10-05-2017 1 minuti

Franceschini: L’Italia sia la patria degli eco-musei

Protocollo d’intesa del Mibact con l’Enea per efficientare il patrimonio culturale

Ridurre i consumi energetici dei musei e del patrimonio culturale italiano è fondamentale per valorizzarne la bellezza

Dario Franceschini

Il patrimonio culturale e artistico italiano riconosciuto universalmente per la sua bellezza, deve essere apprezzato anche per la sua efficienza energetica. Con la presentazione della nuova campagna nazionale “Patrimonio culturale in Classe A” definita congiuntamente dall’Enea e dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini annuncia l’intenzione di ridurre la bolletta energetica del Mibact attualmente di 200 milioni di euro, aggiungendo un ulteriore tassello al suo mosaico orientato a valorizzare il patrimonio culturale del Paese.  

“In tre anni gli investimenti del MiBACT – ha dichiarato il Ministro – sono passati da 40 milioni di euro a oltre 2 miliardi di euro. Investire sul patrimonio culturale significa, però, anche intervenire sui costi di gestione riducendo i consumi e, pertanto, è dovere dell’amministrazione centrale – ha proseguito Dario Franceschini – dare il buon esempio anche nel risparmio energetico: in questo senso i musei, dove in alcuni casi le spese energetiche sono il 70% del bilancio, sono un ottimo banco di prova”. 

Con questa campagna nazionale di sensibilizzazione, l’Enea si è confermato principale interlocutore per le Pa che vogliano investire in efficienza energetica. Dopo la pubblicazione di apposite linee guida e la realizzazione di un proprio sistema tecnologico anti-spreco per convertire a led gli impianti di illuminazione, l’Enea sta oggi sollecitando i Comuni con più di 10mila abitanti e le Pa con consumi annui superiori ai 1000 tep a dotarsi di un “responsabile per l’uso razionale dell’energia” o energy manager. Di fatto, con l’articolo 19 della legge 10/91, è stata introdotta una figura professionale specifica che ad oggi non è però presente nel 90% dei Comuni. 

L’auspicio è che questo nuovo protocollo d’intesa sulla conversione del patrimonio culturale, non restando un documento di buone intenzioni, sia di incentivo per invertire la tendenza e rendere il nostro Paese anche la patria degli eco-musei.

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