Dazi, urbanesimo e pedaggi: la lezione di Paul Krugman
Il premio Nobel invitato dal Cnappc a un convegno all’Università di Padova. Il senatore Rosso: “Obiettivo ddl rigenerazione urbana in Senato entro l’estate”
Paul Krugman è preoccupato. Dice di sapere poco di urbanistica, ma di mercati ed economia è uno dei massimi esperti al mondo. Neokeynesiano, premio Nobel nel 2008, lo scorso anno ha lasciato il New York Times, con cui ha collaborato per oltre vent’anni, con una riflessione sull’“epoca del risentimento”. Recentemente invitato a un convegno del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (Cnappc) sul tema “La ricchezza delle nazioni ed il ruolo dell’architettura: verso un’economia urbana orientata al benessere umano”, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno” dell’Università di Padova, Krugman ha citato il prorettore vicario Antonio Parbonetti, che nel suo discorso aveva parlato di libertà di pensiero e di diversità, qualcosa che, ha detto, «nel mio Paese non va più tanto di moda». Non a caso la sua lectio magistralis si intitolava “Strade politiche deplorevoli”.
E se il tema erano i recenti dazi imposti da Trump sul commercio internazionale – con i quali, ha detto l’economista «abbiamo praticamente distrutto tutti i trattati internazionali, sono saltate tutte le regole, tra cui la non discriminazione tra i diversi Paesi, e si è compiuta una enorme violazione» –, Krugman ha spiegato come alcune grandi città negli Stati Uniti abbiano tratto profondi vantaggi dalla trasformazione dell’economia in una della “conoscenza” dagli anni ’80 in poi.
«Le università hanno svolto un ruolo critico nei rinnovamenti urbani nonostante un movimento politico ostile al mondo accademico e dell’istruzione»
Investire in conoscenza ha permesso di attrarre talenti dall’estero, di creare centri urbani multietnici, più inclusivi e acculturati. Sfatando il mito che maggiore immigrazione è uguale ad aumento del crimine, l’economista ha spiegato che, nel caso di New York, i casi di omicidio sono notevolmente diminuiti. «Il maggiore multietnicismo non ha peggiorato le cose. New York è diventata una città di migranti, più della metà della forza lavoro è di origine straniera» ha sottolineato. Oggi questo stile di vita è in pericolo, «noi siamo anche esportatori di servizi educativi, che è un modo mercenario per attrarre persone da tutto il mondo; adesso però è problematico essere uno studente straniero negli Usa e le stesse istituzioni sono sotto attacco. Siamo in un momento in cui molte cose sono sotto minaccia, e l’Urbanesimo è una di queste». E se il presidente Trump ha deciso, tra le tante battaglie, di scendere in campo contro il pedaggio introdotto a New York lo scorso anno (il cosiddetto congestion charge) che limiterebbe l’uso delle auto nella Grande Mela, Krugman afferma invece che sia stata una svolta che abbia migliorato la vita dei cittadini, con minore traffico e ingorghi. Alla fine, una nota positiva «lo stile di vita urbano, però, può fiorire negli Stati Uniti, l’idea delle città da 15 minuti può funzionare». Un pensiero è rivolto anche al Vecchio Continente: «per favore fatevi sentire. Il principale baluardo della libertà di pensiero, della diversità di opinione, della scienza e dell’istruzione, per il momento è in Europa».
Il premio Nobel è stato invitato dal comitato scientifico del Cnappc, guidato da Carlos Moreno, il «padre» della città dei 15 minuti, che dall’anno scorso sta portando avanti diverse iniziative sul tema del futuro della pianificazione urbana e territoriale. A questo proposito, il presidente degli architetti, Massimo Crusi, ha confermato che la programmazione 2025-2026 andrà in continuità con il 2024, sul tema delle città e dei territori di prossimità. «Se vogliamo creare le condizioni per il futuro delle città nessuno si può sottrarre» ha detto. E sul ddl sulla rigenerazione urbana, è intervenuto Roberto Rosso, vicecapogruppo di Forza Italia al Senato e relatore della legge, il quale ha dichiarato che gli emendamenti al ddl dovrebbero essere presentati in commissione entro fine mese per poi iniziare le votazioni. L’auspicio è che il testo approdi a Palazzo Madama prima della pausa estiva, per essere votato in autunno alla Camera. «Per me la rigenerazione urbana è una rivoluzione. Per la prima volta si consentirà di creare delle partnership pubblico-private, per ridisegnare completamente interi quartieri e per costruire le città del futuro» ha dichiarato.
In copertina: © Pixabay

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