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04-11-22   I   Paola Pierotti - Costanza Marchisio | Lettura : 4 Minuti

Bosco della Musica, vincono Settanta7 e Gpa partners

Città attrattiva, per i giovani, e con nuovi hub che recuperano pezzi di città in degrado
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ilano città capace di attrarre investitori, ma anche le giovani generazioni, siano studenti o lavoratori, che vogliono vivere la città di Milano, potendosela permettere. Giancarlo Tancredi, assessore alla rigenerazione urbana spiega con queste due declinazioni l’aggettivo che compone il trittico ‘policentrica, responsabile e attrattiva’ e che connota il forum in corso a Milano dal 3 all’8 novembre 2023.

Sul tema dei giovani l’assessore si spende quando parla delle nuove iniziative che stanno prendendo il via negli ex scali milanesi, dei nuovi campus e delle operazioni promosse degli atenei milanesi. E in queste ore il puzzle si arricchisce di un nuovo progetto, nato dal concorso per la realizzazione di una struttura polifunzionale, con auditorium e il campus del Conservatorio di Milano, aggiudicato al team guidato da Studio Settanta7 e Gpa partners.

Opera da poco meno di 50 milioni di euro che sarà in parte finanziata dal Ministero delle infrastrutture e dal Ministero dell’Istruzione, e in parte dalla Regione Lombardia.

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L’area di progetto, «nota per il degrado – racconta Raffaello Vignali, presidente del Conservatorio di Milano dal 2019 – sarà destinata a un processo di riqualificazione urbana, dove “il bosco della droga” per cui è conosciuta diventerà il bosco della musica, questa l’idea di fondo del progetto che ha motivato l’intervento. Per contrastare questi fenomeni di disagio serve proporre una bellezza più grande – aggiunge Vignali – ecco che abbiamo preso contatto col Comune di Milano e abbiamo individuato quell’area come la migliore per ospitare il nostro nuovo centro. Siamo partiti, ripensando noi stessi e l’origine del Conservatorio per attualizzarlo al ventunesimo secolo». Il progetto prevede un auditorium, una residenza universitaria e due scuole: il Fablab e una scuola di jazz; sarà un campus aperto anche alla cittadinanza grazie ad un ricco calendario di eventi gratuiti.

Il Conservatorio G. Verdi di Milano è il più importante in Italia per numero di studenti, docenti e corsi di studio già attivati. A seguito di una forte crescita e conseguentemente a un grande problema di spazi, ha deciso di realizzare la sua nuova sede a Rogoredo, nel Municipio 4 a sud-est del comune di Milano. «Si vuole ampliare il sapere e la bellezza, coltivati per secoli tra le mura di via Conservatorio, creando un luogo di ampia destinazione e regalando una seconda vita a un quartiere che da tanto tempo porta il peso dello spaccio. L’area d’intervento – spiegano i progettisti nella loro relazione – rientra nel masterplan di Santa Giulia e si avvale della vicinanza di grandi infrastrutture territoriali come l’Aeroporto di Linate, i Mercati Generali, l’Ex Macello e le aree industriali di via Mecenate». Il campus sarà uno dei più grandi progetti di riqualificazione in corso a Milano in cui si applicherà un’ampia rigenerazione urbana attraverso l’educazione e la cultura. La sfida? Attraverso un luogo di cultura e di coesione sociale riuscire a rigenerare un pezzo di periferia.


Sono previsti nuovi interventi ma anche il recupero di pre-esistenze come la Palazzina ‘‘Ex Chimici’’ e l’ex acciaierie Radaelli, attualmente in stato di abbandono.


«La natura ispira, contagia, placa e crea. In essa e con essa l’artista e l’essere umano rifette, dà forma alla sua arte, si ripara e trova sollievo» si legge ancora nella relazione in cui si spiega che nel processo di ricerca dell’ispirazione, i progettisti hanno utilizzato «come fonte principale il bosco, già presente nell’area di progetto e nel contesto di riferimento. In particolare, ci siamo concentrati sulla forma organica delle foglie, presenti in natura in molteplici forme e strutture, complici insieme a tutti gli elementi che costituiscono l’ecosistema naturale del bosco e della produzione di suoni primordiali. I primi esseri umani conoscevano, infatti, i suoni e impararono presto a riconoscerli per motivi di pura sopravvivenza: il tuono annunciava la tempesta, un ruggito consigliava la fuga. Fin dagli albori, la musica, e soprattutto il canto, è stata concepita proprio come emulazione dei suoni della natura e usata per cerimonie propiziatorie e di celebrazione degli eventi naturali».

Un istituto culturale e artistico per la valorizzazione di un contesto urbano con numerose criticità sociali ed ambientali. Il senso di accoglienza e inclusività generato dall’intervento sarà principalmente dovuto all’impiego del sistema a padiglioni che si integrerà con la vegetazione e la natura circostante, anche internamente, e renderà la gestione degli edifici e dell’area più semplice; consentirà una forte permeabilità ed accessibilità del lotto in tutte le sue direzioni.

In copertina: vista aerea del Bosco della musica © Studio Settanta7 e Gpa partners

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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