22-11-2023 Paola Pierotti 3 minuti

Emergenza casa. La proposta (concreta) di Legacoop Abitanti

Piano pluriennale per 50mila alloggi di edilizia sociale, di cui ne realizza il 10%, con un risparmio di 277 milioni per lo Stato

Cooperare per abitare; parte da qui la proposta di Legacoop Abitanti presentata oggi al governo (alla presenza del ministro alle infrastrutture Matteo Salvini). Tornata al centro del dibattito pubblico e politico dopo decenni di silenzio, con l’emergere di fragilità che rischiano di produrre tensioni sociali, la questione-casa rende urgente la definizione di risposte adeguate, anche per quella fascia di popolazione che, pur non avendo i requisiti per accedere al sostegno pubblico, incontra serie difficoltà a trovare soluzioni abitative alle condizioni di mercato. Una proposta di contenuto, e che metta il “sociale” al primo posto, «uscendo dalla polarizzazione pubblico e privato, poveri e mercato» sintetizza Fabio Bastianelli, presidente di Finabita. La logica è quella del partenariato e della co-progettazione tra pubblico e privato rilanciata da più voci in questi giorni, dallo stesso ministro Salvini  agli interventi all’ultima assemblea annuale di Assoimmobiliare.

«La crisi abitativa che stiamo vivendo e che interessa anche la classe media – sottolinea Rossana Zaccaria, Presidente di Legacoop Abitanti – ci obbliga a ripensare un nuovo modello di offerta di case che, sostenuto anche da risorse pubbliche, vede Legacoop come un soggetto attivo e propositivo. Una proposta pensata all’interno del quadro normativo europeo che adotti appieno il concetto di Servizio di Interesse Economico Generale (SIEG) per l’offerta di alloggi a condizioni di vantaggio rispetto ai valori di mercato».

La proposta. Un piano pluriennale per la realizzazione complessiva di 50mila alloggi di edilizia residenziale sociale, da assegnare a canoni ridotti del 30% rispetto a quelli di mercato, candidandosi a realizzarne il 10% (5.000 alloggi) in una logica di partenariato e di coprogettazione pubblico-privato che consentirebbe allo Stato di risparmiare complessivamente 277 milioni di euro, liberando così risorse per l’edilizia residenziale pubblica destinata alle persone più disagiate.

«Avanziamo al Governo – evidenzia Simone Gamberini, presidente di Legacoop – una proposta concreta per rispondere al bisogno di casa, attraverso un innovativo patto pubblico-privato. Una partnership sostenibile e in grado di attrarre nuovi investimenti. Legacoop si candida a essere il soggetto che può dare una risposta ad una parte importante della domanda di casa».


Lo schema finanziario innovativo prospettato nella proposta di partnership può attrarre anche risorse finanziarie già esistenti


ad esempio quelle della Banca Europea degli Investimenti o della Banca del Consiglio d’Europa, che altri paesi utilizzano efficacemente scommettendo su soggetti attuatori non speculativi e puntando sulla cooperazione di abitanti come uno dei protagonisti di questa strategia.

Il tema è quello della casa come servizio e l’auspicio è che il contributo pubblico sia aggiuntivo alle risorse proprie, per dare risposte quantitativamente superiori a quelle ottenibili con il solo utilizzo delle risorse pubbliche.

L’obiettivo del Piano di Edilizia Residenziale Sociale proposto da Legacoop Abitanti è quello di realizzare


alloggi in locazione attraverso il recupero di immobili esistenti o la costruzione di nuovi con interventi di rigenerazione urbana


e quindi senza consumo di suolo, per dare una risposta a quella parte di popolazione che non riesce ad accedere alle proibitive condizioni del mercato immobiliare ma che non è tutelata dalle azioni dei soggetti pubblici.

Ancora, nella logica di partenariato pubblico-privato, il sostegno dello Stato potrà attuarsi direttamente attraverso la cessione di grandi aree dismesse di proprietà pubblica o di soggetti statali (Cassa Depositi e Prestiti, Demanio, Invimit, Ferrovie dello Stato) a valori sostenibili; contributi in conto capitale e in conto interesse; agevolazioni ed esenzioni totali e/o parziali tributarie e fiscali. Inoltre, lo Stato può intervenire attraverso la concessione di garanzie di ultima istanza che favorirebbero in modo sensibile il costo e l’accesso alla finanza privata, valorizzando il ruolo dei soggetti della finanza di impatto disponibili a sostenere investimenti di lungo periodo con redditività certe e limitate, su progetti innovativi ad alto impatto sociale. Infine, si potrebbero prevedere delle modalità di cessione garantita a soggetti istituzionali dei crediti fiscali derivanti dalle agevolazioni fiscali attivabili dalle realizzazioni degli interventi.

Una partita quella proposta da Legacoop Abitanti dove i soggetti economici, e non solo quelli della finanza, siano attori responsabili e collaborativi, tenendo insieme valore del terzo settore e capitalizzando le risorse pubbliche.

In copertina: ©Legacoop

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Paola Pierotti
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