12-05-2023 Chiara Brivio 3 minuti

A Seoul si parla anche italiano. Completato il citywalk di Modostudio

Un'opera da 31 milioni di euro per un quartiere storico che vuole evitare la gentrificazione

Oltre un chilometro di recupero delle antiche passerelle sopraelevate nel centro di Seoul, adiacenti all’edificio di Sewoonsangga e vicino al tempio di Jongmyo, patrimonio Unesco. Un progetto firmato dai romani di Modostudio, vincitori di un concorso internazionale a inviti indetto dall’amministrazione comunale sudcoreana nel 2017 e giunto recentemente a compimento dopo alcuni rallentamenti dovuti alla pandemia. Un’opera da 31 milioni di euro.


Lavoro che si inserisce in un più ampio intervento di recupero della rete di piattaforme di interconnessione urbana risalenti agli anni ’60 e ’70, parzialmente interrotto da demolizioni avviate negli anni ’80.


E ora simbolo di un quartiere iconico, quello di Sewoon – da sempre caratterizzato da attività artigianali, e che non vuole cedere alla gentrificazione.

«Siamo stati invitati a partecipare a questa competizione con la segnalazione di un professore dell’Università di Seoul – racconta Giorgio Martocchia, partner di Modostudio insieme a Fabio Cibinel e Roberto Laurenti –. Con noi c’erano anche studi spagnoli, olandesi e coreani. Il processo è stato molto rapido, solo dopo alcuni giorni abbiamo saputo della vittoria e nel giro di due settimane abbiamo organizzato il team (con i local di Tomoon Architects & Engineers) e firmato il contratto».

«L’idea era quella di preservare questo complesso di epoca modernista-brutalista – continua il progettista – in quanto attrattore di tutta l’area. Ma il nostro intervento di recupero si inserisce in uno studio più ampio di tutta Seoul (di cui fa parte anche il progetto Seullo7017 degli olandesi di Mvrdv), promosso dalla stessa amministrazione comunale, e che si focalizza sui tre livelli della città: underground, superground e ground». Lo scopo di questo grande progetto di recupero è quello di riconnettere e realizzare una rete continua, una vera e propria infrastruttura pedonale urbana che coinvolge due dei tre livelli – superground e ground –, che nell’intervento di Modostudio si concretizza nella creazione di spazi pubblici che si sviluppano intorno al complesso edilizio di Sewoonsangga, intervallati da spazi verdi, di sosta e aree commerciali, realizzando così una “open city platform”, in cui sono gli stessi cittadini a essere coinvolti diventando parte attiva di questa trasformazione urbana.

Un paese «maturo dal punto di vista culturale e dell’architettura», definisce Martocchia la Corea del Sud, dove il suo studio ha poi avuto modo ancora di collaborare, come spiega lui stesso: «Dopo la vittoria del concorso per Sewoon, l’amministrazione di Seoul ci ha invitato a sottoporre una proposta di progetto per un’area nel centro della capitale, in particolare l’area di Dongdaemun, sempre relativa al tema dei tre livelli, che poi è diventato una mostra. E poi abbiamo partecipato a un altro concorso, questa volta aperto, per il nuovo comune di Goyang, dove siamo entrati nella short list in cui c’erano cinque studi selezionati».

Ma quanto conta l’estero per questo studio capitolino fondato nel 2006, e che oggi può contare su una struttura snella ma dinamica – 3 soci e 4 collaboratori? «Lavoriamo molto in Italia – dice l’architetto – e negli ultimi anni, soprattutto con il Pnrr, le tante possibilità che ci sono almeno a livello di progettazione ci hanno fatto recuperare un po’ di fiducia. All’estero non stiamo lavorando in questo momento, anche se ci piacerebbe, perché sono mercati meno impegnativi di quello italiano». «Per quanto possibile partecipiamo ai concorsi – aggiunge Martocchia – e, se da una parte relazionarsi con le diverse stazioni appaltanti pubbliche non è sempre facile e forse la modalità che va dal concorso al cantiere potrebbe essere migliorata, penso che la qualità del processo delle competizioni italiane possa rappresentare un esempio anche per l’estero». Sono infatti frutto della vittoria di concorsi due degli ultimi progetti dello studio, oggi in fase di cantiere: la nuova Cittadella giudiziaria di Catania e l’Area archeologica di Aosta, denominata ‘Aosta Est’.

«Prendere parte alle competizioni ci ha permesso di portare avanti progetti interessanti anche durante il Covid» conclude l’architetto. E per il futuro? Si attende l’esito di altri concorsi.

In copertina: il citywalk di Modostudio a Seoul @JongOh Kim

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Chiara Brivio
Articoli Correlati
  • Ingegneri e architetti: “Con l’ultima stretta sul Superbonus addio ricostruzione post-sisma”

  • Come attuare la direttiva case green?

  • Lap Architettura, dal sisma de L’Aquila alla progettazione partecipata

  • Donne e architettura, tra pregiudizi e conquiste