Torino nei prossimi trent’anni, presentato il nuovo Piano Regolatore
Dalla partecipazione dei cittadini alle “figure di ricomposizione urbana”, un programma che unisce tecnica, coraggio e visione
Dopo 30 anni, Torino prova a cambiare pelle. La città si prepara, infatti, ad una nuova stagione con la presentazione in anteprima del nuovo Piano regolatore generale (Prg): una “mappa per guidare” la trasformazione del costruito, la rigenerazione dei quartieri e l’ibridazione dei luoghi e degli usi.
«Il nuovo piano regolatore guarda avanti, accelera le connessioni tra ricerca e impresa, riduce i tempi, favorisce il mix di funzioni e rafforza i legami tra formazione e lavoro», ha dichiarato il sindaco Stefano Lo Russo, presentando in anteprima il Prg ai torinesi.
Un piano che si pone come “ponte tra visione e cantieri”, con l’ambizione di ridisegnare Torino come una città policentrica, accessibile, vivibile (e al passo con i modelli abitativi internazionali, come nel caso dei progetti realizzati in ambito student housing e con gli interventi di rigenerazione urbana, come quello della Cavallerizza Reale). L’immagine guida è quella della città della prossimità «immaginiamo una Torino – ha detto il sindaco – in cui, in 15 minuti, a piedi, in bici o in bus, puoi raggiungere scuola, mercato, parco, medico, luoghi di cultura. Non un centro separato dalle periferie, ma tanti centri di vita connessi tra loro».
Un laboratorio urbano a cielo aperto
Il nuovo Prg nasce da un ampio lavoro di ascolto e partecipazione, raccontato da Piero Boccardo, presidente di Urban Lab: «Abbiamo usato fondamentalmente due approcci. Uno geografico — siamo andati quartiere per quartiere e abbiamo ascoltato le persone — e uno intersezionale e intergenerazionale, per dare voce a tutta la città, senza gerarchie».
Nel biennio 2024-2025, sono state coinvolte 5.500 persone, di cui il 55% donne e il 13% cittadini con origini diverse. «Abbiamo sentito i giovani, le famiglie, le persone con disabilità, chi ha background migratori», spiega Boccardo. «Poi abbiamo fatto un lavoro artigianale: abbiamo spacchettato e ricomposto i dati, creando una mappa della città coesa e coerente».
Due i risultati: uno tecnico, fatto di dati, carte e documenti utili alla redazione del piano, e uno narrativo, “volto a restituire una dimensione umana e visiva del percorso
Un piano per una città dinamica, inclusiva e sostenibile
Per l’assessore all’Urbanistica, Paolo Mazzoleni, il Prg arriva in un momento chiave: «Torino è oggi destinataria di una mole di investimenti incredibile: pensiamo alla nuova linea metropolitana, al Pnrr, a fondi europei e ai capitali privati. Tutto questo deve essere potenziato e messo a sistema da un piano regolatore. Oggi più che mai quel piano ci serve».
Il piano del 1995 «non aveva dentro nemmeno la linea 1 della metro», ha ricordato Mazzoleni. «Era disegnato sulla carta, ma non conosceva gli investimenti che stiamo facendo oggi». Mazzoleni ha sintetizzato la visione in otto linee guida: innovazione e formazione, infrastrutture e mobilità, riuso e rigenerazione del patrimonio, quartieri e comunità, abitare e inclusività, cultura e tempo libero, sostenibilità e resilienza, patrimonio naturale e verde urbano.
E aggiunge con una punta d’ironia: «Abbiamo inventato uno strumento, le figure di ricomposizione urbana con un acronimo – Fru appunto – che mi piace perché suona più divertente dei soliti termini urbanistici. Serviranno a guidare la trasformazione delle grandi aree, del tessuto e dell’investimento pubblico».
Dietro le quinte 70 professionisti: metà donne, età media sotto i 40 anni
A entrare nel dettaglio del lavoro dietro il piano è Daniela Cevrero, dirigente del servizio Nuovo piano regolatore: «Per raggiungere l’obiettivo sfidante che ci ha posto il sindaco è stato ovviamente necessario mettere in piedi una macchina eccezionale. In questo momento stanno lavorando al piano circa 70 persone, più della metà sono donne e con un’età media sotto i 40 anni».
Non solo dipendenti comunali, ma anche «esperti di Torino e di tutta Italia, che ci hanno permesso – ha precisato Cevrero – di mettere a sistema un bagaglio di competenze piuttosto ricco e variegato». Il cuore operativo è il Dipartimento urbanistica ed edilizia privata, ma tutti i dipartimenti cittadini partecipano al lavoro, con contributi fondamentali di Urban Lab, Bloomberg associates, Infra.To e il Politecnico di Torino. Quest’ultimo fornisce un contributo scientifico attraverso una convenzione con il dipartimento d’IST, non solo con docenti ma anche con tirocinanti e dottorandi che lavorano presso i nostri uffici.
Un percorso lungo ma necessario
Emanuela Canevaro, direttrice del Dipartimento Urbanistica ed edilizia privata, ha quindi spiegato il cronoprogramma: «L’obiettivo che ci è stato assegnato è consegnare alla Giunta comunale il progetto preliminare del nuovo piano regolatore entro quest’anno. Poi inizieranno i lavori delle commissioni consigliari per arrivare all’adozione del progetto in Consiglio comunale: penso nei primi mesi dell’anno nuovo».
Seguiranno la fase di pubblicazione e l’evidenza pubblica, nell’ambito della quale chiunque potrà esprimere le proprie osservazioni. Un percorso lungo, ma strategico: «Il lavoro è impegnativo – ha detto Canevaro – ma siamo attrezzati per svolgerlo nel modo migliore. La scelta di affrontare la revisione generale nell’ambito del contesto normativo piemontese è coraggiosa». E conclude con un accento umano: «Aver mantenuto il team di progetto all’interno della struttura tecnica contribuirà a una crescita professionale elevatissima di tutto il personale che ha avuto l’onere, ma anche l’onore, di partecipare dopo 30 anni alla nuova stesura del piano regolatore».
In copertina: Torino © Adobe Stock

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