16-12-2021 Paola Pierotti 5 minuti

Ingegneria al femminile. Alla giovane Elisa Fenicchia il premio del Cni

I numeri del Centro studi e le storie dei talenti italiani

Un esercito di donne-ingegnere è pronto a scendere in campo: sono le 174.900 le donne in possesso di un titolo di laurea in ingegneria in Italia (pari però ancora soltanto al 18,6% del totale dei laureati in ingegneria). E il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha deciso, attraverso la consigliera (la prima e unica consigliera donna) Ania Lopez, di accendere un faro su questa forza e queste risorse, attraverso il progetto “Ingenio al femminile”, e in particolare con il “Premio Tesi di Laurea” volto a valorizzare le più brillanti tesi e, attraverso queste, la figura della donna in ambito tecnico. 

«Da quando siamo nati, ormai otto anni fa, come “Ingenio al femminile” non abbiamo mai parlato di quote rosa, ma semplicemente di ingegneria al femminile. Ci interessava, cioè, segnalare il contributo delle donne al mondo dell’ingegneria – ha spiegato la consigliera Lopez – mirando alla pari dignità, non alle quote. Nel ringraziare il Comitato donne ingegnere del Cni, i rappresentanti della Rtp e Cesop che ci ha supportati, tengo a dire che abbiamo voluto premiare il futuro dell’ingegneria».

La vincitrice del 2021. Si chiama Elisa Fenicchia, laureata alla Sapienza di Roma, la vincitrice del 2021 premiata a Roma il 15 dicembre, con una tesi sperimentale sull’elettrificazione dei villaggi rurali in Tanzania, mettendo a frutto il metodo “Iliceto shield wire scheme” elaborato dallo stesso professor Francesco Iliceto, e lasciato a libero accesso dei ricercatori per permettere alle generazioni future di realizzarlo nelle zone più povere e meno elettrificate del mondo. Un approccio che consente di portare corrente elettrica e contribuire allo sviluppo economico di oltre 30 villaggi. Un giorno importante per Fenicchia, collegata in web call dal Mozambico dove sta lavorando ad un progetto che le permette di applicare quanto affrontato nella tesi. Il riconoscimento, tra l’altro, a poche ore dal test per l’esame di stato. 

E’ ormai riconosciuto come un osservatorio di eccellenze quello del premio del Cni che ha già visto tra le altre premiate anche Marzia Bolpagni selezionata nel 2017 dal Cni, premiata come Giovane Ingegnere dell’Anno dalla Royal Academy of Engineering, insignita della Sir George Macfarlane Medal dalla Principessa Anna e fra le 50 donne più influenti nella tecnologia del Regno Unito, e che qualche settimana fa ha ricevuto dall’Università degli Studi di Brescia il Premio Alumna dell’anno.

Nell’edizione del 2021 del premio sono state menzionate anche Giovanna Baro, Elisa Caccamo, Annamaria Giuliano, Alba Hyseni, Anisia Lauditi, Cristina Origlia e Serena Pantano. Il terzo premio è andato ex aequo a Chiara Andrani e Marina Brancaccio, mentre il secondo è stato appannaggio di Chiara Nezzi. Molte sono dal Sud (con la voglia di poter applicare il proprio talento nei territori d’origine), alcune già impegnate all’estero per implementare il proprio percorso di formazione o fare gavetta in start up promettenti.

I numeri delle donne-ingegnere. Nei primi anni 2000 la percentuale di donne ingegnere era pari al 16% dei laureati in tali discipline. Nel 2019 è salita al 28,1%. Una quota che si è mantenuta stabile negli ultimi 10 anni e che ha definitivamente posto fine al fenomeno che ancora negli anni ‘80 faceva dell’ingegneria una materia per maschi. E ancora, nel 2021 la quota femminile risulta pari al 16,1% del totale, mentre nel 2010 era il 10,8%. Questi alcuni dati dal rapporto del Centro Studi CNI “L’universo femminile nell’ingegneria italiana”, presentato proprio in occasione dell’evento “Ingenio al femminile”. 

Concentrando l’analisi sulle laureate, il Centro Studi del Cni rileva che nel 2019 hanno conseguito il titolo di laurea magistrale in Ingegneria 7.703 donne (pari al 30,8% dei laureati magistrali), mentre altre 7.200 hanno conseguito il titolo triennale di primo livello (25,7% del totale), per un totale di 14.903 laureate, pari al 28,1% del totale dei laureati in ingegneria nel 2019. Per quanto riguarda i corsi di primo livello, più della metà delle laureate in ingegneria ha conseguito la laurea nella classe L-9 Ingegneria industriale, mentre solo 383 si sono laureate nella L-23 Scienze e tecniche dell’edilizia. Tra le laureate magistrali circa la metà (3.842 laureate) ha conseguito il titolo di laurea in Architettura e Ingegneria edile-Architettura (corso di laurea magistrale a ciclo unico) o in Ingegneria gestionale o ancora in Ingegneria biomedica, superando la metà dei laureati. La presenza femminile si riduce sensibilmente tra i laureati in Ingegneria meccanica, Ingegneria elettrica e Ingegneria dell’automazione in cui è inferiore al 14%. 

Passando alla questione dell’ingresso nel mercato del lavoro, il titolo universitario in ingegneria permette alle giovani laureate degli indirizzi industriali e dell’informazione di trovare un’occupazione con relativa facilità: ad un anno dalla laurea il 74% delle laureate svolge un’attività lavorativa. Sul fronte dei salari si rileva ancora una certa disparità di trattamento economico tra i due generi, sebbene tra gli ingegneri il divario sia meno ampio rispetto ad altre professioni: una laureata in Ingegneria industriale o dell’informazione guadagna mediamente, a 5 anni dalla laurea, poco più di 1.700 euro mensili, contro gli oltre 1.850 dei colleghi uomini. Più ampio invece il gap all’interno del gruppo “Ingegneria civile/Architettura” in cui a fronte di un valore medio pari a 1.644 euro netti al mese rilevato tra gli uomini, il corrispondente valore tra le donne è appena superiore ai 1.400 euro.

Un’ultima riflessione meritano i dati relativi alle donne nell’ingegneria e nelle discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Maths) a livello internazionale. Nel 2019 la quota di donne che ha conseguito una laurea in ingegneria o in architettura è stata pari al 28,1%, una percentuale superiore alla media europea (25%) e a quella di paesi come Germania, Francia, Gran Bretagna, Austria, Belgio e Olanda.

Foto di copertina ©Thisisengineeringv via Pexels

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Paola Pierotti
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