14-06-2018 Francesco Fantera 4 minuti

I costruttori romani portano la rigenerazione urbana sul tavolo della politica

Tra norme, criticità e opportunità, incontro delle categorie organizzato dall’Acer

"Dobbiamo unire le forze sociali, imprenditoriali e istituzionali perché si parli di Roma da qui al 2050. È fondamentale una visione"

Nicolò Rebecchini

Sempre più spesso si sente parlare di rigenerazione urbana legata a singoli progetti, ma in Italia e a Roma nello specifico, esistono dei programmi organici che vadano in questa direzione? Il nostro Paese è pronto vedere la sostituzione edilizia come uno strumento utile al miglioramento del tessuto urbano? Da qui è partito il confronto che si è sviluppato fra diversi soggetti istituzionali e i costruttori romani dell’ACER, associazione che ha organizzato l’incontro in una sede nata proprio da un’operazione virtuosa di riqualificazione: Palazzo Merulana.

“Come dimostra questo splendido edificio, noi siamo pronti alla sfida – ha ribadito più volte il presidente dell’ACER Nicolò Rebecchini -. Inoltre abbiamo recentemente presentato due proposte di rigenerazione urbana: la prima in zona Bastogi, periferia ovest, con la sostituzione progressiva dei fabbricati esistenti che darà vita a 500 nuovi alloggi; la seconda a Tor Sapienza, con lavori di efficientamento e valorizzazione del patrimonio residenziale esistente. Ma questi sono due progetti, più in generale speriamo che la legge sull’urbanistica rientri in un dibattito pubblico e che non si fermi, guardando anche alle norme europee sul consumo di suolo. Dobbiamo unire le forze sociali, imprenditoriali e istituzionali perché si parli di Roma da qui al 2050. È fondamentale una visione”.

Dopo quarant’anni dai primi tentativi di dare avvio ad una nuova politica urbanistica pensata per lo sviluppo moderno delle città, il dibattito è ormai arrivato a tutti i livelli amministrativi. Nel Lazio, ad esempio è stata la pubblicazione della legge regionale n°7 del 2017 che attribuisce un ruolo di primo piano alle amministrazioni locali nelle scelte pianificatorie, volte al riuso del patrimonio esistente e alla riqualificazione del territorio. Punto centrale e innovativo, è rappresentato dalla introduzione di procedure semplificate per incentivare l’adeguamento sismico e l’efficientamento termico degli edifici.

Il tema del recupero è fondamentale – ha sottolineato l’Assessore alle politiche abitative, all’urbanistica e ai rifiuti della Regione Lazio Massimiliano Valeriani -. In questo momento storico sociale e politico del Paese, il fattore tempo sta diventando fondamentale. Siamo disposti a verificare eventuali modifiche della legge regionale per favorire interventi più rapidi, prima però è necessario capire le finalità della norma e la sua vision di fondo. Come decisori pubblici dobbiamo promuovere un grande concorso di idee per trasformare quella che al momento è una discussione d’élite sulla rigenerazione, in una popolare che coinvolga la cittadinanza. La scelta di perseguire un approccio partecipativo è confermata dall’iter approvativo che seguirà il PTPR (Piano Territoriale Paesistico Regionale), che a breve porteremo in giunta e che discuteremo con”.

“Spesso ci troviamo ad avere a che fare con situazioni ‘fa da te’ e questo non aiuta la pianificazione e l’individuazione dei luoghi migliori dove agire. A Roma – ha evidenziato Francesco Prosperetti che dal marzo 2018 guida la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma – si deve migliorare la condizione generale del costruito, con particolare attenzione alle infrastrutture legate alla mobilità e alle aree suburbane. Per la sua importanza, inoltre, credo che la Capitale meriti un articolo dedicato all’interno della legge regionale sulla rigenerazione urbana, in particolare quando si parla di periferie”. Linee strategiche che necessitano di azioni mirate “laddove ci siano grandi operazioni di riqualificazione realizzate da privati, sarebbe importante – commenta Prosperetti – applicare la legge sull’archeologia preventiva come per le opere pubbliche”.

La preminenza della città di Roma (seconda capitale europea per estensione dopo Londra con i suoi 1285 kmq) nella norma regionale, è un elemento sottolineato più volte in relazione alla necessità di disporre regole ad hoc. “Ogni giorno la città ‘respira’ più di un milione di abitanti che lavorano nella Capitale ma vivono nelle aree limitrofe. Collaboriamo con Soprintendenza e Regione per armonizzare gli strumenti che ci sono, ma che vanno migliorati. L’urbanistica – ha spiegato l’Assessore all’urbanistica del Comune di Roma Luca Montuori –  esiste nel momento in cui incontra la comunità locale e stimola un rapporto virtuoso fra pubblico e privato. La nostra non è una città industriale e ciò influisce sulle dinamiche di riqualificazione. Questo non vuol dire che non ci siano ambiti dove sia necessaria la rigenerazione del territorio, anzi, ma non si deve partire dalla parte consolidata della città, quanto dalle periferie. Non ci dimentichiamo poi di operazioni dalla doppia valenza: stiamo ripensando le stazioni ferroviarie per dare nuova vita alla cintura ferroviaria prevista dall’ultimo piano regolatore”.

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Francesco Fantera
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