Castelletti (Brescia) «Politica e cittadinanza insieme per diventare esempio europeo»
Castelletti (Brescia) «Politica e cittadinanza insieme per diventare esempio europeo»
Con l’Agenda 2050 un progetto urbano che traguarda il futuro, ma ha radici nel presente
Un progetto urbano europeo, ma è soprattutto un progetto politico condiviso con la comunità di riferimento. Al primo appuntamento del Public program (il 3 ottobre scorso al Salone Vanvitelliano – palazzo Loggia) si è condiviso il percorso che Brescia sta compiendo per diventare la prima città italiana a declinare l’Agenda urbana per l’Europa 2050. L’Agenda urbana è nel pieno della sua redazione: dopo l’ascolto della città e la mappatura dei progetti, ora un nuovo passo fondamentale. Il confronto con l’esterno con un ciclo di incontri aperti a tutta la cittadinanza per parlare di sostenibilità, lavoro, comunità e cultura. Un laboratorio sulla città basato sulle competenze.
«Non siamo partiti da zero, ma avevamo bisogno di uno slancio in un percorso di continuità. E questo strumento ci è sembrato quello più vicino alle sensibilità della nostra comunità fatta di cittadini, ma anche di osservatori, stakeholder pubblici e privati, dal mondo delle università e dell’associazionismo». Uno sguardo all’Europa necessario, e il brand scelto da Brescia – la tua città europea – lo racconta bene.
«Siamo un vero e proprio laboratorio permanente – prosegue – con un grande dialogo tra industria e innovazione con anche un forte sguardo fuori da questi territori. Ci piacciono le sfide ed è anche per questo che abbiamo chiesto di entrare nel networking di Eurocities e ci hanno accolto anche se siamo al di sotto dei 250mila abitanti. Ci hanno riconosciuto le caratteristiche legate all’innovazione, soprattutto per quanto riguarda la mobilità (tram), la transizione ambientale, che ci ha fatto diventare, in termini di verde, la settima città d’Italia, la vocazione sanitaria e universitaria, ma oggi anche noi abbiamo bisogno di valorizzarci e di riconoscere il lavoro che stiamo facendo e che è stato fatto negli anni», precisa Castelletti.
L’Agenda urbana è importante come strumento urbanistico, ma anche come “dispositivo” per accrescere la consapevolezza e per condividere alcuni cambiamenti che stanno avvenendo. Un nuovo turismo, un nuovo sviluppo economico e una nuova creatività che stanno facendo di Brescia un polo di attrazione per tanti giovani e per molti asset.
Numerose trasformazioni, come l’attivazione delle caserme dismesse, come l’ex caserma Papa, una “cittadella dei servizi”, e l’ex caserma Gnutti, destinata a una rifunzionalizzazione proprio in questi giorni salita alle cronache cittadine per l’apertura del cantiere: oltre 7mila metri quadrati tra le vie Moretto e Crispi. Un modo per essere competitivi in Italia passando per i servizi culturali ed educativi, oltre che produttivi.

«Potenziare le nostre istituzioni e le nostre università diventa un modo anche per essere competitivi. La stessa cosa riguarda le trasformazioni legate ai servizi sociali, educativi e culturali. Cito, solo a titolo di esempio, il Festival dell’educazione che segna un percorso di qualità pedagogica costruita in tantissimi anni di impegno e che è diventato un punto riferimento nel suo ambito disciplinare. Dove la scuola del futuro vuol dire anche socialità, che vuol biblioteche e vuol dire spazi per la musica, per i ragazzi e per lo sport».
«Dico questo – conclude Castelletti – anche perché la scelta di lavorare con l’Agenda urbana ci permette, oltre che di immaginare il futuro, di entrare in quel sistema di risorse dell’Unione europea, mi riferisco in particolare all’emergenza abitativa, di grande attualità».
Quindi partecipazione da un lato ed energie europee dall’altro per raccogliere “capacità finanziaria” utile ad obiettivi di pubblico interesse che altrimenti “in casa” non sarebbero disponibili. Con il fine, inoltre, di giungere a una tassonomia coerente grazie al laboratorio 2050 e a un’Agenda urbana strumentale anche al nuovo Pgt.
In copertina: © Adobe Stock

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