Ad Aarhus un laboratorio vivente di architettura, per un apprendimento sperimentale

13-10-2021 Chiara Brivio 3 minuti

Lo studio Adept firma la nuova Scuola di architettura della città danese

È stata presentata in questi giorni la nuova sede della Scuola di architettura di Aarhus, in Danimarca, firmata dallo studio Adept. Un sito da 12.500 mq, con 2.500 potenzialmente integrativi, ricavato all’interno di un ex scalo ferroviario e progettato con l’intento di essere un incubatore: un laboratorio di apprendimento e un luogo dove attivare sinergie, anche non pianificate, tra gli studenti.

Un intento didattico che si riflette anche nella scelta dell’essenzialità delle soluzioni architettoniche adottate – come quelle di lasciare materiali e impianti originali a vista – che tuttavia non sono mai lasciate al caso, ma hanno lo scopo di comunicare anche visivamente le varie componenti un edificio. Allo stesso tempo, gli spazi sono stati organizzati in modo da adattarsi alle esigenze della committenza, che richiedeva solidità e soprattutto funzionalità.


Sostenibilità è un’altra parola chiave di questo intervento dello studio con base a Copenhagen, che ha scelto il cemento come materiale per gli spazi più ampi, cercando, in sinergia con l’impresa produttrice, di diminuirne il più possibile l’utilizzo nel processo di costruzione e di massimizzare l’utilizzo di materiale riciclato, mirando a raggiungere una produzione a rifiuti zero.


Inoltre, la stessa rosa dei materiali utilizzati è stata ridotta al minimo, favorendo la produzione locale e le catene di trasporto laddove permesso. Riciclato anche il legno utilizzato per i pavimenti e per la libreria che si articola su diversi piani, e che viene dagli scarti della produzione di serramenti. Ecco che a livello energetico, grazie alle soluzioni adottate, l’edificio consumerà fino al 50% in meno dei siti originari su cui si erge.

Nuova scuola di architettura, Aarhus, studio Adept. ©R. Hjortshoj

“La nuova Scuola di architettura di Aarhus – spiega Martin Krogh, partner di Adept – unisce 10 diversi siti in un unico edificio. Il nostro sogno era quello di realizzare una struttura robusta, un laboratorio vivente di architettura. Il design scelto – continua – permette agli spazi interni ed esterni di fondersi, non solo attraverso le trasparenze, ma anche facendo riflettere su dove finisce la scuola e dove inizia la città. Significa – conclude – che sia l’ambiente urbano circostante, sia le attività curricolari, contribuiranno a dare forma all’edificio del futuro”.  


Ed è proprio la sperimentazione ad essere alla base del progetto, con i tutor che potranno testare nuove metodologie di insegnamento in un contesto che esso stesso è di apprendimento.


Prediligendo vetrate e trasparenze, i progettisti hanno permesso che le attività didattiche potessero essere seguite anche da fuori, oltre che favorire la collaborazione degli studenti all’interno.

Un intervento con un budget da oltre 38 milioni di euro, che ha visto coinvolti diversi partner sia nella parte di concept che di realizzazione, oltre che la cittadinanza stessa, in un processo di co-creazione che “segna una nuova strada nella collaborazione cross-disciplinare nell’industria delle costruzioni”.

In copertina: nuova scuola di architettura, Aarhus, studio Adept. ©R. Hjortshoj

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Chiara Brivio
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