14-03-2024 Redazione 3 minuti

Modena: nuova vita per sei beni pubblici, grazie all’Agenzia del Demanio

Firmato il Piano città con Comune e ministero della Cultura per la valorizzazione del patrimonio immobiliare

Modena sposa il “Piano città degli immobili pubblici”, strategia basata su uno schema di valorizzazione del patrimonio immobiliare proposto dall’Agenzia del Demanio, in linea con il piano di sviluppo comunale, con i fabbisogni dei cittadini e con le esigenze logistiche delle istituzioni. Cos’è nello specifico questo Piano città? Si tratta di un programma che, in condivisione tra le parti, individua le migliori soluzioni per massimizzare l’efficienza dei servizi prestati, la rigenerazione urbana e la qualità della vita dei cittadini, rimuovendo fattori di degrado e ottimizzando l’utilizzo del suolo, in un’ottica di riduzione della spesa pubblica e di sostenibilità ambientale, in cui anche attori privati interessati al territorio possono essere della partita.

L’Accordo prevede l’individuazione di un primo portafoglio di beni composto da immobili di proprietà statale e comunale.


Tra i quali l’ex reclusorio Saliceta San Giuliano, l’ex Palazzo delle Finanze – Principe Foresto, Palazzo d’Aragona Coccapani, l’ex Convento di San Pietro, l’ex Caserma Setti e una porzione dell’ex Manifattura Tabacchi di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti.


Il Piano città, d’intesa tra Comune di Modena, ministero della Cultura e Agenzia del Demanio, punta insomma a promuovere crescita economica, sociale e culturale del territorio attraverso il riuso e la rifunzionalizzazione di immobili attualmente poco o male utilizzati. L’Accordo quadro è stato firmato il 13 marzo dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, dal direttore dell’Agenzia del Demanio Alessandra dal Verme, e dal sindaco modenese, Gian Carlo Muzzarelli.

In occasione della firma, l’Agenzia del Demanio ha consegnato al Mic gli spazi di proprietà statale all’interno del complesso monastico di San Pietro, per destinarli a polo culturale, con sale espositive e museali che arricchiranno il polo delle Gallerie Estensi. L’idea è quella di creare all’interno dell’abbazia benedettina, gioiello rinascimentale, un hub culturale aperto alla cittadinanza. «Si tratta di ricostruire attraverso l’immobile rigenerato un sistema di relazioni affinché il cittadino si riappropri dei beni e li renda parte della propria vita sociale, in un ambiente che offre qualità, sostenibilità, e attrattività», dice il direttore dal Verme.

Cosa accadrà ai primi sei i beni immobili del Piano Città. Per l’ex carcere di Saliceta San Giuliano, superato il piano di razionalizzazione che prevedeva il trasferimento nel compendio della Questura, si valuterà in particolare la destinazione d’uso per funzioni residenziali (anche di tipo sociale come l’Ers), ricettive (studentati, residence, alberghi) e servizi. Nel palazzo Principe Foresto (ex Palazzo delle Finanze) sarà completato il progetto di riqualificazione in corso, che prevede la realizzazione della nuova sede della Prefettura e saranno individuate le amministrazioni cui assegnare gli spazi residui, con valutazione della fattibilità tecnica e della convenienza economica delle destinazioni a cura del tavolo tecnico. A Palazzo d’Aragona Coccapani si conferma la permanenza al piano primo dell’Accademia nazionale di Scienze, Lettere e Arti, a fronte però di un maggiore coinvolgimento del conduttore sugli interventi di manutenzione e cura dei locali e degli arredi. Mentre si ipotizza di collocare attività culturali e museali per gli spazi al piano terra e al secondo piano, quando saranno resi disponibili a seguito del trasferimento della collezione dei Musei Estensi attualmente collocata al secondo piano. Non si prevede più, quindi, di collocarvi la nuova sede dei Carabinieri Forestali che potrà trovare posto nei locali limitrofi della ex sede della Croce Rossa italiana. All’ex convento di San Pietro è prevista, per la parte in gestione all’Agenzia del Demanio, la realizzazione di un nuovo polo culturale museale. Anche per la parte di proprietà comunale si conferma l’utilizzo sia per le funzioni culturali sia da parte della Curia di Modena per attività parrocchiali. L’area dell’ex caserma Setti ospiterà una vera e propria Cittadella dei servizi pubblici, con valutazione di collocarvi nuovi uffici e laboratori dell’Azienda sanitaria, uffici statali, un grande Polo archivistico di rilievo regionale, oltre a grandi spazi verdi fruibili con funzione di riequilibrio ecologico ambientale e un limitato mix funzionale di edilizia residenziale sociale e libera, con commercio di vicinato. Per l’ex Manifattura Tabacchi, infine, resta in vigore il progetto che prevede la realizzazione della nuova Cittadella degli Uffici giudiziari, valutando un’eventuale acquisizione al Patrimonio dello Stato dall’attuale proprietà (Cassa Depositi e Prestiti spa) attraverso una compravendita o una permuta con un altro compendio immobiliare.

In copertina: Modena dall’alto ©francescosgura

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Redazione
Articoli Correlati
  • La Napoli che verrà. Decolla la rigenerazione di 3,5 milioni di mq

  • A Roma un upgrade per il Palazzo dei Congressi dell’Eur

  • Stazioni del territorio: così Fs rigenererà i piccoli borghi

  • La nuova vita dei cantieri navali di Pietra Ligure