23-05-2022 Fabrizio Di Ernesto 2 minuti

Città e cittadinanza secondo Patrick Geddes

La Civics è la scienza da applicare alla trasformazione dell’ambiente abitato fondato sull’azione di chi ci vive

Essere cittadini oggi significa non solo limitarsi a guardare, o al più vigilare, il funzionamento della città, ma assumere un atteggiamento attivo e consapevole nell’evoluzione concreta del patrimonio che ogni generazione lascia a quelle successive. Proprio su questi presupposti si sviluppa il pensiero di Patrick Geddes che, precorrendo i tempi di circa un secolo, è arrivato a definire una disciplina che architetti, urbanisti e ambientalisti tuttora studiano: Civics, la scienza da applicare alla trasformazione dell’ambiente abitato, fondata sull’azione dei suoi cittadini. Una tecnica che cerca di illustrare e far capire a tutti le regole dell’architettura.

Il volume di Leonardo Ciacci, docente presso la Iuav di Venezia, “La città è vostra. Patrick Geddes: l’educazione alla cittadinanza” è stato al centro del webinar organizzato da Urbanpromo che oltre all’autore ha visto la partecipazione di Giovanni Laino, dell’università di Napoli Federico II, Giulio Ernesti dello Iuav di Venezia, e Alessandro Guida e Viviana Rubbo fondatori dell’osservatorio indipendente “paesaggisensibili.org” e coordinato da Giulia Fini, direttrice di Planum. The Journal of urbanism.

Partendo dalla figura dello scienziato, attivista e filosofo scozzese, è stato analizzato nel dettaglio il concetto di cittadinanza che in seguito ai mutamenti degli ultimi anni deve essere legato all’assunzione di responsabilità rispetto agli altri ed al tessuto urbano.


Geddes è stato un anticipatore di rilavanti temi urbani. Ha sperimentato nuove tecniche dell'ambiente costruito.


«Anticipatore di rilevanti temi urbanistici, sperimentando nuove tecniche per l’ambiente costruito. Il tutto con l’intento di coinvolgere i cittadini nella trasformazione dell’abitato». Così Giulia Fini ricorda Geddes. La bravura del pensatore scozzese è stata proprio quella di anticipare quelli che poi sarebbero diventati i temi rilevanti nella gestione urbana, uscendo dagli schemi e sperimentando con successo tecniche e strumenti di comprensione e azione con l’obiettivo di coinvolgere i cittadini nella conoscenza e trasformazione dell’ambiente abitato, coniugando conoscenza, cooperazione e responsabilità.

Nella sua carriera, Geddes è stato un innovatore, come ricordato da Ernesti che ha fatto riferimento alla sezione di Valle tramite il quale si usa descrivere le complesse interazioni tra biogeografia, geomorfologia e sistemi antropici perché: «anche quelle attività che sembrano naturali come la caccia o la pesca sono comunque collegate a determinate geografie fisiche che incidono sull’insediamento urbano».

Guida e Rubbo, in tema di paesaggi, hanno invece ricordato l’esperienza della Outlook tower, una torre acquistata dal filosofo in cui organizzò le prime mostre su temi geografici proiettando con la camera oscura, su un grande schermo, le immagini in movimento della città segno della sua «volontà di farsi interprete del cambiamento».

Oggi che la comunicazione è più diffusa e i cambiamenti sono più veloci gli insegnamenti di Geddes utilizzati con il metro del presente possono facilitare il compito di urbanisti ed architetti in grado di interpretare le complessità del presente (i linguaggi, i luoghi, le situazioni) e produrre occasioni in cui dialogare con i “non esperti”, creando relazioni là dove i linguaggi possono essere ostacolo alla condivisione, all’assunzione di responsabilità e all’esercizio della critica consapevole.

In copertina: il volume di L. Ciacci "La città è vostra. Patrick Geddes: l’educazione alla cittadinanza" saggi Iuav.

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Fabrizio Di Ernesto
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