Roma ©spencer-davis-haLyuh

09-05-2023 Alessio Garofoli 2 minuti

Per conoscere il patrimonio di Roma Capitale serve un Atlante. E ora c’è

Presentato il nuovo sistema digitale: sarà interoperabile, più veloce e preciso

Si chiama Atlante, e infatti l’impresa che deve portare a termine potrebbe definirsi titanica. Si tratta del nuovo sistema la cui funzione è quella di censire il patrimonio di Roma Capitale. Progetto partito l’anno scorso, con lo studio di fattibilità realizzato dalla fondazione Ifel-Anci, e presentato ieri dopo tanti annunci. Diversi i suoi scopi: in primo luogo, sostituire i tre sistemi attualmente usati dall’amministrazione (Sipic, GeoRoma e Refto) con un unico applicativo patrimoniale, inventariale e gestionale, accessibile a tutti, interoperabile e in grado di fornire dati asseverati.

Questo nuovo sistema si basa su Reftree, il software più impiegato in Italia nel campo con più di 2 milioni di immobili gestiti. Che promette di passare per così dire dal verticale all’orizzontale: dalla mera erogazione di informazioni, cioè, a una piattaforma in cui dipartimenti capitolini, municipi, partecipate, associazioni, cittadini e tutti gli altri soggetti interni ed esterni interessati si scambiano dati attraverso i loro diversi ruoli di accesso al sistema, contribuendo al suo continuo aggiornamento.


Da febbraio 2023, fa sapere il Campidoglio, un gruppo di 57 persone dell’amministrazione comunale e dei partner coinvolti (Almaviva, Ideare, Kpmg, Maggioli, Medilife, Nolan Norton) ha inventariato in poco più di tre mesi 732 atti e 839 beni, quasi quanto in tutto il 2022.


Inoltre, in collaborazione con le tre università romane, La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre, si intende individuare le migliori procedure per i rilievi, in base alla tipologia degli immobili e al loro uso da parte dell’amministrazione, nel segno degli ormai noti criteri di trasparenza, efficacia ed economicità. Proprio per avere più efficienza e più partecipazione, dall’inizio del progetto il dipartimento Patrimonio ha garantito, dice Roma Capitale, più di 450 accessi a Sipic rispetto ai 40 del 2022, e 24mila accessi interni a Mpic – la mappa del patrimonio immobiliare comunale – rispetto ai poco più di 700 del 2022. Il che ha consentito, specie alle strutture territoriali di prossimità come i municipi, di conoscere meglio i propri beni, nell’ottica di una migliore gestione e valorizzazione. Ad oggi ne sono censiti 70mila e l’amministrazione ne stima circa 100mila, con un disallineamento di circa il 30 per cento. Numeri che riguardano edifici (70mila), strade ed aree urbane (18mila), aree verdi ed edificabili (10/12 mila). Per dire, all’interno del database 540 scuole sono senza riferimenti catastali sulle circa 1.500 censite.

Atlante è stato presentato ieri in Campidoglio dal sindaco Roberto Gualtieri e dall’assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative Tobia Zevi insieme ai diversi partner coinvolti. «Roma compie un salto di qualità decisivo nelle attività di censimento del proprio Patrimonio. C’è un altro aspetto importante: portare alla luce beni mai censiti fa sì che il loro valore possa essere incluso nel bilancio, aumentando i nostri margini di spesa. Roma sta finalmente mettendo ordine nel suo patrimonio, sprigionando un grande potenziale finora inespresso», ha commentato il sindaco Gualtieri.

 «Ci si chiede spesso per quale motivo Roma Capitale non conosce il proprio Patrimonio. In passato, per diversi motivi, non è stato possibile raggiungere questo risultato ambizioso e importante. Per porre fine a questa situazione che si trascina da troppo tempo, abbiamo deciso di compiere una piccola rivoluzione, che ci aiuterà a mettere sempre di più il Patrimonio al servizio delle romane e dei romani, che per poterlo utilizzare devono innanzitutto conoscerlo», ha dichiarato l’assessore Zevi. «Prima conoscere, poi discutere, poi deliberare» diceva in effetti anche l’ex presidente della Repubblica Luigi Einaudi nella più nota tra le sue “Prediche inutili”.

In copertina: Roma ©Spencer Davis Halyuh

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Alessio Garofoli
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