29-11-2021 Paola Pierotti 3 minuti

Rossi Prodi, Res Architetture e Iter ripensano la casa sociale in Toscana

Ecco le dieci proposte in concorso. Come si disegna la qualità abitativa degli alloggi nel post pandemia?

La Regione Toscana attraverso il Fondo Housing Toscano ha lanciato un concorso di idee ad inviti per ripensare alla qualità dell’abitare negli alloggi sociali, a seguito dell’emergenza da Covid-19. Nuove soluzioni possibili per realizzare interventi edilizi di tipo sperimentale. E tra gli elaborati presentati, tre sono stati giudicati vincitori, guidati rispettivamente da Rossi Prodi Associati di Firenze con la partecipazione di Auser Abitare Solidale, Res Architetture sempre di Firenze con la partecipazione della Cooperativa Pane&Rose e Iter Studio di Milano con la partecipazione della Cooperativa CAT. «I gruppi invitati – racconta Tancredi Attinà, general manager di Abitare Toscana – tenevano insieme studi di architettura e ingegneria, ed enti del Terzo settore». Attenzione non solo al design ma alla cooperazione e ai servizi offerti.

«Il lockdown da pandemia ha stimolato profonde riflessioni sul tema casa sia nella dimensione di infrastruttura sociale sia dell’abitare la prossimità con la cosiddetta “città dei 15 minuti”. La pandemia – raccontano i promotori dell’iniziativa – ha mostrato quanto i nostri spazi domestici siano spesso inadeguati per sottodimensionamento, mancanza di flessibilità e povertà di funzioni. Il concorso di idee mirava alla sperimentazione non soltanto di nuove formule di progettazione ma anche allo sviluppo di idee su spazi dove gli abitanti svolgono attività collaborative».

Lo studio Rossi Prodi Associati ha presentato un progetto che propone zone di ingresso da utilizzare come “filtro” per l’abbigliamento a rischio di deposito virus, con armadietti per le consegne dell’e-commerce o cibo e bevande a domicilio, spazi condominiali per smart working, spazi condivisi per barbecue, mini-piscine, aree cani.

Res Architetture ha presentato invece il caso specifico di rigenerazione urbana dell’ex ospedale cittadino di San Giovanni Val d’Arno, che vede come elemento caratteristico del piano la netta separazione tra viabilità meccanizzata e nuovo insediamento. La viabilità carrabile viene mantenuta esterna al perimetro costruito, mentre una piastra interrata accoglie gli spazi di sosta, consentendo di realizzare una nuova grande piazza urbana pedonale delimitata sui margini esterni dal nuovo edificato.

Ancora, Iter ha studiato spazi e servizi a misura di famiglie e individui, derivanti da un dialogo fra gestori e abitanti anche con l’affiancamento di una piattaforma digitale. Ecco allora un cortile abitato, unità abitative flessibili, senza consumo di suolo e con una funzione di “condensatore sociale”.


«Progetti che non rimarranno sulla carta – ha dichiarato l’assessora regionale alle politiche abitative, Serena Spinelli – ma che grazie alle prossime fasi previste saranno portati a progettazione definitiva e alla loro realizzazione nell’ambito dell’edilizia sociale».


«In Toscana, entro fine 2022, saranno disponibili tramite il Fondo Housing Toscano oltre 1.200 appartamenti in social housing principalmente destinati alla locazione convenzionata. L’occupancy degli alloggi superiore al 95% conferma la bontà del modello di housing sociale promossa dal Fondo, grazie al mix tra qualità degli alloggi, gestione sociale, sostenibilità energetica ed affitti accessibili» ha sottolineato Paolo Boleso, Head of Residential & Social Infrastructure di Investire sgr (Gruppo Banca Finnat).

Le proposte saranno in mostra fino al 19 dicembre nella Sala delle Colonne della sede di Fondazione CR Firenze, in via Bufalini 6, a Firenze.

In copertina: Lo schema della social community nel progetto di ©Rossi Prodi Associati 

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Paola Pierotti
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