13-07-2023 Francesca Fradelloni 2 minuti

Park resort lake Garda, il design di Thun fa un patto con la natura

Presentata la novità del gruppo Falkensteiner Hotels & Residences. L’architetto: nessuna location va stravolta

La parola sostenibilità è morta, l’abbiamo abolita nel 2001. Oggi dobbiamo parlare di consciousness», racconta l’architetto Matteo Thun alla presentazione della novità del gruppo alberghiero Falkensteiner Hotels & Residences sul mercato italiano, il Park Resort Lake Garda Salò, da lui progettato.

Il lessico cambia perché cambia il mondo. Come diceva il grande Emilio Ambasz, precursore del design green, «non basta ricoprire gli edifici di insalata per essere sostenibili».

Thun è uno degli architetti italiani più famosi nel mondo, sulla scena dagli anni Ottanta quando insieme a Ettore Sottass è stato co-fondatore del gruppo Memphis, il collettivo nato per mettere in discussione il minimalismo funzionalista. La vena avanguardista c’è fin dall’inizio della sua carriera, oggi lo spirito è più docile, ma la visione è sempre poco mainstream.


Hotel e appartamenti a cinque stelle, dunque, in un parco botanico sulle rive del Lago di Garda, a Salò con apertura programmata per il 2025.


Spazi della natura e costruito che stanno insieme in un equilibrio perfetto. Centosettanta appartamenti e 97 tra camere e suite immerse nei giardini e nei terrazzi disegnati dallo studio Proap Italia con a capo il paesaggista Joao Nunes.

«Location, location, location, questo il vero mantra quando si vuol fare qualcosa di architettonicamente importante. I luoghi devono essere veri, non inventati e il golfo di Salò non ha eguali: il lago di fronte e un microclima unico». Salò come Place-Vendôme, scherza Thun, ma il tono ritorna greve quando si accenna alle emergenze.

Oggi abbiamo tutti un problema: i cambiamenti climatici. La situazione è difficile, non c’è scelta. Questo progetto racconta il nuovo modo di interpretare il benessere, senza sprechi e senza sbavature inutili. Ed è subito chiaro che non ci sono buoni progetti di architettura senza un buon committente; la fiducia tra tutti gli attori è il linguaggio che fa fare opere belle e uniche. E al Park Resort Lake Garda Salò si capisce subito che non si vendono posti letto o stanze, ma valori, come ha ripetuto più volte, Erich Falkensteiner, presidente del supervisory board.

L’architettura oggi deve affermarsi su alcuni criteri inderogabili per Thun. «Il cemento del futuro si chiama legno. Il secondo criterio è che l’anima del posto è definita dalla cultura, dalla socializzazione del luogo, – spiega – dalle temperature e dal microclima, dunque ogni location urbana ed extra urbana ha la sua specialità che va rispettata sempre. L’architettura non deve essere mai uguale, mai ripetitiva. Mi è stato chiesto la settimana scorsa da un importante possibile cliente: “Qual è il suo stile?”. Il mio stile è un vecchio stile: una combinazione tra l’anima dei luoghi e quello che si sta cercando». E i luoghi ritornano sempre nei discorsi di Thun, anche quando si tratta di rigenerazione, parola abusatissima. «Quando parlo di rigenerazione urbana intendo soprattutto il recupero dei centri storici. Dobbiamo rigenerare e costruire sempre meno nuovo perché oggi il lavoro di noi architetti è riqualificare quello che già esiste», conclude.

In copertina: Rendering “Falkensteiner Park Resort Lake Garda”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesca Fradelloni
Articoli Correlati
  • Città dei 15 minuti a Roma, tagliando a metà del viaggio

  • Il Demanio rilancia il federalismo culturale

  • L’architettura inclusiva trionfa al Mies 2024, premiati Gustav Düsing & Max Hacke

  • Una città della prossimità “materiale e culturale”. Come sta cambiando Porto