Ambrosetti, verso un indice unico che monitora l’impatto della rigenerazione
Tra i temi: il valore della qualità e i giovani come target delle politiche pubbliche
«L’impatto sociale rappresenta il nucleo centrale della rigenerazione urbana, ma è altrettanto fondamentale considerare gli impatti generazionali, in particolare quelli intergenerazionali, come previsto dagli articoli 9 e 42 della Costituzione e dal disegno di legge già approvato in Senato. Questo istituisce la verifica e il monitoraggio degli impatti generazionali sulle politiche pubbliche rivolte ai giovani tramite un osservatorio dedicato».
Patrizia Lombardi, vicerettrice per campus sostenibile e living lab del Politecnico di Torino, è intervenuta il 30 maggio al tavolo di lavoro della community Valore Rigenerazione Urbana promossa da The European House of Ambrosetti. «Da settembre 2024 – ha precisato – il tema è molto sentito in Italia, anche grazie all’azione di Asvis e dell’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile, e il disegno di legge è ora alla Camera dei Deputati».
La community di Ambrosetti dopo aver affrontato da vari punti di vista la questione del partenariato pubblico-privato, mettendo a fuoco casi e lezioni (come quella di Mind e Cadorna, quella delle Reggiane e con il punto di vista di una Pa, com’è quella di Napoli) si concentra sul tema degli impatti, con l’intento di restituire ai policy maker uno strumento di riflessione e lavoro. Grazie a un approccio altamente integrato.
Tema di discussione, con Patrizia Lombardi, sono i pilastri teorici e metodologici, le fasi del processo valutativo, gli strumenti utilizzati, riletti anche attraverso casi e storie di applicazione in diversi progetti nazionali ed europei coordinati appunto dal Politecnico di Torino. Attenzione alla tassonomia, e alla «necessità di metriche sistematiche e di strumenti condivisi per la misurazione degli impatti, considerando la complessità dei contesti di intervento».
La professoressa dell’ateneo torinese evidenzia quanto sia critica la mancanza di un toolkit consolidato, e quanto siano necessarie dashboard territoriali a livello nazionale per facilitare la raccolta e l’analisi dei dati sugli impatti sociali e generazionali.
Ne consegue che quello della monetizzazione degli indicatori stessi rimane un nodo da sciogliere. Questioni che la community fa proprie e sotto la guida del team Ambrosetti, Jacopo Palermo anticipa una long-list di KPI per la rigenerazione urbana, frutto di un’analisi strutturata, di confronto con i partner, volta a guidare, come ultima finalità, l’impiego strategico di risorse pubbliche e private.
Dal dialogo con la filiera, emerge tra gli altri temi la questione della “qualità” che non si esaurisce nel semplice «fare», ma dipende dal «come» viene fatto: l’obiettivo rimane quello di generare valore, con ricadute tangibili, ponendo al centro la misurazione dei diversi aspetti per orientare gli interventi in modo efficace.
Nelle attuali pratiche di rigenerazione urbana si evincono tre problematiche di fondo:
- costo del non fare (rinviare o non attuare interventi di rigenerazione comporta perdite economiche, sociali e ambientali. Si amplificano così degrado urbano, disvalore immobiliare e inefficienza dei servizi pubblici),
- coinvolgimento dei territori (il successo degli interventi dipende dalla capacità di attivare stakeholder locali, costruire alleanze e integrare esigenze territoriali)
- promozione della Pa (capace di agire come regista, comunicando visione, strumenti e risultati in modo trasparente per attrarre fiducia e investimenti)
Quello della community è un lavoro in itinere che cerca di declinare i temi della rigenerazione urbana considerando i diversi punti di vista, a partire dai bisogni della comunità, considerando la qualità della vita e la coesione sociale.
Un lavoro che tiene conto dell’equità intergenerazionale, della qualità progettuale, dell’integrazione tra spazio, ambiente e mobilità, oltre che dell’attrattività e della competitività necessari per nuovi investimenti.
«L’obiettivo finale – anticipa Palermo – sarà la definizione di un indice unico che sintetizzi le valutazioni dei kpi e consenta di monitorare nel tempo l’andamento degli impatti sociali nelle città. Uno strumento standard di settore, utile sia in fase valutativa che, potenzialmente, predittiva».
In copertina: © Davide Cerullo

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