Dal mondo dell’hospitality un appello per l’incremento di servizi e qualità urbana

20-06-2025 Giulia Fuselli 3 minuti

20-06-2025 Giulia Fuselli 3 minuti

Dal mondo dell’hospitality un appello per l’incremento di servizi e qualità urbana

Roma traina il mercato. I numeri di Unicredit, la voce di Confindustria Alberghi, i casi di Arsenale e Kerten

Roma vive un momento di rinascita. A testimoniarlo sono i numeri, ma soprattutto le voci dei protagonisti del settore alberghiero e immobiliare, riuniti al convegno “Investire in Roma”, promosso da Il Sole 24 Ore insieme al gruppo Dils.


Il focus sul comparto hospitality ha rivelato che nel 2024 la Capitale ha attratto il 22% degli investimenti alberghieri italiani, pari a 465 milioni di euro, la quota più alta del Paese


Secondo Elisabetta Fabri, presidente di Confindustria Alberghi, è tempo di agire con convinzione. «Roma è un meraviglioso palcoscenico per poter crescere», ha dichiarato. «Nel 2023 le strutture a cinque stelle erano appena 65. Oggi c’è spazio per accogliere un turismo di alto livello che prima trovava poca offerta». Fabri ha ricordato la recente riapertura, dopo un’importante ristrutturazione, dell’Hotel d’Inghilterra con Starhotels Collezione vicino a Piazza di Spagna, e ha sottolineato il ruolo chiave del segmento Mice (Meeting, Incentive, Conference and Events): «Roma è il numero uno per la ricettività Mice, un segmento strategico perché lavora tutto l’anno e aiuta a superare la stagionalità. In bassa stagione, da dicembre a marzo, Roma soffre in termini di occupazione e ricavo medio: così si può colmare il gap operativo».

Una visione condivisa anche da Lorenzo Vianello, Head of Industry Real Estate di Unicredit, che ha parlato di una città con grande potenziale inespresso, ma già al centro di molte operazioni finanziate dal gruppo: dal Minerva Orient Express – il primo hotel di un brand che lega la sua storia e il suo nome ai grandi viaggi in treno di fine Ottocento – al W Hotel, fino all’Hoxton. Ha aggiunto: «serve una visione di lungo periodo. La notizia del Six Senses ad esempio non si esaurisce con la sua apertura: sarà a Roma anche tra dieci anni. Non possiamo pensare solo al breve».


Vianello ha poi ribadito come il Mice non sia solo un’opportunità di posizionamento, ma anche di marginalità economica


L’analisi di Unicredit è chiara: il sistema alberghiero italiano ha bisogno di riposizionamento massiccio. «In Italia ci sono 30mila hotel, oltre l’80% è a conduzione familiare. La vetustà dello stock è nota. Possiamo finanziare dieci alberghi all’anno per dieci anni e non sarà ancora abbastanza. Attenzione poi ai business plan: troppo spesso vediamo numeri fantasiosi – ha ammonito Vianello – il lusso ha i suoi riferimenti precisi: il RevPAR (acronimo che sta per Ricavo per Camera Disponibile) dell’ultra luxury a Roma è intorno agli 850 euro».

Accanto agli investimenti strutturali, però, resta il nodo dei servizi e dell’esperienza urbana. Lo sottolinea con forza Angelica Corsini, Business Development Director del gruppo Arsenale, la realtà che ha appena aperto il rinnovato Hotel Minerva.

«Le performance sono buone, le tariffe medie elevate, ma dobbiamo lavorare sull’occupazione. E soprattutto sul contesto. I turisti oggi cercano un’esperienza completa: ciò che accade fuori dall’hotel è altrettanto importante». Corsini ha poi rivendicato la scelta del gruppo di investire in asset iconici e progetti controcorrente, come la Soho House a San Lorenzo, primo club per soci in Italia, o la nuova lounge presso la stazione di Ostiense, legata al progetto del Treno della Dolce Vita: «Vogliamo creare un ponte tra comunità locale e viaggiatori. Non basta più avere un hotel bello e ristrutturato. Bisogna costruire un ecosistema di offerta e servizi, attrarre capitale umano qualificato e promuovere itinerari alternativi. È il momento di andare oltre il Colosseo».

Giacomo Nicolodi, group marketing & communication director di Kerten Hospitality, sottolinea come la centralità della persona sia oggi la leva strategica più importante per costruire un’offerta capace di adattarsi alle esigenze del viaggiatore contemporaneo. «Il nostro modello – afferma – si fonda su lifestyle, sostenibilità e persone al centro. Non si tratta solo di ospitalità intesa come soggiorno, ma di un ecosistema che crea connessioni con il territorio, valorizzando la cultura locale, le comunità e l’economia circolare».

L’esperienza di Kerten, con oltre 55 progetti in pipeline (23 dei quali in costruzione in Arabia Saudita), si riflette anche a Roma, dove è stata inaugurata la prima proprietà del gruppo nel febbraio 2025. Un modello che integra la struttura ricettiva con il contesto urbano circostante, favorendo l’inclusione attraverso la selezione di fornitori locali, iniziative culturali e la promozione di esperienze autentiche. La visione di Nicolodi si inserisce in un dibattito più ampio sulla rigenerazione dei quartieri romani, oggi al centro di una riflessione strategica.

«Roma è una città fatta di borghi e villaggi urbani, ognuno con un’identità propria – spiega –. Alcuni quartieri come i Parioli stanno vivendo un ricambio generazionale e potrebbero essere rilanciati attraverso progetti tematici legati all’hospitality, alla tecnologia, all’intelligenza artificiale. L’ospitalità può diventare un catalizzatore di rinascita urbana, con una distribuzione intelligente dell’offerta turistica e un dialogo virtuoso tra residenti e visitatori».

In copertina: © Hotel Orient Express La Minerva 

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Giulia Fuselli
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