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31-01-23   I   Paola Pierotti | Lettura : 5 Minuti

Antonello Stella: il buon senso dell’architettura e la rete intergenerazionale

Da n! studio a ASArchitects. Ricerca, concorsi e investimento sui giovani
S

ono un docente a tempo definito, e quindi anche architetto militante, che vedo prima negli studenti e poi nei giovani neolaureati, per così dire, un “sano ma cinico pragmatismo”. Il pressoché totale disimpegno politico nelle università degli ultimi anni ha inciso su tale visione. Forse più preparati e concentrati sulla disciplina e sugli strumenti con cui aggredire la professione ed il mondo in generale, ma certo con minore visione ed afflato teorico delle generazioni precedenti. Non amano, a differenza della mia generazione che ne abbiamo perso tanto, “perdere tempo”. Vedremo nei futuri sviluppi se questo sarà un valore aggiunto oppure una rinuncia. Mies diceva, a ragione, che un architetto, per essere tale, deve essere interprete del proprio tempo e dato che il nostro tempo non è un granché dal punto di vista “etico”, forse andrebbe più “criticamente” interpretato». Antonello Stella dal 1990 svolge attività nel campo della progettazione architettonica, urbana e del paesaggio, in Italia e all’estero dopo essersi laureato a Roma.

Nel 1990 ha co-fondato n! studio di architettura con altri ex studenti della facoltà di Valle Giulia dapprima riuniti in un collettivo politico. La parabola collettiva di n! studio si esaurisce già nei primi anni 2000 per proseguire come connubio nella Ferrini Stella architetti associati che si conclude definitivamente nel 2010. Nel 2012 fonda con Paolo Rossi (ex collaboratore di n! studio) 3TI LAB architecture sezione architettura di una delle principali società di ingegneria italiane (3TI Progetti Italia) con sede a Roma e Ferrara. Nel 2015 Stella inizia l’esperienza nella sede di Ferrara sotto la sigla ASArchitects STP. «Per l’immediato futuro – anticipa l’architetto – è in cantiere una nuova sede a Roma con due ex compagni di viaggio collaboratori di n! studio da qualche tempo ritrovati in occasioni di progetto tra cui, di recente, le scuole del futuro».

Un collettivo orizzontale. Un filo di relazioni e di progetti frutto di relazioni soprattutto umane, «iniziato nelle feconde e turbolente aule di Valle Giulia degli anni ‘80, che continua oggi tra le aule della scuola ferrarese e lo studio a “KM 0” di corso Giovecca nei pressi del castello estense, sotto la sigla ASArchitects – racconta Stella a thebrief – composto da me e da altri 10 architetti tutti formati alla scuola ferrarese più l’indispensabile Vanna. Tutti gli architetti che vi hanno lavorato a partire dai veterani Simone Braschi e Chiara Finizza proviene da quella scuola, di cui diversi laureati con me». Un collettivo orizzontale formato da Stella e da giovani talenti, «che pur rivendicando tale identità accoglie di passaggio tanti contributi esterni. L’attività dello studio è prevalentemente nell’ambito pubblico, svolta principalmente attraverso concorsi di progettazione».

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I concorsi. La via del concorso di progettazione rappresenta per il team il principale strumento di ricerca sull’architettura e di accesso al mercato. «Ne facciamo davvero tanti e con inalterata passione. Con alta percentuale di piazzamenti, tanti secondi posti e qualche vittoria. Se esistesse un campionato italiano, tipo Formula Uno, su base annuale ci saremmo di certo piazzati in alta classifica negli ultimi campionati. In Italia negli ultimi anni – racconta l’archtetto – e soprattutto ora con il Pnrr, sono molto aumentate le occasioni in questo senso. Ma ora che si sono raggiunti finalmente dopo anni di carenza strutturale, dei buoni standard quantitativi, occorre lavorare sulla qualità: giurie spesso non all’altezza sia per capacità di giudizio che di trasparenza; scarsa divulgazione dei risultati anche da parte, ad esempio, della piattaforma istituzionale Awn del Cnappc (appello richiesto da più voci in queste settimane a proposito del concorso Futura, ndr),  necessario per un confronto, per capire la ratio delle scelte, ma anche solo per rispetto alla mole di progetti messi in campo dagli architetti; inoltre mancanza di regole univoche e conseguente appesantimento amministrativo. In ogni caso e nonostante il lavoro ancora da fare – aggiunge l’architetto – dal punto di vista della qualità del risultato il concorso di progettazione rimane l’unico strumento possibile. Nelle gare di progettazione, per capirci quelle con la fantomatica offerta tecnica/metodologica con la formula “economicamente più vantaggiosa” e quindi anche con ribasso sulla parcella, abbiamo invece una percentuale di esiti positivi decisamente insoddisfacente, anche qui con numerosi secondi posti (che però in questo caso non significa piazzamento ma perdita secca)». Il ragionamento complessivo fatto sulle giurie si amplifica aumentando molto la «pura discrezionalità», oltre allo «scandalo di offerte di ribasso sulle parcelle spesso compresi tra il 40 ed il 50% (alla faccia della qualità del progetto)». Stella è molto severo sul tema e dichiara di non ne averne fatte molte, e sempre meno negli ultimi tempi.

ASArchitects STP è in pista per due scuole Futura, ad Asciano (Toscana) e Montesilvano (Abruzzo). E tra i progetti in corso vede il Museo del Tartufo di Alba e Montà (due sedi) – concorso vinto nel 2018, in cantiere; tre spazi pubblici a Monastir (Cagliari) – concorso vinto 2019, in cantiere (quasi ultimato); la riqualificazione del Complesso di Sant’Agostino a Comacchio (FE) – concorso vinto nel 2016, in fase di appalto; il centro dedicato alla cultura del Cibo a Bortigiadas (Sassari) – appena ultimato; l’adeguamento e riallestimento della Pinacoteca Cominale di Volterra; il riallestimento dell’ingresso e di alcune spazi del Museo Nazionale Archeologico di Taranto – in gara di appalto; una palestra a Ferrara, in corso di progettazione definitiva.

Leggendo alcuni passaggi del testo“Autobiografia Didattica”, introduttivo al volume che raccoglie le migliori tesi di laurea seguite da Stella alla scuola ferrarese negli ultimi dieci anni, l’architetto racconta che «ha sempre rifuggito dalla pratica solitaria dell’architettura perché è contro un approccio individualista ed egocentrico spesso troppo presente nel nostro mondo. Progettare significa porre e creare relazioni di buon senso. Per questo, pur riconoscendo entrambi come maestri, preferisco Mies a Le Corbusier».

In copertina: l'architetto Antonello Stella

 


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