico e sociale della capitale. Intanto nelle stesse ore arriva anche l’annuncio, attraverso l’assessorato alle Politiche Abitative guidato da Tobia Zevi che enti previdenziali e grandi proprietari hanno risposto ai due bandi del Campidoglio candidando più di 2000 nuovi alloggi per ridurre l’emergenza abitativa.
Giuseppe Amitrano, fondatore e group ceo di Dils, guarda Roma dal punto di vista degli operatori, e apprezzando lo scarto fatto negli ultimi quattro anni dice «siamo come la Roma di Ranieri, manca un pezzettino in più. C’è un campionato da giocare che è di tipo internazionale. Basta con i paragoni con altre città italiane: per troppo tempo si è fatto il confronto Roma/Milano. Serve alzare l’asticella e avere una visione ampia. È un momento importante dove il mercato del Sud Europa è attrattivo, è un’opportunità storica. Roma oggi è al centro dei dibattiti, i player sono curiosi, ora la sfida è farli partecipare al cambiamento».
E per Amitrano la scommessa è proprio nel living. «Bisogna convincere le persone a venire ad abitare a Roma, offrire case e servizi, che consentano di trasferirsi qui per restarci». Il target per Amitrano? Portare Roma da 2 a 4 miliardi di euro di investimenti l’anno. Siamo a metà del suo potenziale.
Coima sgr, intervenuta nel dibattito con l’Ad Manfredi Catella, ha perfezionato il primo investimento di Coima Opportunity Fund III (“COF III”), dopo il primo closing con la partecipazione di un primario fondo sovrano. Focus su riuso edilizio e transizione energetica diversificata nei diversi segmenti di mercato, in particolare nel settore del living. Il target per il secondo closing è di 500 milioni di euro, con un obiettivo di investimento per oltre 1 miliardo di euro con coinvestimenti e finanziamenti.
Si aggiunga che complessivamente, nel corso degli ultimi 12 mesi, Coima ha investito a Roma oltre 500 milioni di euro, inclusa l’operazione di riqualificazione degli edifici storici di Palazzo Verospi, Galleria Sciarra e Palazzo Monte in collaborazione con Poste Vita. La prima acquisizione di COF III prevede un investimento complessivo di circa 50 milioni per la rifunzionalizzazione di un immobile cielo-terra di nove piani situato a Roma in via Carcani, a Trastevere (oggi locato al Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) e prevede la successiva conversione da destinazione direzionale a residenziale).
Sulla casa e l’abitare intervengono anche Giancarlo Scotti, Ad Cdp Real Asset Sgr, e Stefano Scalera Ad di Invimit e Alessandra dal Verme, direttore dell’Agenzia del Demanio.
«Stiamo assistendo in questi anni ad una vera e propria evoluzione di Roma, che rispecchia quella della nostra attività: da tempo la Capitale è centrale per importanti interventi di riqualificazione del patrimonio ex pubblico, come le Torri Eur o l’ex Poligrafico di Piazza Verdi, ma negli ultimi anni è diventata un “laboratorio” per progetti di abitare sociale anche di tipo sperimentale» ha detto Scotti, direttore immobiliare di Cdp e ceo di Cdp Real Asset.
«Insieme all’Inps e al Gruppo Gemelli abbiamo lanciato “Spazio Blu”, il nuovo modello di senior housing dedicato agli over65 autosufficienti – che sorgerà in zona Camilluccia – che associa all’offerta abitativa a tariffe calmierate sia spazi dedicati alla socialità intergenerazionale, sia servizi per il benessere psico-fisico dei residenti. È uno schema che potrà essere replicato in altre città e questo dimostra come Roma stia diventando sempre più un centro nel quale si ideano modelli da esportare a livello nazionale».
Il Direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme, ha commentato «l’impegno a rendere l’immobile pubblico più accessibile, innovativo e sostenibile affinché diventi luogo di relazioni, strumento di dialogo tra il territorio, il privato e la Pa, quindi parte di una rete che connette il cittadino alla ‘dimensione pubblica’. In questo modo la gestione del patrimonio immobiliare dello Stato serve non solo a riqualificare gli edifici in ottica di rigenerazione del territorio, ma anche a valorizzare il patrimonio storico-artistico anche con nuove funzioni con una maggiore fruibilità e accessibilità per i cittadini».
Tra i progetti più significativi a Roma spiccano iniziative di grande impatto come la rigenerazione dell’area di Tor Vergata, destinata a diventare una Green City dedicata alla ricerca e al benessere, e il recupero di beni storici come il Compendio 8 Cerimant a Tor Sapienza, che ospiterà spazi culturali, servizi e funzioni pubbliche innovative.
Altri interventi riguardano la riqualificazione di ex caserme, aree urbane come Porta Portese, e edifici storici come l’ex Magazzino dell’Aeronautica, trasformati in poli culturali e sociali. Inoltre, il progetto SO.CIAL. mira a rigenerare beni statali sottoutilizzati attraverso attività temporanee e iniziative culturali rivolte ai giovani, coinvolgendo anche il settore privato in partnership strategiche. Una quota di residenzialità è prevista al Trullo dove il Demanio sta dialogando con il Comune di Roma.
Se il Demanio ha lanciato i Piani Città (come quelli delle città di Milano, Venezia, Bologna e Palermo) Invimit a guida Scalera ha fatto decollare all’inizio del 2025 il progetto REgenera, con l’obiettivo di dare nuova vita a immobili pubblici dismessi o sottoutilizzati, creando valore economico e sociale e supportando la riduzione del debito pubblico attraverso forme di collaborazione pubblico-privato.
«Tra i nostri impegni c’è quello di lavorare sul tema dell’abitare, fornendo soluzioni a costi calmierati – la dichiarazione di Scalera a nove mesi dal suo insediamento – a partire da studentati e silver housing che possono ridurre di fatto la pressione abitativa sul resto della città, liberando spazi che potranno tornare sul mercato». Scalera contribuisce al dibattito dicendo che oggi si registra «un’offerta rigida sui prezzi e la domanda richiede maggiore flessibilità. In particolare, per la fascia grigia servono soluzioni in linea con i parametri dei redditi e non con numeri stabiliti per legge».
Abitare, rigenerazione urbana e pianificazione urbanistica. È Maurizio Veloccia, assessore all’urbanistica di Roma Capitale, a scattare una fotografia che racconta il cambiamento in atto a Roma, attraverso una serie di contrapposizioni, con l’obiettivo di popolare nuova narrativa che si fa forza sulla promozione delle iniziative di rigenerazione urbana e della città della prossimità, sullo sviluppo delle infrastrutture e l’attrazione di investimenti pubblici e privati (con la leva pubblica per far atterrare capitali nazionali e internazionali). E nel dibattito torna ripetutamente il dibattito all’impegno della Fondazione Roma Regeneration
Grandi eventi e vita quotidiana, pubblico e privato, grandi infrastrutture e manutenzione ordinaria, e poi ancora centro e periferie
«Oltre la città sonnolenta, che viveva seduta sulla ricchezza del passato, stiamo lavorano per un cambio di mentalità che va oltre le contrapposizioni che per anni hanno raccontato Roma». È Veloccia a ribadire che «Roma deve saper gestire i grandi eventi, non a discapito dei cittadini. Ancora, non si può rinunciare alle grandi infrastrutture privilegiando la manutenzione ordinaria, entrambe sono necessarie».
Veloccia cita i lavori in corso da parte dell’Agenzia del Demanio nell’area di Tor Vergata. Racconta la trasformazione avvenuta con il Giubileo per Piazza Pia o Piazza Risorgimento e annuncia che tra pochi giorni sarà consegnato il Progetto definitive del Museo della Scienza. E poi ancora con riferimento all’eredità del Pnrr i progetti di punta sono Santa Maria della Pietà, Corviale e Tor Bella Monaca.
«Vogliamo rendere questi quartieri di rinnovato interesse anche per i privati, che hanno un ordine di grandezza di risorse nettamente superiore rispetto alle risorse pubbliche. Si stanno riqualificando periferie e quartieri popolari, con investimenti pubblici superiori a 8 miliardi di euro, considerati abilitanti anche per investimenti privati, proprio grazie al miglioramento delle infrastrutture e dei servizi di base» il commento di Veloccia.
Il Pnrr rappresenta una grande opera di riqualificazione infrastrutturale e di manutenzione straordinaria nei luoghi del disagio della Capitale, con particolare attenzione alle aree periferiche: investiti oltre 200 milioni di euro nelle aree più periferiche, cruciali per ridurre la distanza tra centro e periferia e per migliorare la qualità della vita dei residenti.
Città prossima e futuro prossimo. Veloccia per i prossimi anni immagina «una città che ritorni centrale a livello nazionale e internazionale, capace di attrarre investimenti e turisti, gestendo il turismo come opportunità e non come problema. Roma farà leva sull’innovazione – dice – sul sistema universitario e la ricerca, la capacità di attrarre talenti e creativi, e la valorizzazione della sua posizione geografica come porta tra il Mediterraneo e l’Europa».
Roma si gioca la possibilità di essere protagonista in un contesto geopolitico complesso, capace di parlare al mondo e di promuovere valori di pace, prosperità e apertura. «L’obiettivo – dice Veloccia – è permettere ai giovani di vivere meglio, in una condizione di felicità, con una città inclusiva e capace di trovare i giusti equilibri tra sviluppo, qualità della vita e coesione sociale».
In copertina: © Coima

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