03-12-2018 Chiara Brivio 3 minuti

Il monito dell’imprenditoria: riprendere a investire in infrastrutture

A Torino dodici Associazioni datoriali hanno firmato un manifesto per il rilancio delle opere strategiche in Italia, Tav in testa

"Le grandi infrastrutture sono importanti per l’intero mondo dell’economia; anche per le piccole imprese che possono essere coinvolte nelle opere minori e nelle manutenzioni"

Daniele Vaccarino

Sì all’Europa, sì alla TAV, sì allo sviluppo, sì alle infrastrutture: possono essere così riassunti i risultati dell’iniziativa “Infrastrutture per lo sviluppo. Tav, l’Italia in Europa”, che ha visto dodici delle più importanti Associazioni datoriali del Paese – Ance, Confapi, Confindustria, Confartigianato, Casartigiani, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Confagricoltura, Agci, Confcooperative, Legacoop – riunite ieri alle OGR (Officine Grandi Riparazioni) di Torino. Obiettivo del convegno quello di ribadire la centralità delle infrastrutture e di chiedere al governo un confronto sul rilancio degli investimenti nelle grandi opere – in primis la Torino-Lione – considerate strategiche per l’integrazione economica e sociale dell’Italia in Europa, nonché per la crescita e la competitività del Paese.

Presenti in sala, oltre ai Presidenti nazionali, tremila imprenditori iscritti alle varie associazioni, che, come ha sottolineato il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, «rappresentano il 65% del PIL e oltre 3 milioni di imprese». 
Debole sulla crescita e sullo sviluppo: il Presidente degli industriali giudica così la manovra ed esorta i partiti di maggioranza a uscire il prima possibile dalla procedura di infrazione dell’UE.

«Le infrastrutture sono fondamentali – ha esordito Maurizio Casasco, Presidente Confapi -. La TAV non è solo un passaggio di merci, è un passaggio culturale», evidenziando che senza un rilancio degli investimenti l’Italia rischia di finire come fanalino di coda dell’Europa. Un problema sottolineato anche da Massimiliano Giansanti di Confagricoltura, che nel suo intervento ha ricordato come «l’Italia è al 21° posto per quanto riguarda le strutture portuali e aeroportuali, al 19° per quelle ferroviarie, al 18° per la rete stradale. E la copertura internet interessa solo il 77% del territorio, contro una media europea dell’82%». Uno scenario che pone evidenti difficoltà di accesso ai mercati e di perdita di competitività, soprattutto per l’export agroalimentare, che a dispetto di questi dati negli ultimi 10 anni ha fatto riscontrare una crescita da 20 a 40 miliardi di euro.

Duro anche il Presidente di Ance, Gabriele Buia: «Questa legge di bilancio è una legge ambiziosa, che prevede di aumentare lo stanziamento per le infrastrutture del 15%, quando negli ultimi 3 anni abbiamo perso 13 miliardi sugli investimenti perché non riusciamo a realizzare le infrastrutture finanziate. Negli ultimi 8 anni la programmazione è stata rivista 5 volte, causando numerosi stop agli iter realizzativi che, in media, prevedono oltre 15 anni per concludere una grande infrastruttura. È così che nascono le incompiute, è così che condanniamo il Paese all’immobilismo».
«Oggi si pensa di rivedere quello che era già stato ipotizzato, di ritornare sui costi-benefici – ha aggiunto il presidente – Tuttavia, mettere in discussione cantieri già avviati è dannoso sia per lo Stato che per i cittadini». Il ricordo va all’iniziativa "Ance Sbloccacantieri" che ha già censito 30 grandi opere bloccate sul territorio per un totale di 25 miliardi di euro.

La centralità del rilancio delle grandi opere e della realizzazione della Tav è stata sottolineata anche da Daniele Vaccarino, Presidente Cna, che ha affermato: «Le grandi infrastrutture sono importanti per l’intero mondo dell’economia e anche per le piccole imprese, che possono essere coinvolte nelle opere minori e nelle manutenzioni».

Al termine dell’iniziativa le Associazioni hanno firmato un Manifesto congiunto che sarà alla base di un prossimo confronto con il Governo.

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Chiara Brivio
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