03-03-2021 Paola Pierotti 7 minuti

Esch-sur-Alzette, come sta cambiando l’ex polo industriale, capitale della cultura 2022

Alleanza territoriale, centralità del progetto e coinvolgimento di professionisti specialistici

«La nomina a Capitale europea della cultura offre un’opportunità unica per presentare non solo la nostra regione, ma anche i valori e le visioni europee di base, attraverso l'arte e la cultura, nonché il dinamismo di un territorio, con il suo patrimonio culturale che va oltre i confini»
Nancy Braun

Countdown per Esch2022, Capitale Europea della Cultura nel 2022. Tra un anno aprirà i battenti il progetto di rigenerazione urbana messo a punto nella città di Esch-sur-Alzette, la seconda per dimensioni in Lussemburgo, con una popolazione di poco più di 30mila abitanti. Trasformazione urbana come leva per un progetto di marketing urbano, di cultura e di riposizionamento nel contesto internazionale.


Nel cuore del bacino minerario, nel Sud del Paese, sul confine con la Francia, da anni è in corso la trasformazione di Belval, un sito industriale che sta via via per essere convertito in un’area mixed use con un’importante zona residenziale. 


La rigenerazione è stata avviata nel 2001, il masterplan è stato firmato da Jo Coenen & Co e KCAP. Tra gli architetti in campo anche Norman Foster e Baumschlager Eberle. Foster + Partners in particolare nel 2020 ha iniziato i lavori per ICÔNE, un nuovo complesso di uffici, 18.800 metri quadrati, pieno di luce e verde, che incoraggia uno spirito di co-creazione e collaborazione. Il layout flessibile risponde alla necessità di ambienti di lavoro sicuri e ai cambiamenti che emergeranno in futuro. Il concept, tra l’altro, fa riferimento al ricco patrimonio industriale dell’area di Belval. «Il grande atrio – ha commentato Darron Haylock, Partner, Foster + Partners – sarà uno spazio pieno di luce verde, è il cuore sociale del progetto, fornendo connettività visiva e un'atmosfera dinamica sia per il lavoro che per il tempo libero. La biofilia, il paesaggio verde, la ventilazione naturale e la connettività visiva promuovono la collaborazione e il benessere sano».

La zona industriale della cittadina lussemburghese in questi anni è diventata un centro scientifico e culturale e ospita ad esempio la facoltà di scienze dell'Università del Lussemburgo e il Rockhal, il più grande music-hall del Paese. Nel programma funzionale si aggiungono anche una buona quota di abitazioni, luoghi del lavoro e spazi per lo studio.
Un grande progetto che segna l'inizio dello sviluppo sostenibile nella regione transfrontaliera. E a febbraio 2022 apriranno i battenti le iniziative legate alla capitale della cultura. Per raggiungere questo obiettivo, Esch-Alzette ha unito le forze con 10 comuni circostanti del Lussemburgo e altri 8 della vicina Francia, la CCPHVA (Communauté de Communes Pays Haut Val d'Alzette). Per quasi un anno, la regione – che ha fondato il suo identikit sull'estrazione del minerale – si racconterà portando una nuova bandiera, quella della diversità sociale e culturale, tradotta in oltre 140 progetti. 


Tra i progetti che si terranno prossimamente a Belval, e che mostrano il continuo impegno verso la rigenerazione urbana della zona si segnalano Petite Maison, organizzato dall'Università del Lussemburgo, e Habitat '22 – Architecture of positive experimentation che si terrà al Kulturfabrik, un centro culturale a Esch-sur-Alzette.


Il primo consiste in un intervento di alloggi temporanei, basato sul tema della "circolarità" ed è progettato in modo da mettere in evidenza un principio innovativo di cooperazione creativa. «La struttura temporanea – spiegano da Esch22 – sarà situata sul piazzale della Maison du Savoir sul campus di Belval, dove funzionerà sia come punto d’incontro informale che come punto di accoglienza e informazione per i visitatori del sito, che riceveranno informazioni sulle attività della Capitale Europea della Cultura». 
Il secondo, Habitat '22 – Architecture of positive experimentation, prevede la presentazione di esempi di residenze collettive e innovative, e offre una risposta al tema della carenza di alloggi in Lussemburgo, con l’emergere di nuove aree cittadine come Metzeschmelz, nelle vicinanze di Kufa. 

Non secondario il coinvolgimento di figure specialistiche che tengono insieme l’urbanistica e la partecipazione. Tra i protagonisti della partita Esch220 c’è ad esempio Markus Miessenm che è appena stato nominato Professor Urban Transformation all’Università dell’Lussemburgo, e si occuperà proprio del sito di Belval. “La rigenerazione urbana è profondamente radicata nella sfera sociale. Nessun architetto, progettista o autorità cittadina potrà mai generare un equilibrio urbano attraverso un cambiamento puramente fisico. Soprattutto nelle geografie del cambiamento strutturale – scrive Miessnm sul sito che presenta il suo insegnamento – la rigenerazione spaziale dovrebbe essere un processo di tentativi attentamente ponderati per ripensare in modo collaborativo le variabili sociali, economiche e culturali di un'area. La rigenerazione sostenibile richiede una comunicazione a parità di condizioni, includendo diversi stakeholder”. Serve innovazione nella gestione urbana e nella modalità di ricablare il sistema di pianificazione verso infrastrutture resilienti e inclusive, e la cittadina lussemburghese sta provando a trovare la sua strada. Nel contesto della città di Esch, il ruolo di Miessen sarà quello di un mediatore, che può pensare e agire su scale diverse: tra la città, la sua popolazione, l'università e una varietà di stakeholder e attori interni ed esterni. “Questa interfaccia diventerà il terreno di gioco per tutte le attività di ricerca: la comunicazione attraverserà discipline e campi di conoscenza, dalle scienze sociali all'analisi politica, dalla progettazione spaziale alle sue conseguenze economiche locali”. Miessen conta di offrire competenze di ricerca e design a tutto campo: oltre all'insegnamento in seminari teorici e di design, l'ambizione della nuova cattedra sarà quella di aprire lo studio alla città, ai quartieri specifici e ai conflitti urbani. Esch si candida quindi anche come luogo di sperimentazione su un nuovo rapporto tra società civile, politica e design. 

La prima città europea per la Cultura fu Atene, nel 1985. In Italia, le città ad aver ottenuto il titolo sono state Firenze (1986), Bologna (2000), Genova (2004) e Matera (2019). Nel 2019 il testimone è stato retto dall'italiana Matera e dalla bulgara Plovdiv, nel 2020 è passato all'irlandese Galway e alla croata Fiume (Rijeka), quest’anno è in mano a Timisoara (Romania) e alla greca Eleusi e nel 2022, andrà alle città di Kaunas (Lituania) e di Esch-sur-Alzette (Lussemburgo), in una staffetta che anno dopo anno punta a rilanciare le tipicità e le peculiarità dei vari paesi dell'Unione Europea. A dicembre 2020 è stato annunciato che saranno Nova Gorica e Gorizia la “Capitale Europea della Cultura 2025”, due città di confine che hanno festeggiato la notizia in un luogo particolarmente significativo, dove un tempo sorgeva un muro che simboleggiava la divisione dell’Europa in blocchi contrapposti. Ma già nel 2022, grazie al programma che riguarda Esch-Alzette, ci sarà un assaggio di un progetto pienamente “europeo” visto l’impegno dell'unione dei comuni sul lato lussemburghese e francese: indipendentemente dai confini nazionali, infatti, questi comuni sono sempre stati strettamente legati, per il loro passato industriale e per la scommessa per un nuovo futuro. Un progetto territoriale e non solo urbano, una sfida come sarà quella delle Olimpiadi Milano-Cortina in Italia, nel 2026.

«La nomina a Capitale europea della cultura offre un’opportunità unica per presentare non solo la nostra regione, ma anche i valori e le visioni europee di base, attraverso l'arte e la cultura, nonché il dinamismo di un territorio, con il suo patrimonio culturale che va oltre i confini» ha spiegato Nancy Braun, Direttore generale Esch2022. «Ci siamo impegnati per sviluppare in modo sostenibile la regione che ha avuto una sua vocazione industriale, e trasformarla in un sito di interesse, per convertirla in un luogo di destinazione, una regione turistica versatile e innovativa. Esch2022 offrirà numerose opportunità a lungo termine».

Il motto del programma si chiama “Remix Culture” e racconta la storia di una regione industriale al centro dell'Europa, il suo sviluppo e quello della sua società, riguarda l'identità e l'idea europea. Un laboratorio che può fare scuola anche a tante città medie italiane, in cerca di un’identità e di un nuovo futuro.

Quattro i sottotemi: Remix Yourself, Remix Nature, Remix Art e Remix Europe. Centrale è stata la partecipazione dei cittadini per attivare iniziative di co-progettazione, così come lo sviluppo sostenibile della terra d'origine, con l’impegno di tutti a raccontare una nuova storia per passare dall'industria siderurgica all'era digitale. In riferimento alle ricadute sociali, il progetto ha tenuto conto della nuova identità, del come creare un contesto per una società sostenibile, e ancora come investire sull’arte soprattutto in relazione alla società e alla tecnologia. Anche l'immigrazione e la convivenza di culture diverse sono un argomento ricorrente nei progetti.

In copertina: Belval. Immagine di Emile Hengen

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Paola Pierotti
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