30-09-2020 Francesco Fantera 3 minuti

La Milano del futuro passa da rigenerazione e sostenibilità

Una ricerca promossa dal Comune analizza le risposte della comunità attraverso i 12 indicatori del Bes prodotti dall’Istat

«Ai primi posti la sostenibilità ambientale, l’attenzione ai giovani e la creazione di un tessuto urbano policentrico»
Lamberto Bertolè

Quali obiettivi vorresti porre alla tua città per i prossimi anni? Cosa potrebbe ostacolarne il raggiungimento? Da qui è partita 18 mesi fa la ricerca promossa da “Milano 2046”, laboratorio del Comune meneghino che volge lo sguardo alla progettazione del capoluogo lombardo nei prossimi anni. Le domande, rivolte a 249 fra cittadini e stakeholder, invitano infatti ad immaginare la propria realtà in un mondo molto diverso da quello odierno ma che porterà con sé gli stessi problemi che da secoli affliggono la società. Disuguaglianze, lavoro e accessibilità dei servizi, solo per dirne alcuni. Esemplificativo in questo senso il nome del report: “Alla ricerca del benessere: desideri, timori, rappresentazioni della Milano che sarà”.

Lo studio è stato suddiviso in 12 sottogruppi, ognuno per ciascuno degli indicatori del Bes, il rapporto sul “Benessere equo e sostenibile” prodotto annualmente dall’Istat e nato dalla volontà dell’istituto di dotarsi un outlook sullo stato di salute del Paese che non sia solo quello del Pil. Le diverse categorie, inoltre, rispecchiano anche le categorie utilizzate a livello internazionale nei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite (Sdgs). I partecipanti sono stati selezionati al fine di ottenere risultati il più possibile comprensivi delle opinioni di diverse fasce della popolazione, con il gruppo principale (33% degli intervistati) appartenenti a individui fra 50 e 60 anni.

Ma come hanno risposto gli intervistati? «Gli esiti dell’indagine – ha sottolineato il presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolè durante la presentazione della ricerca – indicano la direzione che dovremmo seguire in vari ambiti per un futuro migliore che sia caratterizzato da benessere diffuso e una società più equa e solidale. Ai primi posti la sostenibilità ambientale, l’attenzione ai giovani e la creazione di un tessuto urbano policentrico». Un compito non semplice per una città poliedrica ma fortemente legata al suo centro come il capoluogo lombardo. «Se guardiamo alla nostra società troviamo tante risorse individuali e istituzionali, la cosa difficile è riuscire a mobilitarle in maniera organica» ha spiegato l’economista Enrico Giovannini, membro del Comitato d’indirizzo di Milano 2046. «Pubblico e privato possono trovare un punto d’incontro nella sostenibilità, non solo ambientale ma anche sociale. In questo la visione di un futuro comune e il più possibile condiviso resta un nodo centrale. Per farlo questa ricerca dovrebbe estendere estesa ad altri territori e Milano, al pari di città come Dubai o Rio de Janeiro, dovrebbe avere un suo “museo del futuro”».

I risultati. Il report, realizzato con la metodologia Delphi, affronta questioni che vanno dalla salute, all’istruzione, per arrivare alla sicurezza, al patrimonio culturale e all’ambiente. I più citati nelle risposte degli intervistati sono stati i giovani, compresi i bambini, con la necessità dichiarata di garantire loro il benessere lungo tutto l’arco formativo. Importante anche la riduzione dell’inquinamento e l’attenzione alle persone bisognose di assistenza, in particolare per una società come la nostra che mostra evidenti segni di invecchiamento. Ad essere spesso citato il rischio di degrado dei quartieri e la conseguente creazione di veri e propri ghetti nelle periferie, elemento più volte sottolineato da architetti e urbanisti. In primo piano, fra gli altri ambiti, l’aumento di investimenti nell’edilizia scolastica sia andando a preservare gli istituti dall’incuria che realizzando complessi moderni e in linea con le nuove possibilità tecnologiche e tendenze nel campo della formazione. Focus anche sull’ambiente, con l’esigenza di riqualificare il patrimonio edilizio a partire da quello delle case popolari e, allo stesso tempo, investendo nella mobilità sostenibile.

Per la ricerca completa del laboratorio "Milano 2046", clicca qui.

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Francesco Fantera
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