17-12-2021 Chiara Brivio 4 minuti

Progettazione: 480 milioni per 200 studi in Italia, l’americana Gensler fattura 1,2 miliardi

Oltre i dati del report 2021 di Guamari, l’incertezza del mercato internazionale e l’ingresso dei competitor

Le prime 200 società di architettura e di design in Italia hanno aumentato il loro fatturato netto dell’1,8% nel corso del 2020, ma hanno soprattutto consolidato la loro posizione finanziaria e il patrimonio netto. Le società di ingegneria invece hanno perso un 2,4%, ma hanno fatto registrare un utile netto del 45,2 per cento. Tutto questo, senza Pnrr e con i vari lockdown dovuti alla pandemia. Non possiamo che felicitarci». Questo, in sintesi, l’outlook di Aldo Norsa alla presentazione del report Guamari 2021, da lui curato, che raccoglie le classifiche delle 200 più importanti realtà della progettazione dell’ambiente del costruito, del nostro Paese.


Un quadro più roseo delle previsioni, che tuttavia, hanno sottolineato tutti gli attori, è caratterizzato dal «nanismo», come definito più volte, del mercato nostrano in confronto a quello dove operano i grandi gruppi internazionali.


Come ha sottolineato Franco Guidi di Lombardini 22, la società in cima alla classifica di architettura con 19,5 milioni di fatturato (leader nel mondo è l’americana Gensler, che raggiunge 1,2 miliardi di dollari, cioè 55 in volte in più) «il mercato italiano della progettazione vale solo 480 milioni di euro per 200 studi».

Copertina del report 2021Tra le cause, anche la conformazione del nostro tessuto imprenditoriale-produttivo, formato da piccole e medie aziende, la cronica incapacità di fare sistema, la difficile trasmissione delle competenze e la mancanza di formazione nei nuovi specialismi che il mercato richiede. Ma è stato Giulio De Carli, co-fondatore con Leonardo Cavalli di One Works, a sottolineare cause più profonde e complesse. «Io credo che nessuno abbia evidenziato il momento che stiamo attraversando e che non è legato solo al Covid. Sono 2 anni che siamo fortemente disconnessi dai mercati che hanno costituito terreno di crescita per aziende italiane – ha detto –. Nel nostro caso, nel 2019 2/3 del nostro fatturato era all’estero, oggi siamo al 50%, e la parte persa si vede nei nostri numeri sia del 2020 che poi quelli che saranno del 2021. In questo momento, non siamo in grado di capire come torneremo su mercati internazionali, e queste incertezze non sono legate solo alla pandemia, ma anche a come stanno cambiando le nostre attività, come sta cambiando il parco clienti a cui ci rivolgiamo». «Rispetto alla differenza di scala e dimensione con i colleghi internazionali – ha poi continuato – chi ha le spalle larghe e una consuetudine con la ricerca, con la formazione, con la comunicazione, in questo momento è avvantaggiato perché riesce a rispondere meglio alle richieste che vengono dai mercati in mutamento». 

Saranno quindi formazione, cultura e preparazione di nuove professionalità, secondo De Carli, a designare chi ce la farà. «Oggi le aziende si trovano ad affrontare due sfide in parallelo: la risposta a una nuova domanda del mercato e una riorganizzazione interna, perché professionalità che hanno contribuito a farci crescere negli ultimi decenni non sono più sufficienti per competere, soprattutto all’estero». Una situazione che, nel giro di pochi anni, verosimilmente porterà i grandi gruppi stranieri a penetrare sempre di più nel nostro Paese, togliendo spazio e fette di mercato alle società italiane. E proprio da casa One Works è uscito in queste settimane un altro numero di Domus Air, inserto speciale del mensile Domus, dedicato in particolar modo alla mobilità e curato dallo stesso De Carli, una sfida extra all’ordinaria attività degli architetti e che può dare un contributo al cambiamento culturale.

«Saper analizzare i bisogni dei committenti e degli stakeholder è il punto di partenza di tutte le competenze – è invece la visione di Patrizia Polenghi di Ceas –. Questo per noi ha significato cambiare profondamente la nostra cultura, per far sì che le persone iniziassero a vedere le cose con occhi diversi, e investire tanto sulle risorse. Bisogna partire da qui, da uno sforzo pazzesco di stimolo, informazione, creazione di competenze».

La classifica. Quest’anno il report Guamari ha riservato alcune sorprese, tra le quali il posizionamento al secondo posto della neonata società di architettura di Marco Casamonti & Partners, già fondatore di Archea Associati, con oltre 17 milioni di fatturato, e di Renzo Piano Building Workshop (Rpbw), che dalla terza posizione del 2020 scende all’ottava, in figurativo scambio di ruoli con Antonio Citterio Patricia Viel (Acpv), che fa segnare un quasi +50% (da 9,6 milioni a 16 milioni, con la fusione dello scorso anno della divisione interni nella società). In vetta rimane stabile Lombardini 22, e non si notano cambiamenti nelle prime dieci posizioni con ATI Project, MC A Mario Cucinella Architects, Progetto Cmr, One Works e lo stesso Archea Associati. Anche nel campo dell’ingegneria, l’unica novità viene dalla crescita di Sipal, società torinese specializzata nell’aereonautica, che dal 16esimo posto sale al nono, con 47 milioni di fatturato. Ad occupare i primi 3 gradini del podio, i grandi gruppi del calibro di Rina Consulting, Italferr, ed EniProgetti, i cui introiti complessivi ammontano a oltre 623 milioni di euro.

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Chiara Brivio
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