Per il maquillage del salotto di Merano in campo il team guidato da Clab architettura

06-02-2023 Paola Pierotti 4 minuti

Un disegno del silenzio inserito nella città. Nel team anche Ponto Atelier, Renna studio e Massimiliano Valdinoci

Clab architettura è un collettivo di architetti fondato nel 2014 a Peschiera del Garda in provincia di Verona. Si occupa di progettazione a diversa scala e affianca l’attività professionale con la ricerca, attraverso la partecipazione a concorsi e con collaborazioni con il Politecnico di Milano e lo Iuav di Venezia. Ponto Atelier è uno studio di architettura fondato nel 2016, con sede a Madeira in Portogallo, impegnato nella sperimentazione con progetti e idee costruite tra memoria del passato e design contemporaneo. Renna studio, fondato da Angelo Renna nel 2022 (e che un anno fa con Demogo si è aggiudicato il progetto per il nuovo Flaminio a Roma) è uno studio di ricerca e progettazione con sede a Prato che si occupa di esplorare la natura in tutte le sue forme: dalle trasformazioni urbane a piccoli giardini di quartiere. Una decina di professionisti classe 1984, 1985, 1986, 1987. Insieme a loro anche l’architetto veronese Massimiliano Valdinoci.

Questo il team che si è aggiudicato il concorso per la risistemazione della parte superiore del corso Libertà di Merano, gara internazionale in due fasi che ha visto in lizza tra gli altri gruppi quelli guidati da professionisti e studi con un track record significativo, soprattutto nel territorio, come Roland Baldi, Plasma Studio, Boris Podrecca, Stanislao Fierro, a cui si aggiungono Principioattivo Architecture group piuttosto che Tspoon tra i 15 ammessi alla seconda fase. Da 43, a 15, a 3, fino alla scelta finale.

La giuria internazionale e la consulta cittadina (istituita ad hoc per affiancare i progettisti nel concepimento del nuovo look del corso, con eventi online e incontri pubblici) hanno scelto il progetto che la commissione ha valutato positivamente all’unanimità per «una sintesi di alta qualità fra necessità urbanistiche e funzionali che pone l'accento sulle peculiarità del tratto superiore del corso, una pavimentazione in selciato facile da ripristinare nel caso si debbano rinnovare le infrastrutture presenti sotto la sede stradale, una suddivisione degli spazi che distingue chiaramente pista ciclabile, percorsi pedonali e aree prospicienti bar e ristoranti, un’equilibrata pianificazione del verde e un dialogo armonioso con le caratteristiche storiche della città».

Soddisfazione anche dalla giunta che ha commentato che «Il processo di partecipazione ha dato ottimi frutti e siamo lieti di essere riusciti a rispettare la tempistica prevista». Ora che è stata scelta la proposta vincitrice, partirà l’iter di progettazione che richiederà circa un anno e mezzo di tempo.

Il concept? «La proposta di progetto – si legge nella relazione tecnica – parte da una attenta lettura della pianta antica del centro storico dove appare chiaro come la principale direttrice dello sviluppo urbano sia stato la direzione est-ovest, come chiaramente dimostrato da via Portici. La stessa logica di sviluppo è stata portata avanti, nei decenni successivi con la crescita della città lungo la direttrice di via della Libertà, che ricalca il percorso dell’antica cinta muraria. La forte direzionalità sopra descritta, parallela all’andamento del fiume Passirio in questo specifico tratto, è caratterizzata allo stesso tempo da un’intensa circolazione trasversale che attraversa il fitto edificato in direzione nord-sud lungo più tratti, servendosi di passaggi ricavati nei e tra i fabbricati. Questa caratteristica trama della città è fonte d’ispirazione per il motivo geometrico che definisce il disegno della pavimentazione».


Il disegno richiama la natura specifica dell’impianto urbano della città, ma diventa anche un sottile elemento che suggerisce le modalità d’utilizzo dello spazio pubblico della strada.


Eliminare i salti di quota del pavimento, così come la segnaletica stradale orizzontale e dei flussi, permetterà di realizzare uno spazio pubblico prettamente pedonale e flessibile alle molteplici e variegate tipologie di utilizzo della città contemporanea.

«Su queste tracce di elementi longitudinali – continuano i progettisti – si sovrappongono in posizioni specifiche dei “tappeti” di pietra realizzati con lastre di trachite di dimensioni variabili, segnalando la presenza dei manufatti di pregio e d’interesse pubblico rilevante».

La proposta di intervento propone quindi «una lettura dello spazio in cui il contesto, sia esso edificato, naturale o legato alla circolazione, informa il progetto restituendo un disegno che non ha l’intento di aggiungere informazioni, ma di sottolineare le preesistenze e definire con maggiore chiarezza i diversi ambiti urbani. Un disegno del silenzio che si inserisce all’interno della città».

In copertina. render per la risistemazione della parte superiore del corso Libertà di Merano © Clab architettura

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Paola Pierotti
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