Cinque anni di investimenti, ecco come l’Agenzia del Demanio ha sposato il Bim

24-03-2021 Paola Pierotti 3 minuti

Oltre 100 gare BIM in due anni, digitalizzazione partita per 1.800 fabbricati e una piattaforma di proprietà

Negli anni Agenzia del Demanio ha affinato il processo e investito molto con l’obiettivo di raccogliere tutte le informazioni necessarie alla gestione, manutenzione e valorizzazione del patrimonio, creando per ciascun immobile gestito un cosiddetto “Fascicolo Digitale”

In due anni (da novembre 2018 a dicembre 2020) 110 gare in BIM per un valore di oltre 200 milioni di euro. Avviato il processo di digitalizzazione per 1.800 fabbricati. Cinque anni di lavoro sul tema, puntando sulla costruzione del Fascicolo digitale degli edifici, e nel 2020 all'interno dell'Agenzia è stato istituito anche il Nucleo Opere Digitali (NOD), una struttura trasversale che ha la responsabilità della gestione del processo BIM e del coordinamento dei referenti territoriali. Questo il bilancio dell’Agenzia del Demanio che ha avviato ormai da anni la sperimentazione delle procedure digitali, che consentono una conoscenza tecnica dei beni, non più basata su soli dati amministrativi, ma anche sulle caratteristiche geometriche e funzionali, oltre che tecnologiche-prestazionali degli elementi edilizi, comprese le tecniche del materiale da costruzione impiegate nei vari interventi effettuati nel tempo sull'immobile. Un impegno quello dell’Agenzia del Demanio riconosciuto anche nell’ultima edizione del premio BIM&DIGITAL Award 2020, per la categoria PA.

Ex stabilimento Polo Zecca dello Stato a Roma. Immagine tratta da agenziademanio.it	L’Agenzia ha iniziato il suo percorso già nel 2017 coinvolgendo alcuni atenei, da Roma a Milano, su casi pilota come la Certosa di Pavia o il Palazzo di Giustizia della città e Villa Mirabellino a Monza.

Via via negli anni ha affinato il processo, e investito molto con l’obiettivo di raccogliere “tutte le informazioni necessarie alla gestione, manutenzione e valorizzazione del patrimonio, creando per ciascun immobile gestito – dicono dall’Agenzia – un cosiddetto Fascicolo Digitale”, una raccolta strutturata di dati e modelli tridimensionali, totalmente dematerializzata, che tramite geolocalizzazione, andrà a costituire il Patrimonio Digitale dell’Ente”.

Palazzo Buontalenti a Firenze. Immagine tratta da agenziademanio.it
Un esempio di fascicolo digitale di un bene di pregio è stato fatto ad esempio per la Villa Favorita ad Ercolano: si tratta di un insieme strutturato di dati tecnici e amministrativi creato grazie all’applicazione del metodo BIM, che associa quindi alla rappresentazione tridimensionale del bene, tutte le sue caratteristiche geometriche e dimensionali, i parametri relativi ai sistemi tecnologici, ai materiali da costruzione, nonché alle prestazione energetiche e strutturali rilevate grazie ad indagini specifiche.

Anche come stazione appaltante, l’Agenzia ha scelto la metodologia BIM per migliorare la qualità in fase di progettazione ed esecuzione dei servizi e dei lavori, assicurando trasparenza e riducendo tempi e costi di realizzazione. Un’area specifica del sito web è dedicata alle sole gare BIM.


Da cinque anni, in anticipo rispetto all’obbligo normativo, si è lavorato quindi con l’obiettivo di ottimizzare parallelamente due processi: quello di conoscenza degli immobili gestiti, che permetterà di prendere decisioni informate; e quello di espletamento e verifica dei servizi, che permetterà di ridurre gli sprechi in termini di tempi e costi.


“Nell'implementazione della metodologia BIM – si legge in una nota dell'Agenzia – il Demanio si avvale di strumenti specifici, a partire da un Corpus Documentale composto da linee guida aziendali, linee guida tecniche per la produzione informativa e documenti di gara BIM. Al fine di ottenere informazioni consistenti, fruibili e aggiornabili durante le diverse fasi di vita del bene, l’Agenzia ha infatti definito regole e procedure standard, contenute in specifici documenti di gara e in guide tecniche per gli operatori economici vincitori degli appalti, con un’ottica e semantica volta all’interoperabilità e all'Open BIM”.

Il processo di gestione informativa degli appalti dell’Agenzia del Demanio è strutturato in cinque macro-fasi: la programmazione, la fase di gara, l’attivazione del servizio, lo svolgimento e la chiusura del servizio (che comprende la verifica e validazione del servizio tramite strumenti software specifici). Si chiama UpDATe la piattaforma AcDAT di proprietà dell’Agenzia, a supporto del processo BIM, che permette la condivisione delle informazioni, di dati e documenti digitali sull’immobile tra i diversi operatori, esterni ed interni, coinvolti negli appalti e nei processi di intervento sugli immobili. Ecco che attraverso questo sistema gli operatori economici, il responsabile BIM di processo e i suoi collaboratori, ma anche il responsabile della verifica e suoi collaboratori potranno accedere alla piattaforma attraverso Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi) ed in futuro anche con la CIE (Carta di Identità Elettronica).

In copertina: Villa Favorita a Ercolano. Immagine tratta da agenziademanio.it 

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Paola Pierotti
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