18-03-2021 Francesca Fradelloni 3 minuti

Dalle città (con nuovi spazi comuni) riparte la progettualità per uno sviluppo sostenibile

Osservatorio Bocconi e Urban@it. I centri urbani attori chiave per l’implementazione di politiche per il clima

Il cambiamento climatico e la crisi determinata dalla diffusione del virus Covid-19 hanno fatto uscire il dibattito sulla sostenibilità dalla ristretta cerchia degli addetti ai lavori, per farne un argomento all'attenzione di un'opinione pubblica sempre più ampia.

Le città potranno tornare presto centrali nella nostra società? Per molti urbanisti ed esperti, come e più di prima della pandemia: a patto che si punti su spazi comuni nuovi, migliorando anche modelli sostenibili che si stanno affacciando nei nostri centri urbani. 
E le città sono considerate attori chiave per l’implementazione di politiche per lo sviluppo sostenibile ed il clima. O meglio le amministrazioni cittadine sono il fulcro di questo ragionamento sul futuro: a livello urbano si possono adottare strumenti e politiche innovative per aumentare la resilienza alle sfide poste dai cambiamenti climatici, dalla pandemia, dalla crisi economica e sociale in corso. Attraverso il contributo anche di studi e ricerche. 


Per gli autori del VI Rapporto sulle città di Urban@it, di recente pubblicazione, il confronto con i rappresentanti di enti locali e di ricerca impegnati sul tema, sono le uniche le prospettive e le sfide necessarie per costruire città più resilienti. 


«Innanzitutto – interviene Edoardo Croci, coordinatore dell’Osservatorio Smart City dell’Università Bocconi – bisognerebbe basare le politiche sui dati e avere politiche integrate con piani strategici. L’altro aspetto delle politiche urbane è quello della governance multilivello. È un tema chiave: dal Comune al Governo, le amministrazioni devono essere allineate con un solo obiettivo: la salute dei centri urbani e dei cittadini».

Nicola Martinelli (Politecnico di Bari), Edoardo Croci (Università Bocconi), Maria Valeria Mininni (Università della Basilicata) sono i docenti che hanno curato il Rapporto. Sono partiti dai quesiti chiave: quali politiche e strumenti hanno a disposizione le città, quali quelli che usano e utilizzano?
«Il rapporto è diviso in tre parti – spiega Nicola Martinelli – La prima parte riguarda le politiche urbane alla prova degli Sdgs: si propone di fare il punto sulle esperienze di localizzazione degli obiettivi dell'Agenda ONU 2030 a livello urbano, sia in Italia che a livello internazionale. La seconda parte, la resilienza urbana, i cambiamenti climatici e i rischi ambientali: prendono in esame le dimensioni energetiche e ambientali dell'Agenda. Infine, i cambiamenti climatici e le dissimetrie sociali sullo sfondo della crisi del welfare urbano: si prendono in esame le dimensioni sociali e quelle legate al paesaggio e all'alimentazione».
Il cambiamento climatico e la crisi determinata dalla diffusione del virus Covid-19 hanno fatto uscire il dibattito sulla sostenibilità dalla ristretta cerchia degli addetti ai lavori, per farne un argomento all'attenzione di un'opinione pubblica sempre più ampia. Molti ormai si rendono conto che non bisogna tornare a come eravamo prima della pandemia, con il rischio di ricreare le cause che l'hanno generata a partire dalla distruzione degli habitat naturali, ma occorre cambiare il nostro modello di sviluppo nell'unica direzione possibile, quella dello sviluppo sostenibile. «Anche l'Europa ha fissato alcune priorità – transizione energetica, trasformazione digitale, inclusione sociale – per le quali le città sono fondamentali», puntualizza Maria Valeria Mininni. 


Nell'introduzione dei curatori sono contenute le proposte per sviluppare le esperienze di Agende locali a partire dalle Agende metropolitane per lo sviluppo sostenibile, in corso di elaborazione col sostegno del ministero dell'Ambiente.


«Il punto non è la “fuga dalle città” come risposta alla pandemia, e pur credendo di dover invertire la tendenza all’abbandono degli antichi borghi, riteniamo che dalle città dovrà ripartire la progettualità per uno sviluppo sostenibile», spiega Martinelli. 
Urban@it è il Centro studi nazionale per le politiche urbane costituito nel dicembre 2014 con sede a Bologna, promosso da 15 importanti università italiane e dalla Società Italiana degli Urbanisti. Il centro aspira ad essere una piattaforma, che tende a stabilire un rapporto forte e di reciproca alimentazione tra il mondo della ricerca, le istituzioni, il mondo produttivo e finanziario, la cittadinanza attiva attorno al tema delle politiche per le città. Quattro gruppi di lavoro di altrettante università che lavorano da mesi con 4 grandi città metropolitane – Bari, Bologna, Milano e Roma – questo il piano di lavoro che muove il Rapporto. Un aiuto alle strutture organizzative di queste metropoli, che hanno ottenuto dal ministero dell’Ambiente delle risorse specifiche per incrociare le previsioni dei loro Piani strategici con i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 ottenendo così, anche attraverso un forte processo partecipativo con le comunità locali, la costruzione di Agende metropolitane per la sostenibilità.

In copertina: immagine tratta da comune.roma.it

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Francesca Fradelloni
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