Reporting da Platform Real Estate
- Gli highlight della maratona Platform Real Estate: abitare, infrastrutture, capitale domestico, città medie e la sfida delle regole
La rigenerazione urbana come politica nazionale, sostenuta da una riforma normativa e da partnership pubblico-private stabili. L’Esg come driver condiviso, basato su dati, parametri e investimenti industriali. L’abitare come emergenza sociale ma anche come prima frontiera del mercato, da affrontare con piani integrati, capitale domestico, politiche fiscali e innovazione di prodotto. Questi, in sintesi, i grandi temi che hanno guidato la due giorni di Platform Real Estate 2025, un’inchiesta giornalistica “live” ideata da Platform e co-prodotta e guidata da PPAN, volta a restituire un quadro su settore in profonda trasformazione, chiamato a contribuire alla crescita delle città non solo come generatore di valore economico, ma come integratore di sistemi sociali, ambientali, tecnologici e urbani.

- Partenariato pubblico-privato e cabina di regia unica: una nuova stagione per l’immobiliare post Pnrr
A valle di un 2025 segnato dalla battuta d’arresto di Milano, locomotiva del settore negli ultimi anni, il real estate italiano si interroga sul proprio futuro, alla luce della conclusione del Pnrr e di una nuova stagione di politiche urbane.
Da qui prende avvio la nuova edizione di Platform Real Estate, organizzata da Platform e PPAN presso l’Auditorium del MAXXI di Roma, che ha riunito in due giornate i protagonisti della filiera — investitori, sviluppatori, asset manager, rappresentanti istituzionali, progettisti, consulenti e imprese — in un confronto a tutto campo sul futuro del settore.Una fase di profonda transizione che impone nuove forme di partenariato pubblico-privato, guidate da politiche lungimiranti e da un quadro chiaro di tempi e regole. Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, ha aperto i lavori con un messaggio chiaro: «È evidente che ciò che è accaduto a Milano ha lasciato un segno sull’intero Paese. Alcuni interventi, talvolta già conclusi, sono stati rimessi in discussione: il punto di fondo è che viene meno la certezza. E se viene meno a Milano, l’onda lunga può colpire la reputation di tutto il sistema.

- La valorizzazione del patrimonio pubblico al test Nzeb. Per la sottosegretaria Albano (Mef): «Tracciare la strada per un nuovo “abitare”». L’esempio della Strategia di adattamento climatico di Roma Capitale
«La centralità delle città medie è il filo conduttore», ha affermato Lucia Albano, sottosegretaria al Mef, nel corso di Platform Real Estate a Roma, due giornate di confronto organizzate da Platform e PPAN con istituzioni, investitori, sviluppatori e progettisti. Il tema dell’abitare, strettamente legato al futuro delle città, «sta diventando sempre più strutturale e non più emergenziale».
Albano ha ricordato il ruolo della cabina di regia per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, «un risultato importante che ha riunito tutti gli attori della filiera». I dati, come sottolinea Albano, «sono fondamentali per costruire una visione del patrimonio come leva di sviluppo». Ma serve una politica dell’abitare che torni a essere centrale, capace di integrare la casa con i servizi per la vita quotidiana. «Dal 2015 al 2023 il costo delle case è aumentato del 48%, con una crisi che coinvolge un milione e mezzo di persone — giovani, anziani e famiglie monoparentali. Bisogna riportare l’abitare nella quotidianità, con una visione economica, politica e sociale».

- Dai servizi al mondo cooperativo, l’Italia deve trasformare l’innovazione in filiera. Tironi (Lumi): non perdere gli sviluppatori italiani. Maggioni: la città non è un hedge fund.
Tra cooperazione e fondi, l’Italia del real estate si trova davanti a una nuova sfida: costruire modelli scalabili e regole chiare e uniformi per l’abitare, in tutte le sue declinazioni (dal residenziale convenzionato alle forme ibride di student housing e senior living, fino ai grandi processi di rigenerazione urbana).
È da questa esigenza che ha preso abbrivio l’edizione di Platform Real Estate 2025, organizzata da Platform e PPAN all’Auditorium del MAXXI di Roma, dove per due giornate si sono confrontati i protagonisti della filiera: investitori, sviluppatori, asset manager, rappresentanti istituzionali, progettisti, consulenti e imprese. Un dialogo serrato, moderato da Paola Pierotti, giornalista di PPAN, che ha messo al centro uno dei nodi centrali del settore: innovare l’abitare in Italia, il che significa cucire capitali, progetti e comunità.
Secondo Mirko Tironi, partner di Lumi, c’è un “prima e un dopo” nel residenziale italiano. E la linea di frattura è netta: «il mercato dopo gli anni 2004–2012 – ricorda Tironi – si blocca» per poi ripartire nel 2015 con una domanda di sostituzione e una spinta all’innovazione «che nel real estate non era mai stata un elemento rilevante». Il punto, oggi, è trasformare quell’innovazione in una filiera.

- Presentato il primo Rapporto della Community promossa da Teha Group e un nuovo Index per orientare investimenti. La provocazione di Mazzocco (Generali RE): «Un Ministero dedicato»
La presentazione del primo Rapporto Strategico della Community Rigenerazione Urbana promossa da Teha, evidenzia un potenziale economico di oltre 1.600 miliardi legato ai 320 milioni di mq da riqualificare entro il 2050.
Istituzioni, investitori e operatori chiedono una governance nazionale chiara – con la proposta di un Ministero dedicato – per attrarre capitali, soprattutto nelle aree meno attrattive del Paese. La rigenerazione viene descritta come un processo lungo e sistemico, non un intervento emergenziale: deve integrare dimensione economica, sociale e ambientale, coinvolgendo pubblico, privato ed economia sociale.
Al centro, il tema dell’affordable housing, della collaborazione strutturata tra attori e della necessità di regole certe per trasformare la rigenerazione in una vera politica industriale dei territori.











