Il coraggio di innovare, come sperimentare con gli usi temporanei

16-10-2025 Paola Pierotti 4 minuti

16-10-2025 Paola Pierotti 4 minuti

Il coraggio di innovare, come sperimentare con gli usi temporanei

Il modello Toscana e l’esperienza del Comune di Livorno

Gli usi temporanei di spazi e immobili inutilizzati, o in via di recupero, sono uno strumento innovativo per la rigenerazione l’innovazione urbana, consentendo di restituire intere aree alle comunità e di sperimentare soluzioni urbanistiche, sociali ed economiche. In Italia, da una decina d’anni, esempi di laboratori pionieristici si fanno strada, come il caso pilota di Guido Reni a Roma con Cdp, realizzato da Urban Value, a cui si aggiungono le tante iniziative promosse dall’Agenzia del Demanio, da Napoli a Bologna, fino al Museo delle Città di Palermo.


Ma è la Regione Toscana a essere in prima linea, utilizzando il patrimonio immobiliare dismesso o senza destinazione come terreno di prova per gli usi temporanei, anche attraverso partnership con città internazionali


Progetti come T-factor, che si concentra sugli usi temporanei di edifici e spazi inutilizzati per sperimentazioni co-creativi, con riferimento al “frattempo” (meanwhile), e il più recente Impetus, che promuove lo scambio di esperienze tra città e regioni, stanno dando un impulso significativo nella costruzione di una consapevolezza diffusa tra istituzioni, operatori economici e Terzo settore. L’obiettivo di Impetus in particolare è quello di integrare gli usi temporanei nelle strategie di rigenerazione urbana, adottando pratiche che favoriscono una governance urbana inclusiva, lo sviluppo di servizi e infrastrutture accessibili e la co-creazione con i cittadini, le associazioni e le Pmi.

Come sottolineato da Simone Gheri, direttore di Anci Toscana, «gli usi temporanei rafforzano la partecipazione dei cittadini, stimolando la collaborazione tra istituzioni, imprese e società civile, e possono diventare veri e propri laboratori di sperimentazione urbana, generando valore non solo per lo spazio fisico, ma anche per il capitale sociale, culturale ed economico delle città».

Tra gli esempi di successo, si contano gli Hangar creativi di Livorno e l’area dell’ex-Ilva di Follonica. Con Impetus, entro novembre 2025 sarà sviluppata una mappatura degli spazi e edifici abbandonati o sottoutilizzati, creando una banca dati regionale a supporto della pianificazione strategica per il riuso temporaneo. Successivamente, entro febbraio 2026, sarà lanciata una manifestazione di interesse per i Comuni, con l’obiettivo di individuare tre progetti culturali e sociali che riceveranno assistenza tecnica, orientamento giuridico e formazione sui metodi di co-progettazione partecipativa.


Ecco che gi usi temporanei sono di fatto “scintille” di rigenerazione urbana che partono dall’ascolto delle persone e anticipano le aspettative dei cittadini di domani


Il dibattito è aperto, come dimostrato dall’iniziativa promossa da Città in scena a Roma lo scorso 9 ottobre. Per Francesca Graziani, responsabile degli usi temporanei per l’Agenzia del Demanio, questi usi rappresentano «una strategia nazionale di valorizzazione del patrimonio pubblico con impatti sociali, ambientali ed economici. Si muovono su “due velocità”: una risposta immediata contro l’abbandono e un processo di valorizzazione a lungo termine».

Silvia Viviani, assessora all’Urbanistica del Comune di Livorno, sottolinea che per definire il mix giusto, è necessario superare idee predefinite e essere aperti a input inaspettati, condividendo il rischio tra pubblico e privato. Il caso degli Hangar Creativi di Livorno, un ex deposito di 17mila mq, ne è un esempio: aperti nel 2021, non sono mai stati chiusi e hanno ospitato eventi di vario tipo, dallo sport all’intrattenimento. Per Viviani la carta vincente è quella di chi, attraverso l’uso temporaneo, incrementa la città pubblica. «Nel nostro caso ci siamo assunti il rischio di procedere con iniziative coerenti con la visione della città, anche se non conformi con gli strumenti urbanistici vigenti».


Sfide che richiedono tempi rapidi per dare risposte coerenti con le “transizioni” in atto


Laboratori di sperimentazione in un contesto bloccato dalla rigidità delle destinazioni d’uso obbligatorie della pianificazione urbanistica, che troppo spesso impediscono la mescolanza di funzioni richiesta appunto dalla contemporaneità.

Tra le ultime novità che riguardano gli usi temporanei la riapertura dell’ex Caserma Boldrini a Bologna con un progetto di uso temporaneo e di rigenerazione urbana firmato da Coop4art, Urban Value by Ninetynine e Pessoa Luna Park in collaborazione con Agenzia del Demanio e Comune di Bologna, che trasforma uno spazio dismesso in un luogo di coabitazione mutualistica e rigenerazione civica: un community hub innovativo per contrastare la carenza di spazi accessibili per vivere e per lavorare.

Nasce così “Mezz’aria – Lo spazio tra le cose”, questo il nuovo nome scelto per l’ex caserma Boldrini, evocativo della nuova identità: uno spazio “tra le cose”. Un nuovo luogo culturale e sociale dove co-abitazione e riattivazione coincidono. Un esperimento di città possibile, dove la comunità collabora e diventa infrastruttura. Sarà un’operazione lampo di soli 300 giorni, come previsto dal bando di concessione temporanea; un modello di ospitalità collaborativa, a cura di Idee in Rete (realtà con esperienza pluriennale in housing collaborativo e rigenerazione urbana) insieme a Cooperativa Spazio Comune, che mette a disposizione 16 alloggi a costi calmierati, a fronte dei quali viene chiesto agli inquilini di restituire valore con attività di utilità collettiva: cura delle aree comuni, supporto agli eventi, attività di comunicazione, accoglienza e laboratori per la cittadinanza.

Un esperimento di housing mutualistico che intreccia valore economico e valore sociale, creando una micro-comunità solidale capace di prendersi cura dello spazio e delle persone. È un ecosistema solidale dove abitare significa contribuire alla costruzione di una comunità attiva, empatica e intergenerazionale. Un modello di co-gestione che si fonda su assemblee partecipate e decisioni condivise, pranzi, momenti sociali, feste come strumenti di relazione, rotazione dei ruoli, mutuo supporto e prossimità come forme di welfare urbano.

In copertina: Hangar Creativi © Corvino+Multari architettura mandatari e Joso Nunes Proap italia paesaggio, ingegneria RINA, DFP, geologia Studio Caniparoli, consulenti  Mayorga+Fontana

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Paola Pierotti
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