Le proposte di 210 sindaci per una transizione energetica rispettosa dei territori
Ripensare le leggi, incentivi agli impianti su tetti e aree dismesse sono alcuni dei punti che saranno illustrati in Senato il 16 aprile
Sono 210 i primi cittadini che hanno firmato un appello al Governo e al Parlamento italiano per la tutelare l’ambiente e il paesaggio del nostro Paese. Parte del coordinamento “per una transizione energetica rispettosa dei territori e dei cittadini”, i sindaci vedono un rischio nella «rincorsa speculativa» che potrebbe derivare dall’urgenza di «raggiungere gli obiettivi di produzione di energia rinnovabile imposti dall’Unione europea», come si legge in una loro nota.
Ma i primi cittadini hanno stilato anche un manifesto e una serie di proposte per interventi a livello legislativo – che saranno presentati in Senato il prossimo 16 aprile –, con un duplice obiettivo: restituire alle istituzioni locali potere di programmazione e pianificazione in materia di installazione di eolico e fotovoltaico, e promuovere la strada delle premialità e degli incentivi agli impianti meno impattanti dal punto di vista paesaggistico. «Le temute scadenze al 2030 imposte dalla Ue per aggiungere almeno altri 80 gigawatt di rinnovabili (e fino ad oggi alibi per ‘inevitabili’ scempi) – si legge ancora – si possono ancora rispettare con una coraggiosa politica che privilegi con incentivi mirati il fotovoltaico virtuoso:
afferma e certifica l’Ispra che la superficie potenzialmente disponibile per installare impianti fotovoltaici sui tetti può arrivare a produrre sui soli fabbricati esistenti una potenza dai 70 ai 92 gigawatt»
«Se si considera – continuano i sindaci – che a fine 2024 l’incremento di rinnovabili ha già raggiunto ulteriori 19 gigawatt senza ritardi sul cronoprogramma, ne resterebbero altri 61 gigawatt, appunto facilmente realizzabili con installazioni sui soli tetti senza scempi ambientali, conflitti sociali e dispendio di risorse pubbliche. A questa potenza ottenibile con i soli tetti, evidenziano ancora i ricercatori dell’Ispra, si potrebbe inoltre aggiungere una parte di aree di parcheggio, infrastrutture, siti contaminati, aree dismesse».
I 210 primi cittadini non vogliono negare la necessità della transizione energetica, ma la loro richiesta riguarda il ripensamento delle leggi in materia che, nella loro opinione, stanno favorendo il settore economico privato, «in grandissimo fermento per i grandi guadagni realizzabili con bassi rischi d’impresa vista la notevole mole di incentivi pubblici ricadenti sulle bollette elettriche dei cittadini e sulla fiscalità generale». In quello che definiscono un «Far West senza programmazione», riportano che «sono stati presentati 6000 progetti per grandi ed impattanti impianti industriali di produzione di energia rinnovabile, per una capacità elettrica di oltre cinque volte i già ambiziosi traguardi del Green deal, spesso senza nessun riguardo per gli aspetti ambientali tutelati, in contrasto se non in antitesi con la vocazionalità dei territori interessati».
La nota si conclude con «noi sindaci proponiamo di seguire le indicazioni contenute nel Rapporto dell’Ispra come soluzione condivisibile e che soddisfa tutti: cittadini, sindaci, Regioni, Governo e Unione europea».
In copertina: ©Adobe Stock

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