02-08-2022 Paola Pierotti 2 minuti

Boeri per Roma: al lavoro giovani scelti con bando pubblico

Intervista esclusiva a thebrief. L’architetto milanese spiega il suo progetto

Il mio lavoro assomiglia a quello di un capo-redattore più che di un inventore, anche se qualche idea ogni tanto mi accade di averla.
Stefano Boeri

Il mio impegno sarà innanzitutto quello di raccogliere idee, progetti e visioni di chi Roma la conosce, la studia, la progetta da anni. E poi – per questo ho proposto un laboratorio – di lavorare con un gruppo di giovani architetti selezionati con un bando pubblico, che saranno il vero patrimonio culturale di questo progetto. Coinvolgere intelligenze e lavorare con i giovani è esattamente quello che so fare – e ho fatto in altre città del mondo –. Ringrazio in anticipo tutt* coloro che – a Roma, in Italia, in Europa, ovunque nel pianeta – saranno disponibili». Così Stefano Boeri interviene sulle pagine social di PPAN per ribadire il suo impegno con il Comune di Roma nell’ambito del Laboratorio Roma050.

«Sono stato chiamato dal sindaco Roberto Gualtieri per aiutare a ragionare su come costruire una visione del futuro. E invece di coinvolgere qualche altro architetto internazionale o limitarmi a un incarico personale ho deciso e proposto di attivare un laboratorio che abbia come primo obiettivo quello di mettersi a disposizione di tutte le voci, raccogliere i contenuti di studiosi e progettisti locali e non, fare tesoro di competenze che non hanno a che fare con la sola architettura». Boeri racconta meglio a thebrief, cosa ha in mente di fare per Roma.

Si partirà a settembre con un incontro che presenterà il progetto agli Ordini, poi sono previsti tre appuntamenti dedicati ad altrettanti punti di vista con cui guardare la città, ci saranno incontri con le università, le scuole e i più piccoli. Boeri, ricordando il suo impegno da direttore di Domus e quello attuale da presidente della Triennale spiega «quello che so fare è raccolgiere le idee, selezionarne le migliori e farle crescere con i giovani, faccio così nel mio studio. Il mio lavoro assomiglia a quello di un capo-redattore più che di un inventore, anche se qualche idea ogni tanto mi accade di averla».

© Stefano Boeri

Stefano Boeri milanese, ma con un’influenza internazionale, racconta le sue collaborazioni, anche istituzionali, nel pianeta architettura: «sei anni fa ho lavorato per una visione del futuro con l'amministrazione di San Paolo del Brasile, a Ginevra sono stato chiamato con altri architetti per lavorare sui temi della metropoli e della transizione ecologica – racconta lo stesso Boeri – a Shanghai, a Milano, in altre parti del mondo, ho lavorato per l’amministrazione insieme al mio Laboratorio sul futuro delle città. Sono presidente della Fondazione per il Futuro della città, che fa capo alla presidenza del Consiglio dei ministri e include anche i ministeri della Transizione ecologica e dello Sviluppo economico, nata con l’obiettivo di promuovere il progresso della ricerca e dell’alta formazione e di individuare gli strumenti per rendere più sostenibili dal punto di vista ambientale le nostre città». Lungo l’elenco di esperienze che Boeri porta in dote. «Non ho nessuna intenzione di mettermi seduto da solo ad un tavolo per elaborare il futuro di Roma, non lo saprei fare, ho dato la mia adesione perché l’esito sia il prodotto di un’intelligenza collettiva. Un’occasione – spiega – anche per far crescere un gruppo di giovani architetti romani che saranno la vera eredità culturale di questo progetto».

In copertina: Stefano Boeri

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Paola Pierotti
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