27-11-2023 Redazione 3 minuti

Per la sopravvivenza dei piccoli negozi serve la transizione digitale

Una nuova app per aiutare il commercio tradizionale in difficoltà. La buona notizia da Confesercenti: la Gen Z ama gli acquisti di prossimità

Riuscire a coniugare la presenza sul web con la fisicità e il contatto umano tradizionali è la sfida che i piccoli negozi devono vincere per la propria sopravvivenza. Uno strumento per raggiungere questo scopo nasce dall’idea di due studenti universitari di 22 anni, Tommaso Ferrari e Federico Licata, che hanno ideato Itemty, un’app in fase di pre-lancio, gratuita, focalizzata sull’orientare i negozi fisici attraverso un processo di transizione digitale, mantenendone al contempo natura, eredità e valori.

«L’obiettivo – spiegano i fondatori – è di garantire comodità, ma anche promuovere un approccio di acquisto responsabile dal punto di vista ambientale, economico e sociale. La piattaforma si propone di diventare il punto di riferimento per coloro che cercano prodotti unici e soprattutto locali, ridefinendo così il concetto di shopping tradizionale. La sfida chiave che Itemty si prefigge di affrontare è la mancanza di informazioni tempestive sulla disponibilità di prodotti sul territorio, spesso spingendo i consumatori verso l’e-commerce – continuano Ferrari e Licata.

In un’epoca in cui la velocità della tecnologia evidenzia la necessità di un approccio ibrido, Itemty si propone come soluzione che integra la tecnologia per arricchire l’esperienza di shopping fisico. L’obiettivo è quello di superare l’inefficacia dei risultati di ricerca online tradizionali, consentendo agli utenti di individuare e acquistare rapidamente prodotti specifici disponibili localmente, nelle vicinanze, sotto casa. La piattaforma offre una ricerca veloce e precisa, ottimizzando il tempo dell’utente e riducendo la frustrazione associata alla mancanza di informazioni».

Per sostenere le attività commerciali locali nella transizione digitale, Itemty offre gratuitamente il suo sistema di gestione Pos, un software che semplifica la gestione quotidiana dei negozi, fornendo un sistema di inventario facile da usare, un tool predittivo di intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza dei rifornimenti, del magazzino, delle scorte fino alla gestione del personale. Ai consumatori la piattaforma permette di trovare e acquistare facilmente prodotti di qualsiasi categoria nella zona selezionata, filtrando le ricerche per disponibilità, prezzo, distanza e rilevanza.

Commercio tradizionale versus e-commerce. Sono oltre 43mila i negozi di vicinato italiani che nel 2022 hanno chiuso i battenti, contro le 22mila nuove aperture.


A dirlo i dati preoccupanti di Confesercenti: il saldo tra chiusure e nuove aperture è in negativo da ormai tre anni e, se da un lato, le chiusure sono in linea con i dati pre-pandemia, le nuove aperture sono in drastico calo.


Ma uno spiraglio positivo giunge dalle preferenze degli italiani per i piccoli negozi rispetto sia alla grande distribuzione sia ai canali online. Lo attesta un’indagine condotta sempre da Confesercenti nel 2019, che illustra con chiarezza quanto gli acquisti sotto casa siano graditi maggiormente non solo dalla popolazione anziana del Paese (i cosiddetti Baby Boomers), ma anche dai giovani della Generazione Z, ossia i ragazzi nati tra il 1995 e il 2010, che hanno un’età tra i 13 e i 28 anni: «I cosiddetti Zoomers – si legge nella relazione di Confesercenti-, pur se più online della generazione X e dei Baby Boomers superano la propensione media all’acquisto in rete per alimentari, prodotti per la pulizia della casa, cibo e bevande da asporto, cosmetica ed elettronica».

A conclusioni non dissimili arriva anche l’ottava analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio sulla demografia d’impresa nelle città italiane, in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne. Analisi secondo la quale nelle città italiane tra il 2012 e il 2022 si registra complessivamente una riduzione di oltre 99mila attività di commercio al dettaglio e 16 mila imprese di commercio ambulante, e che sottolinea l’importanza per i negozi dell’omnicanalità, cioè dell’utilizzo anche del canale on line: quest’ultimo ha vissuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, con le vendite passate da 16,6 miliardi nel 2015 a 48,1miliardi nel 2022.

Confcommercio ci dice anche che il calo dei livelli di servizio offerto dai negozi in sede fissa comporta un aumento del rischio di desertificazione delle nostre città dove, negli ultimi 10 anni, la densità commerciale è passata da 9,0 a 7,3 negozi per mille abitanti (un calo di quasi il 20%): ecco che allora il problema, da settoriale, diventa urbano.

Per questa ragione, anche Confcommercio ritiene necessario costruire un’ibridazione tra commercio tradizionale e on line. Non è quindi già scritto che l’e-commerce finisca per cancellare i negozi tradizionali: per questi ultimi, abbracciare la contemporaneità può produrre una ripartenza.

In copertina: ©Freepik

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