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11-02-22   I   Chiara Brivio | Lettura : 5 Minuti

Il Maxxi si fa green (e lancia un concorso)

Sostenibilità, verde e innovazione le parole chiave per il Grande Maxxi
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n nuovo edificio, un hub di ricerca e formazione, spazi verdi, laboratori e una comunità energetica: ruota intorno a questi punti cardine il Grande Maxxi, un nuovo masterplan per l’ampliamento del museo capitolino, presentato alla presenza dei ministri Dario Franceschini, Enrico Giovannini, Lorenzo Guerini e del sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri, nonché della presidente di Fondazione Maxxi Giovanna Melandri e della direttrice del Maxxi architettura Margherita Guccione.

A 10 anni dall’apertura, il polo museale progettato da Zaha Hadid si prepara ad una «rinascita» come l’ha definita Melandri, e lo fa attraverso anche un concorso internazionale di idee, che riguarderà due delle macro-aree oggetto dell’intervento. «Il Grande Maxxi è nato nella pandemia, mentre eravamo chiusi, ma mai spenti – ha detto alla presentazione la presidente –. In questi due anni difficili abbiamo studiato, approfondito e contrastato la tentazione della routine, ci siamo chiesti collettivamente come questa istituzione potesse essere utile in piena sindemia, in questa crisi economica, sociale, antropologica e spirituale. L’indicazione ci è venuta dall’Europa – ha continuato – quella della Next generation Eu, dell’Action plan, del Green new deal e della New european Bauhaus. Il Grande Maxxi si inserisce con originalità in quel disegno». «Il Grande Maxxi è un’occasione per Roma – ha poi concluso – un progetto di recupero del patrimonio urbano che investe su un quadrante a ridosso del centro storico, dove abbiamo come vicine delle strutture dimesse o semi-dismesse che attendono una rigenerazione e una visione complessiva a cui vorremmo dare un contributo».

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Il Grande Maxxi mira quindi a diventare un luogo di innovazione, formazione, scambio e contaminazione tra arte, architettura, scienza e tecnologia, ma anche di verde e sostenibilità, con un nuovo edificio polifunzionale, il Maxxi Hub, che ospiterà 2.800 mq di laboratori per il restauro del contemporaneo, aule e spazi di ricerca e formazione, depositi aperti e 2 piani interrati di parcheggi (4mila mq totali). A questo si aggiunge il progetto per il Maxxi green, uno spazio verde pubblico attrezzato (dove sono previsti anche orti cittadini) che fungerà da cintura tra i due edifici.

A queste due porzioni, che saranno oggetto del concorso di idee, si aggiungono la riqualificazione energetica dell’edificio di Zaha Hadid, dove saranno installati 3mila pannelli fotovoltaici, e un programma di accessibilità e inclusione sia da un punto di vista fisico che tecnologico. E sempre in ambito energetico, grazie alla firma di una lettera di intenti tra il Ministero della cultura e quello della difesa, a cui farà seguito un protocollo d’intesa, le caserme adiacenti al museo saranno traferite alla Fondazione (uno scambio al quale il Mic sopperirà con degli interventi su alcune strutture storiche del Ministero della difesa, in particolare sui Musei di storia militare) per permettere a tutta l’area di trasformarsi in una comunità energetica.

Ed è di oggi anche la notizia che la Giunta Capitolina ha approvato le linee programmatiche e di indirizzo per la progettazione e la realizzazione della “Città della Scienza” nell’area dell’ex caserma di via Guido Reni, adiacente al Maxxi. Come ha dichiarato il sindaco Gualtieri alla presentazione, il comitato tecnico-scientifico di questo intervento sarà presieduto dal Premio nobel per la fisica Giorgio Parisi.

Il concorso. «La formula del concorso di idee è stata una scelta non solo obbligata dalla norma nell’attesa dell’effettiva disponibilità del finanziamento – ha dichiarato Margherita Guccione, direttrice del Maxxi architettura – ma è soprattutto una decisione consapevole in linea con la nostra convinzione che solo il confronto tra proposte diverse possa far emergere quella migliore da sviluppare e trasformare in realtà. Il concorso – ha continuato – è uno strumento efficace e democratico, dà spazio ai talenti, stimola la creatività e la capacità dei progettisti di rispondere a temi nuovi e sfidanti come questo, rigenerare un settore urbano come questo, relativo piccolo ma strategico per il museo e la città».


Procedura aperta e in un unico grado, anonima, la competizione è aperta a gruppi preferibilmente multidisciplinari, che comprendano architetti, paesaggisti, agronomi ed esperti di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica degli edifici.


I cinque finalisti riceveranno premi e rimborsi spesa che vanno dai 30mila euro del primo classificato, al quale saranno affidate anche le successive fasi di progettazione, ai 4mila del quinto. Tutti i cinque progetti selezionati saranno esposti al Maxxi. In giuria, oltre alla presidente Giovanna Melandri, anche Mario Cucinella, Petra Blaisse (Inside Outside), Maria Claudia Clemente (Labics), e Lorenzo Mariotti. Pippo Ciorra e Simone Gobbo (Demogo) come membri supplenti.

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La scadenza per l’invio degli elaborati è fissata per il 13 maggio, con la chiusura dei lavori della commissione il 9 giugno e proclamazione del vincitore il giorno successivo. Serrato anche il cronoprogramma: i lavori dovranno partire all’inizio del 2023 e concludersi entro il 2026.

I finanziamenti. Su 40 milioni di euro di investimenti complessivi, 37,5 sono già arrivati da risorse del Mic e del Mims, suddivisi tra i 15 che vengono dal Piano strategico Grandi progetti Beni culturali, approvato proprio in questi giorni dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni; 2,5 milioni dal Pnrr e 20 milioni dal Fondo Mims per gli interventi infrastrutturali di conservazione, manutenzione, riqualificazione, restauro e valorizzazione dei beni culturali e degli spazi, anche verdi, ad essi strumentali, che andranno a finanziare il Maxxi Hub e il Maxxi green, oggetto del concorso.

Leggi anche Buone nuove: la mappa delle donne dell’architettura internazionale

In copertina. MAXXI, Museo Nazionale Delle Arti del XXIsecolo. Ph. ©Musacchio Ianniello

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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