Sirec, la sfida del Sud che rigenera città e talenti

09-10-2025 Cristina Giua 3 minuti

09-10-2025 Cristina Giua 3 minuti

Sirec, la sfida del Sud che rigenera città e talenti

Dalla Cdp al Politecnico di Milano: una rete per ridare voce e futuro ai territori del Mezzogiorno

Rigenerare spazi. Attivare talenti. Costruire futuro. È questo il filo conduttore che ha animato la Sirec (Southern Italy REgeneration challenge), l’iniziativa promossa da Cdp (Cassa depositi e prestiti) e dedicata alla rinascita dei patrimoni immobiliari pubblici dismessi nel Mezzogiorno. L’obiettivo è ambizioso: trasformare luoghi abbandonati in nuove leve di sviluppo urbano, sociale e culturale, restituendo valore a territori che troppo spesso pagano il prezzo dell’immobilismo e della mancanza di progettualità.

L’evento si è svolto al Maxxi di Roma, all’interno del programma “Città nel Futuro 2030-2050”, promosso da Ance (Associazione nazionale costruttori edili), con il patrocinio di PPAN Academy e il supporto tecnico-scientifico del Real estate center (Rec) del Dipartimento ABC del Politecnico di Milano.

Il progetto Sirec, sostenuto da PPAN Academy, punta dunque a creare una rete di buone pratiche replicabili, dove enti locali, università, imprese e professionisti del real estate possano collaborare per valorizzare i patrimoni pubblici e rigenerare città e territori in chiave sostenibile.

L’appuntamento del Maxxi – che si è svolto proprio a Roma dove si sta lavorando ad un laboratorio urbano per una città più inclusiva – si inserisce in un percorso più ampio di confronto e di azione concreta verso il 2030 e il 2050: due orizzonti temporali che delineano il futuro delle città italiane e europee , in un quadro dove la rigenerazione urbana è destinata a diventare il principale motore di sviluppo economico, ambientale e sociale, in un quadro dove la rigenerazione urbana è destinata a diventare il principale motore di sviluppo economico, ambientale e sociale.

Il progetto Sirec, sostenuto da PPAN Academy, punta dunque a creare una rete di buone pratiche replicabili, dove enti locali, università, imprese e professionisti del real estate possano collaborare per valorizzare i patrimoni pubblici e rigenerare città e territori in chiave sostenibile.

Ad aprire i lavori, Silvia Ricci, vicepresidente Transizione ecologica di Ance, che ha sottolineato come la rigenerazione urbana non possa più essere un tema marginale, ma un pilastro delle politiche di sviluppo. «Abbiamo parlato di rigenerazione urbana da tanti punti di vista – sottolinea la Ricci – ed è stato un confronto davvero ricco di visioni e di spunti per crescere. Come settore delle costruzioni avevamo bisogno di giornate così: momenti per immaginare il futuro partendo dalle nostre città, perché sono proprio le città a definire l’identità delle persone. È questo lo spirito che muove iniziative come Sirec, promossa da Cdp e dal Politecnico di Milano, un progetto straordinario che parla di rigenerazione urbana come restituzione di territori fragili all’identità collettiva delle comunità. Ance è orgogliosa di patrocinare e sostenere questa sfida, che parte dal Sud e valorizza le sue energie migliori. Il Mezzogiorno ha un potenziale enorme: ci sono talenti che vogliono restare, tornare, contribuire: la rigenerazione urbana può essere la chiave per dare loro spazio e futuro».

Sul palco anche Massimiliano Pulice, head of Urban regeneration and infrastructures di Cdp, che ha illustrato l’impegno del gruppo nel promuovere progetti di valorizzazione immobiliare a impatto territoriale: «Questo progetto nasce per dare voce a chi finora non è riuscito a farsi ascoltare (le università del Sud, i loro studenti, i docenti, le comunità locali che ogni giorno generano idee e soluzioni straordinarie), ma che spesso restano chiuse nei cassetti. Sirec vuole essere uno strumento concreto per farle atterrare, per farle arrivare finalmente alle orecchie giuste, nei luoghi dove si prendono le decisioni. Non è una semplice call for ideas: è un percorso di collaborazione, di competenze trasversali e di costruzione condivisa. Troppe volte nel nostro Paese ci chiudiamo nel nostro orticello, ma questa Challenge nasce proprio per cambiare prospettiva, per mettere insieme visioni diverse e farle diventare realtà. Forse è davvero il momento giusto per cominciare a fare squadra».

A portare la prospettiva accademica, Marzia Morena, docente di Management of built environment presso il Politecnico di Milano, che ha presentato il contributo scientifico dell’università all’iniziativa. «Quella di Challange non è una competizione nel senso tradizionale del termine: è una competizione sana, che vuole far emergere idee e talenti del Sud, dare voce alle università, agli studenti e ai docenti che spesso restano ai margini dei tavoli decisionali. Con Challenge vogliamo aiutarli a far uscire le loro idee dai cassetti, farle arrivare alle orecchie giuste, nei luoghi dove possono davvero diventare realtà. Questa è un’occasione per costruire connessioni, per imparare a collaborare, a condividere, a fare squadra. Perché troppo spesso –  anche nel mondo accademico –  restiamo chiusi nel nostro orticello. Forse è arrivato il momento di cambiare prospettiva, di unire visioni e competenze diverse per far crescere davvero i territori del Mezzogiorno».

IN COPERTINA: Bari porto ©pexels.com by Kelly

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Cristina Giua
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