Gli architetti europei detengono solo l’1% della quota di mercato del settore delle costruzioni
Gli architetti europei detengono solo l’1% della quota di mercato del settore delle costruzioni
Lo studio di settore dell’Ace fotografa lo stato della professione, tra inflazione, disparità salariali e incertezze del mercato. Quasi il 70% del totale sono studi individuali
«La professione di architetto in Europa si trova a un bivio. Il settore delle costruzioni vale 2.600 miliardi di euro, ma gli architetti detengono solo l’1% della quota di mercato, generando un fatturato di 26 miliardi di euro». Lo scrive Ruth Schagemann, presidente del Consiglio degli architetti d’Europa (Ace), nella sua introduzione al Sector Study 2024, lo studio di settore che ogni due anni viene commissionato dal Consiglio. Co-finanziata dal Programma Europa creativa dell’Unione europea, la ricerca raccoglie e analizza dati statistici, sociologici ed economici sugli architetti europei, sul mercato dell’architettura e sugli studi professionali del settore.
I numeri
In Europa ad oggi ci sono 580mila architetti (uno ogni mille abitanti), con un aumento dell’8% rispetto a dieci anni fa. Di questi, 28mila, provenienti da 29 Paesi europei, hanno risposto al questionario dell’Ace: un record di partecipazioni. Da notare che quasi la metà del totale europeo provengono da Italia e Germania.
Andando a leggere i dati in modo più approfondito, emerge che se la parità di genere è stata quasi raggiunta (le donne sono il 45% del totale), lo stesso non si può dire delle retribuzioni: le architette infatti guadagnano in media il 22% in meno dei loro colleghi uomini. Riguardo all’età, la ricerca riporta che il 27% del totale ha meno di 40 anni. Cresce anche l’attività indipendente: il 46% degli architetti gestisce oggi il proprio studio, spesso piccolo visto che quasi il 70% sono studi individuali, progettato per resistere in un mercato imprevedibile. «Proprio quel mercato si sta rivelando un campo di battaglia difficile» scrive ancora Schagemann. Perché oltre che a detenere solo l’1% della quota di mercato, lo stipendio medio per architetto si aggira sui 43.500 euro, «appena sufficiente a tenere il passo con l’aumento dei costi». E il 37% degli architetti prevede una riduzione del carico di lavoro nell’anno a venire, contro il 19% che si aspetta un aumento, nonostante dal 2022 a oggi il fatturato totale in Europa sia cresciuto del 13% e i guadagni del 16 per cento. Margini che sono stati tuttavia erosi dalla crescente inflazione.
Tra i comparti, la parte del leone la fa l’edilizia residenziale privata – con il 91% di studi che lavorano in questo ambito e genera circa il 54% del fatturato medio –, e la mole dei lavori è ripartita in gran parte tra nuove costruzioni (40%) e ristrutturazioni (49%), con un restante 11% di interventi sul patrimonio.
È tuttavia preoccupante il dato sugli appalti pubblici e i concorsi di progettazione architettonica, per i quali solo il 6% degli studi ha presentato un’offerta pubblica nel 2023; il 18% ha partecipato a un concorso, laddove il 40% delle competizioni è stata bandita con una procedura completamente aperta
I principali ostacoli? La burocrazia e i costi proibitivi. Altri dati interessanti che emergono dal rapporto riguardano anche il tipo di progettazione che viene svolta, sempre più rivolta alla sostenibilità: il 54% applica regolarmente principi a basso consumo energetico. Infine, solo il 2% dei lavori totali è per un mercato internazionale.
«La missione è chiara: gli architetti devono guidare la lotta per un ambiente costruito resiliente, responsabile e pronto ad affrontare le sfide future. In un periodo di cambiamenti economici e incertezze globali, gli architetti continuano a innovare, creare e ispirare» conclude la presidente.
Il Congresso mondiale degli architetti Uia 2026
Sempre in ambito europeo, nei giorni scorsi è stato presentato il Congresso mondiale degli architetti Uia 2026. L’evento triennale, organizzato dall’Unione internazionale degli architetti (Uia), si terrà a Barcellona dal 28 giugno al 2 luglio, città che è stata anche designata dall’Unesco Capitale mondiale dell’architettura per il 2026. Con il titolo Becoming. Architectures for a Planet in Transition (Divenire. Architetture per un pianeta in transizione), l’evento sarà strutturato in sei filoni tematici, che cercheranno di affrontare il tema del tempo come strumento di progettazione da diversi punti di vista. Oltre 10mila i professionisti, i rappresentanti del mondo accademico e gli studenti che parteciperanno al congresso per dibattere sul futuro del pianeta e sul ruolo dell’architettura nelle transizioni più urgenti e necessarie.
Lanciata anche una call, aperta a professionisti nei campi dell’architettura, dell’urbanistica e di qualsiasi altra disciplina rilevante nel quadro concettuale del congresso, per la presentazione di progetti, saggi e opere multimediali che esplorino criticamente i diversi modi in cui l’architettura si connette ai sei temi di ricerca del titolo. La call si chiuderà il 23 maggio 2025. Tra le novità, anche la designazione di una commissione di ricerche progettuali inedite, denominate Research by Design.
La precedente edizione del congresso dell’Uia si era tenuta a Copenaghen nel 2023 ed era stata dedicata al tema della sostenibilità e dell’inclusione. L’Uia è un’organizzazione non governativa che riunisce gli ordini degli architetti di oltre 100 Paesi, in rappresentanza di più di un milione di professionisti.
In copertina: © Shutterstock

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