Grazie a Generali riaprono le Procuratie Vecchie a Venezia

11-04-2022 Fabrizio Di Ernesto 5 minuti

I lavori di recupero, curati da David Chipperfield, valorizzano uno dei capolavori dell’architettura lagunare

Cinque anni dopo l’inizio dei lavori, voluti da Generali e curati dall’architetto David Chipperfield ha riaperto a Venezia il palazzo delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco. L’edificio, uno dei capolavori dell’architettura lagunare del XVI secolo, si estende lungo l’intero lato nord della Piazza, dalla Torre dell’Orologio al Museo Correr e sarà la casa della fondazione The human safety net: l’iniziativa del gruppo assicurativo, attiva a livello mondiale, che ha l’obiettivo di liberare il potenziale delle persone vulnerabili affinché possano migliorare le condizioni di vita delle loro famiglie e delle comunità.

La cerimonia di apertura, svoltasi venerdì 8 aprile, ha celebrato la lunga storia dell’edificio ed il legame di Generali con la città guardando al futuro, ed ha visto la presenza di numerosi ospiti istituzionali, esponenti del mondo della politica e della cultura italiana ed europea tra cui i ministri della Cultura, Dario Franceschini, del Turismo, Massimo Garavaglia, della Pa Renato Brunetta oltre al presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. Presenti anche il sindaco Luigi Brugnaro, il vicesindaco Andrea Tomaello, l’assessore al Turismo Simone Venturini. A fare gli onori di casa il presidente e l’amministratore delegato del gruppo Generali, Gabriele Galateri e Philippe Donnet, insieme a Emma Ursich, Segretario generale di The Human Safety Net.

Per quanto concerne gli interventi effettuati da David Chipperfield Architects Milan, questi – facenti parte di un più ampio restauro riguardante l’intera area Marciana, che ha interessato nel 2019 anche il recupero dei Giardini Reali– hanno visto la riqualificazione del primo e del secondo piano, dove sono collocati gli uffici della Compagnia assicurativa, la riorganizzazione dell’accessibilità e della fruibilità attraverso l’inserimento di una nuova circolazione verticale e il rinnovamento del terzo piano, con accesso pubblico agli spazi espositivi e a quelli di lavoro, ambienti per eventi e l’auditorium che ospiterà simposi internazionali, congressi ed eventi. Nello spazio attorno al quale si sviluppa la scala monumentale delle Procuratie Vecchie è stata posizionata l’installazione monumento di Edoardo Tresoldi. Inoltre sempre all’ultimo livello in uno spazio di co-working troveranno ospitalità i team di The Human Safety Net, le Ong partner, i beneficiari dei programmi e i volontari che potranno incontrarsi e collaborare con uno scopo comune, oltre a disporre di un caffè aperto anche al pubblico.

Nel corso dei lavori è stato dato grande spazio all’artigianato al fine di recuperare l'integrità di ciò che era stato presente nella struttura per centinaia di anni; grande attenzione è stata data all'utilizzo di materiale riciclato e alla conservazione, quando possibile, di elementi appartenenti alla storia dell’edificio, come il recupero del legno esistente e il riutilizzo dei coppi in terracotta per la realizzazione dei pavimenti a terrazzo veneziano. Il palazzo inoltre è stato messo in linea con i requisiti per la certificazione internazionale LEED Silver Core&Shell, attualmente in corso: un obiettivo particolarmente sfidante per un edificio di inestimabile valore storico ed artistico. E con questo intento, con l’acquisto di energia da sole fonti rinnovabili certificate, le Procuratie si distinguono come edificio carbon neutral nel cuore della città di Venezia. 


The human safety net: l’iniziativa del gruppo assicurativo, attiva a livello mondiale, che ha l’obiettivo di liberare il potenziale delle persone vulnerabili affinché possano migliorare le condizioni di vita delle loro famiglie e delle comunità.


Tra le società di ingegneria che hanno collaborato alla realizzazione del progetto Artelia per il coordinamento del progetto, Arup per le strutture, gli impianti e le facciate, Manens Tifs per la consulenza acustica, studio Mistretta per l’antincendio. La direzione lavori è stata curata da Ta Architettura e il cantiere è stato portato a termine dall’impresa Rizzani De Eccher. Il design degli interni è di Migliore+Servetto.

Proprio in merito a quanto realizzato dallo studio milanese va osservato come tutti gli interventi si contraddistinguono per un approccio innovativo e sperimentale, volto a generare spazi sostenibili e inclusivi, creati “per condividere” e pensati in rapporto a comportamenti, aspettative e bisogni dei visitatori. In particolare, il percorso espositivo di “A World of Potential è stato concepito da Migliore+Servetto come una progressione di esperienze e si sviluppa secondo un prologo, tre atti e un epilogo che conducono il visitatore alla scoperta delle proprie potenzialità, a partire dai valori individuati dai curatori Orna Cohen e Andreas Heinecke, di DSE – Dialogue for Social Enterprise: creatività, gentilezza, perseveranza, gratitudine, curiosità, speranza, intelligenza sociale, lavoro di squadra. 

Forte è il richiamo alla venezianità nei contenuti e nei materiali, anche grazie alla collaborazione con alcuni artigiani locali. Il legame si costruisce su più livelli, a partire da quello visivo con Piazza San Marco: particolare rilievo è stato dato infatti ai 100 oculi cinquecenteschi che percorrono l’intero piano, conferendo all’insieme una valenza pittorica oltre che una relazione diretta con Venezia, che ha saputo accogliere e inglobare culture da tutto il mondo. In alcune di queste aperture la visione è stata potenziata tramite un sistema tecnologico di ingrandimento che, come le macchine ottiche del Canaletto, permette ai visitatori di immergersi nella vita cittadina, attraverso un nuovo modo di interagirvi. Inoltre, l’installazione “Window on Venice” (consente di fare un salto temporale, esplorando in 3D com’erano alcuni luoghi della Città nel Cinquecento come la Giudecca, il Ponte di Rialto, l’Arsenale, Burano e Murano. 

In copertina: la facciata del palazzo delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco, i lavori di recupero curati dall’architetto David Chipperfield

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Fabrizio Di Ernesto
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