
Milano, una cascina recuperata si fa casa per famiglie fragili
Completato nel quartiere Adriano il progetto firmato da B22 con Carlo Venegoni
Il quartiere Adriano a Milano è al centro di un consistente progetto di riqualificazione promosso a partire dal 2017 dal Comune di Milano e parte integrante del Piano Periferie finanziato dal Governo. In questo contesto è arrivato al traguardo il progetto della Cascina San Carlo, firmato da B22 con Carlo Venegoni, con una funzione di servizio di interesse pubblico, e parte integrante del Piano dei Servizi adottato dal Comune. Architettura contemporanea per ospitare nuclei familiari con fragilità: servizi abitativi, un padiglione civico e spazi pubblici riqualificati per il primo progetto italiano sul “Dopo di noi”, nel solco tra memoria e innovazione e nel segno della qualità architettonica e della rigenerazione urbana.
Il concept. Il rapporto tra spazi dell’abitare ed elementi naturali – la luce, il paesaggio, lo scorrere del tempo e delle stagioni – è il cuore di un progetto fisico e sociale. Materiali, forme e colori sono esito di un’attenta ricerca sulla domesticità dei luoghi, estesa agli aspetti percettivi legati alle disabilità cognitive. Massima attenzione è stata posta inoltre alla sostenibilità ambientale e sociale di un’iniziativa fortemente radicata nel territorio: una porzione di terreno pubblico adiacente alla Cascina e abbandonata dagli anni ‘90, è stata bonificata e verrà restituita – insieme a quaranta nuovi alberi – alla città. «Edifici e paesaggio dialogano con i segni e i tracciati storici presenti in questo frammento di città – racconta l’architetto Stefano Tropea di B22 – con l’obiettivo di creare un ambiente inclusivo, ma anche un landmark discreto che alla sera, come una lanterna, si rende visibile al quartiere».
Cosa c’era. «Cascina San Carlo – spiega Tropea – è una testimonianza del passato agricolo di Crescenzago: costruita nel 1915 al centro di ampi appezzamenti di “marcite”, entra in crisi a partire dagli anni Sessanta a seguito dello sfruttamento intensivo delle risorse acquifere da parte dei grandi complessi industriali della Magneti Marelli e della Falck. Negli anni Ottanta la produzione agricola viene abbandonata e i terreni ceduti per la realizzazione del primo nucleo di espansione del quartiere Adriano: il complesso viene preservato dalla demolizione – al suo posto sarebbe dovuta sorgere una strada – per l’opposizione degli abitanti della cascina».
La zona rientra nel progetto di riqualificazione promosso dal Comune di Milano da 2017, parte integrante del Piano Periferie finanziato dal Governo.
I driver di un progetto di infrastruttura sociale. L’intervento è promosso da un gruppo di famiglie con fragilità e da Fondazione Casa della carità, ed è interamente finanziato da risorse private e donazioni. Siamo nel quartiere Adriano-Crescenzago a Milano e SON, questo il nome dell’intervento, è già un progetto di interesse pubblico mappato nell’Atlante della Rigenerazione del Comune di Milano. «Il percorso avviato nel 2016 ha portato alla nascita di SON Onlus e alla decisione di recuperare l’area della Cascina San Carlo, mantenendone la memoria, ma innestando funzioni e usi con vocazione sociale e pubblica, in un quartiere storicamente carente di servizi e in cui le trasformazioni degli ultimi decenni hanno lasciato cicatrici e sviluppi irrisolti» racconta Carlo Venegoni, ripercorrendo l’iter urbanistico che ha portato alla stipula di una convenzione tra SON e il Comune di Milano.
Due nuovi edifici ospitano coppie di appartamenti per genitori e figli con fragilità cognitive: nei grandi lucernari orientati verso il parco, posti al primo piano degli alloggi, trovano spazio ambienti destinati ai caregivers. L’edificio esistente e un nuovo padiglione ospitano invece due associazioni di promozione di attività con vocazione sociale, un appartamento per l’autonomia e una sala, dotata di un laboratorio di cucina, aperta anche ad attività civiche e pubbliche.
L’iniziativa ha preso forma dall’esperienza di una piccola comunità di genitori anziani con figli con fragilità psicologiche o psichiatriche. Ma «Cascina San Carlo – ha commentato don Virginio Colmegna, uno dei promotori – diventerà una sorta di villaggio solidale, un luogo di partecipazione attiva, non separato, che creerà una rete nel quartiere anche con le famiglie che non hanno a che fare con la disabilità».
Foto di copertina © Simone Marcolin

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