Da Arexpo a Principia: il modello Mind pronto a farsi spazio a scala nazionale
Progetti di rigenerazione che puntano a trasformare spazi dismessi in centri d'innovazione, crescita e sostenibilità
Una nuova identità per affrontare le prossime sfide. Dal 1° luglio 2025 Arexpo, la società proprietaria dell’area che dieci anni fa ha ospitato Expo Milano 2015 e artefice dello sviluppo del distretto Mind, si chiamerà Principia – Risorgimento Urbano. Il cambio di denominazione segna l’avvio di una nuova fase strategica, in cui la società si propone di estendere il proprio raggio d’azione su scala nazionale. Ed ecco, il 14 maggio, la presentazione a Roma.
Il nome richiama il vocabolo latino Principia, plurale di principium – che significa origine, fondamento ma anche materia prima – e allude sia alle radici del progetto sia all’ambizione di rinnovamento. «Abbiamo scelto di affiancare al nome Principia l’espressione Risorgimento Urbano perché crediamo in un’Italia che sappia rinascere nei suoi spazi urbani, mettendo al centro innovazione e persone», ha dichiarato l’amministratore delegato Igor De Biasio.
Principia è il frutto di un percorso durato mesi e sviluppato con lo studio Carmi e Ubertis, ed è stata approvata all’unanimità dagli azionisti pubblici e privati, tra cui il Ministero dell’Economia, Regione Lombardia, Comune di Milano e Fondazione Fiera Milano. Un cambio non solo simbolico, ma operativo.
La normativa recente consente a Principia di intervenire anche fuori dai confini lombardi, come dimostra il nuovo progetto in fase di sviluppo a Pavia, il Parco Cardano
«Arexpo è molto cresciuta – ha aggiunto De Biasio – Mind resta centrale, ma oggi lavoriamo su più fronti e con una prospettiva nazionale. Principia rappresenta le nostre radici e l’ambizione che ci guida».
Diversi gli interventi istituzionali che hanno restituito la portata del cambiamento in atto. L’assessore della Regione Lombardia, Claudia Maria Terzi, ha sottolineato: «Ci siamo chiesti: cosa accadrà dopo? Ma anche: cosa accade durante? La risposta è stata Mind. Un progetto che unisce pubblico e privato, con obiettivi chiari a lungo periodo: ricerca, formazione, innovazione, ma anche qualità della vita». L’eredità di un grande evento che ha segnato il passo per la trasformazione di Milano.
Uno degli elementi chiave resta l’integrazione tra infrastrutture e sostenibilità. «Stiamo lavorando a una nuova stazione ferroviaria per garantire mobilità sostenibile a un’area che accoglierà 60mila persone. Ma vogliamo anche replicare questo modello: a Pavia nascerà un nuovo polo tecnologico, e con esso una rete di zone di innovazione, in tutta la Lombardia», ha proseguito Terzi.
Sulla valenza nazionale del progetto è intervenuto anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana: «In dieci anni, un’area manifatturiera dismessa è diventata un ecosistema innovativo con un impatto economico di 4,3 miliardi di euro. È la prova che l’Italia può giocare un ruolo da protagonista nella trasformazione urbana».
Una linea condivisa anche da Daria Perrotta, ragioniere generale dello Stato: «La pubblicazione del decreto che assegna nuovi fondi infrastrutturali a Mind è la dimostrazione che è possibile un uso efficiente e rigoroso delle risorse pubbliche, in un dialogo costante tra enti».
A riportare il quadro d’impatto in termini di crescita, occupazione e attrattività è stato Valerio De Molli, amministratore delegato di The European House – Ambrosetti: «Ripercorriamo la narrativa di Mind tra passato, presente e futuro. Già nel 2017, con uno studio allora prudente, sottostimavamo l’impatto economico: oggi possiamo dire che le previsioni sono state superate. L’impatto totale stimato tra il 2011 e il 2032 è di 32 miliardi di euro, con oltre 50mila occupati equivalenti annui. Solo l’operatività oggi genera 900 milioni di euro l’anno». De Molli ha ricordato come Mind sia stato riconosciuto dall’Onu come centro d’eccellenza per la finanza sostenibile, aggiungendo: «Ogni milione investito nel progetto genera 5,4 milioni in ritorni economici. E se allarghiamo lo sguardo agli impatti sistemici, arriviamo a 15,2 miliardi. È un polo attrattivo globale, un riferimento per il futuro industriale e tecnologico del Paese». Numeri, oggi al test del cantiere che lentamente sta salendo.
La parola alle istituzioni con Federico Freni, sottosegretario di Stato Ministero dell’Economia e delle Finanze: «Come il teatro alla Scala, ricostruito dopo i bombardamenti con uno sforzo pubblico e privato congiunto, anche Mind è la prova che la cooperazione tra Stato e imprese può essere un modello vincente. Ma non deve restare un’eccezione. Se vogliamo davvero costruire il futuro del Paese, dobbiamo fare in modo che questo sia lo standard». Freni ha sottolineato l’importanza del superamento di una narrativa polarizzata tra pubblico e privato: «Lo Stato da solo non può affrontare tutte le sfide. Abbiamo bisogno di modelli replicabili di cooperazione virtuosa. Mind è una scommessa vinta, e deve diventare la norma».
Ancora, De Biasio ha rimarcato il ruolo crescente del distretto: «Oggi Mind è un modello riconosciuto a livello internazionale. Il 30% del distretto è già attivo, ospitiamo 10mila persone al giorno tra studenti, ricercatori e professionisti. Con l’arrivo dell’Università Statale nel 2027, arriveremo a 70mila. Tutto questo è possibile con una regia pubblica forte, capace di attrarre eccellenze private, senza bandiere politiche ma con una visione condivisa».
In copertina: © Cra-Carlo Ratti Associati

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