Rigenerazione urbana, se lo spazio pubblico dà valore al sistema

14-10-2022 Luigi Rucco 4 minuti

Anche i privati a Urbanpromo. Focus su interesse pubblico e sostenibilità economica

Occuparsi di rigenerazione urbana oggi significa realizzare progetti in grado di far coesistere il punto di vista e il lavoro di amministratori pubblici, progettisti ed operatori privati, in modo da creare le giuste sinergie che permettano di intervenire su porzioni di città che necessitano di una seconda opportunità. Ecco che l’edizione 2022 di Urbanpromo accende i riflettori sul rapporto tra le amministrazioni e i promotori privati interrogandosi su come ridare vita – con nuove comunità, attività e destinazioni d’uso – a parti di città in abbandono o sottoutilizzate, portando al tavolo anche il real estate.

Il Pnrr ha messo a disposizione un’ingente somma di risorse pubbliche, mai viste dal nostro Paese negli ultimi anni, che devono essere utilizzate con attenzione e lungimiranza proiettandosi vero il futuro. E per gli addetti ai lavori intervenuti all’evento di Urbit questa fase può essere la concreta dimostrazione di quanto l’ente pubblico abbia un ruolo strategico e fondamentale per la trasformazione urbana, veicolando la capacità delle città di costruire spazi per i cittadini.

«C’è finalmente un cambio significativo di paradigma degli investitori privati. Si registra la presa di coscienza che lo spazio pubblico possa restituire valore al sistema. Questa è la dimostrazione concreta che la realizzazione di spazi pubblici è fondamentale per lo sviluppo della rigenerazione urbana», ha dichiarato Gianni Biagi, presidente di Urbanpromo.

Spazi pubblici che si innestano e danno valore anche ad alcune operazioni immobiliari come quella denominata Vetra Building, che riguarda un immobile nel centro di Milano di proprietà di Axa Investment Managers. L’edificio, inaugurato nel 2021, si trova in una zona che è stata al centro di degrado e criminalità a partire dagli anni ’90 e la proprietà ha posto la sicurezza del territorio come obiettivo chiave affidando alla società internazionale di architettura Il Prisma il progetto di rigenerazione. Un’area che scontava una cattiva reputazione, che non è stata recintata ma aperta ai cittadini. «L’edificio esistente doveva cambiare in primis grazie alla zona esterna dell’edificio. Così, grazie al progetto, abbiamo creato una opportunità nuova, aprendo un cannocchiale che guarda verso l’abside della chiesa di San Lorenzo. Siamo partiti nel 2016 con l’idea di creare una vera e propria piazza dove prima c’erano solo edifici, facendo sì che il piano terra diventasse motore e collante dell’intervento. Abbiamo intuito che la trasformazione di questo luogo avesse bisogno di una narrativa, facendo capire ai cittadini che passavano lungo il cantiere quel che stava accadendo, grazie ad immagini e testi appesi sul cantiere capaci di attirare l’attenzione», ha dichiarato Sebastiano Pasculli, BU Director & Associate de Il Prisma.

La rigenerazione urbana si fa quando il focus non è solo sul progetto ma sul processo.


L’interesse della collettività è una opportunità per gli investitori privati, sempre più predisposti ad una attività di ascolto del territorio finalizzato a creare risposte e comunità all’interno dei progetti che si realizzano.


Con questo approccio sta maturando l’esperienza di Nhood, società di servizi immobiliari, specializzata in trasformazione di spazi in luoghi di vita a uso misto, che col progetto Loreto open community si è aggiudicata il concorso internazionale Reinventing cities lanciato dal Comune di Milano e dalla rete di città internazionali C40.

«Il legittimo perseguimento, da parte del privato, di un ritorno economico consente sostenibilità, economica e sociale. Lo spazio pubblico deve generare valore anche per quello privato e questo è possibile unicamente tramite un ascolto attivo del territorio. In questo può essere di grande aiuto una valutazione di impatto, grazie a standard e kpi che riescano a tarare le attività per generare un impatto positivo. Il dialogo con le amministrazioni è una opportunità di win win e Nhood ha la piena consapevolezza dell’importanza dello spazio pubblico», ha dichiarato Michele Montevecchi, development manager di Nhood Italia.

Fare rigenerazione oggi vuol dire far coesistere sostenibilità ambientale, economica e sociale. Obiettivo che si traduce ad esempio nella riconversione di luoghi abbandonati e chiusi, in inclusivi e vivi. Come fa Supernova, società nata nel 2019 che promuove e gestisce iniziative di rigenerazione urbana, premiata per due iniziative a Urbanpromo, per l’ex Necchi di Pavia e l’ex Manifattura tabacchi di Verona. «Ci occupiamo di rigenerazione urbana, investiamo principalmente sull’asse del Brennero, da Verona a Milano. Vogliamo contribuire a rendere le città più moderne e attrattive riqualificando luoghi che sono finiti nell’abbandono e diventati fonte di criticità. Pensiamo che l’unico modo per renderlo possibile sia puntale sulla sostenibilità, non solo ambientale ma anche sociale ed economica. Per arrivare a questo dobbiamo creare mix funzionali che portano ricchezza non solo all’investitore ma alla comunità e all’ente pubblico», ha dichiarato Paolo Signoretti, ad di Supernova. Dopo il successo della riconversione dell’ex Marangoni inaugurata a maggio e che ha cambiato volto ad un pezzo della città di Rovereto, Supernova rilancia a Modena, con il processo di riconversione delle ex Fonderie Corni: si parte con una prima fase da 25 milioni che include un terzo del parco di circa 14.500 mq previsto a regime, residenze condivise temporanee per studenti e lavoratori con 365 posti letto (due volumi di sei e sette piani per 7.500 mq di superficie), una quota di commercio al dettaglio, a cui si aggiungono 200 posti auto pubblici e pertinenziali».

In copertina: FonderieCorni Supernova © ZOA3d

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Luigi Rucco
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