12-04-2024 Erica Prontera 3 minuti

Iperturismo e centri storici. Serve una proposta nazionale

Assessori in campo per far fronte alla drastica diminuzione degli immobili destinati alla locazione di lungo periodo

“Viene a mancare la partecipazione alla vita della comunità locale, la responsabilità politica e diminuisce il presidio e la cura degli spazi urbani, non di rado i residenti stabili cercano alternative residenziali”. I centri storici si spopolano di residenti fissi in favore della popolazione temporanea, con studenti e turisti in primis. Ciò comporta un estraniamento della comunità locale, come sottolinea l’urbanista Patrizia Gabellini intervenuta nell’incontro dedicato a “Abitare i centri storici – fra turismo e locazioni brevi” (promosso dall’Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici e l’Istituto Nazionale di Urbanistica).

Matrice del fenomeno è il proliferarsi di immobili che vengono acquistati e poi immessi nel mercato degli affitti brevi da piattaforme digitali, che rendono tre volte di più delle normali locazioni. Sul tema interviene tra gli altri Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, che dice “La normativa tra proprietari e inquilini è diventata talmente complicata per i proprietari, da indurre molti di loro a uscire dallo schema della locazione di lungo periodo”.

Da più fronti l’impegno a porre un freno a questo fenomeno attraverso la regolamentazione, con sperimentazioni puntuali messe in atto da singoli territori.

Tra gli esempi citati dallo stesso Gori “la norma che nel luglio del 2022 il parlamento ha approvato all’interno del decreto aiuti, esclusivamente riferito al Comune di Venezia, con l’obiettivo di favorire gli alloggi di lunga durata, dando la possibilità di dotarsi di un regolamento speciale, con cui stabilire un limite temporale delle locazioni in un anno solare”.

Gori conclude dicendo: “Penso che ciò che serve alle città italiane sia che la norma di Venezia sia estesa a tutte le città che hanno una valenza turistica. Il fatto che la norma esista per me rende la battaglia politica affrontabile”.

Da Bergamo a Venezia, passando per Bologna. La riflessione per il capoluogo emiliano viene espressa da Marco Guerzoni, responsabile politiche abitative del comune di Bologna, che constata quanto il fenomeno sia esploso negli ultimi anni con una diminuzione esponenziale di appartamenti disponibili per locazioni di lungo termine.


«Io mi occupo di questi fenomeni e non ho mai visto una sottrazione del patrimonio residenziale normalmente utilizzato nelle locazioni come negli ultimi 5 anni. Una sottrazione di 6mila contratti di locazione nel lungo termine».


Unico strumento disponibile a Bologna per contrastare il fenomeno è il canone concordato. “Bisogna lavorare sul vantaggio fiscale e tariffario che questi canoni propongono per provare a competere con quelle realtà”, ha aggiunto Guerzoni.

“Ogni realtà risponde con gli strumenti consolidati, con le classi, con le governance a cui può fare riferimento – sostiene Silvia Viviani, assessore urbanistica di Livorno – la nostra idea è di puntare di più sulla Toscana diffusa. Cercare di far muovere il turismo sul territorio”.

Si sta cercando di rendere Livorno un’attrattiva turistica. Tra il 2019 e il 2023 c’è stato un raddoppio dei posti letto, con un aumento del 400% di quelli riconducibili ad affitti brevi.

Non per tutti le città il tema degli affitti brevi è centrale. A Ragusa, il centro storico ha subito uno spopolamento che non è stato compensato nemmeno dai residenti momentanei.

Giovanni Guerrieri, assessore al centro storico, polizia locale e mobilità sostenibile di Ragusa, dichiara:


“Di base c’è un grande gap che le città del meridione vivono. Un processo migratorio verso le città del nord. Abbiamo stanziato delle somme per dare un premio di insediamento nel centro storico, per i giovani e le coppie che scelgono di vivere nel centro storico, ma anche per gli studenti, per stimolare i proprietari degli immobili da affittare a loro”.


Il malcontento generale delle amministrazioni riguarda la mancanza di un sistema nazionale. Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica del Comune di Roma è convinto che senza una politica centralizzata non si riesca effettivamente ad incidere: “Stiamo puntando sull’hotellerie nella Capitale, perché pensiamo che non sia in concorrenza con la residenzialità e che possa anche disincentivare l’alternativa degli affitti brevi”.

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Erica Prontera
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