06-12-2023 Luigi Rucco 6 minuti

Con l’architettura, per prendersi cura delle città

Decisivo il ruolo della committenza, urgente una regia centralizzata a scala nazionale

Una panoramica completa sull’architettura italiana, tra competenze e analisi del mercato, bilanci e prospettive future. In questo scenario si è svolto l’evento “Architettura in Italia, mercato e professione” organizzato da Fortune Italia e PPAN al museo Maxxi di Roma. Un appuntamento per un racconto trasversale attraverso storie, riflessioni, immagini e dati capaci di dire cos’è oggi l’architettura in Italia e quale sia il suo potenziale.

Le città parallelamente alla società si stanno trasformando in modo molto rapido, rendendo difficile riuscire a stare al passo per le istituzioni e politica. Il ruolo dell’architettura sta nella capacità di reagire alle trasformazioni, riuscendo ad essere bilancia tra benessere dei cittadini e naturale tendenza a questo cambiamento.


«Potrebbe essere utile una regia centralizzata a scala nazionale che cerchi di mediare tra i tempi più lenti delle istituzioni e quelli super veloci delle metropoli»


Lorenza Baroncelli, direttrice Maxxi Architettura, aggiunge «oggi gli architetti vogliono prendersi cura della città e delle sue trasformazioni. E queste possono diventare occasione di democratizzazione dei popoli, come servizio per il tessuto urbano».

Per interrogarsi sul futuro dell’architettura è sicuramente necessario scommettere sul ruolo della committenza. Se la qualità non si traduce ormai solo nel gesto estetico, ma nella capacità di promuovere flessibilità e modularità degli spazi, oggi il progetto passa attraverso un accurato lavoro di analisi e di indagini multidisciplinari. Ecco che la committenza deve essere sensibile verso le trasformazioni in atto e i bisogni di chi vive quegli spazi, tenendo insieme esigenze presenti e sfide future.

«Gestiamo un portafoglio importante e per questo vediamo l’architettura non come uno strumento per fare marketing e comunicazione, ma come faro per definire il prodotto. Questa parte per noi è molto importante; l’architetto ci accompagna verso le esigenze dell’utente finale, in linea con i nuovi standard energetici e di sostenibilità. Dobbiamo investire nella qualità, con spazi accoglienti piacevoli e flessibili. L’identikit dei professionisti che rispondono alle nostre aspettative si delinea nella capacità di lavorare sulla iconicità dei nostri immobili, senza dimenticare la sostenibilità ambientale, che oggi per Generali è diventata alla base dei propri investimenti», ha dichiarato Paolo Micucci, head of European Engineering and Project Management di Generali real estate che nel suo rulo di ceo di Citylife sta guidando in cantiere il progetto di Big per Citywave.

Sfide aperte, ma qualche passo in avanti importante già è stato fatto, secondo l’esperienza di Massimo Alvisi, founder di Alvisi Kirimoto Partners. «Privato e pubblico oggi hanno una visione molto più allineata rispetto ad una decina di anni fa. L’architetto è il traduttore di questo linguaggio, capace di leggere lo sviluppo delle città e dare forma e soluzione alle esigenze di una comunità. Rimane un nodo in relazione al tema della reputation degli studi di architettura, e più in generale di progettazione: il nostro lavoro è importante e si deve mettere in relazione con gli altri, percependo le voci della comunità» ha dichiarato.


In Italia oggi la committenza pubblica è alle prese con l’enorme sfida del Pnrr che, secondo gli addetti ai lavori, vede nella mancanza di competenze uno dei gap difficilmente superabili per realizzare le opere previste proprio dal piano nazionale.


Questo parallelamente alla recente approvazione del nuovo Codice degli appalti, che tante critiche ha sollevato.

«È molto positiva l’apertura del governo a collaborare per migliorare le revisioni al nuovo codice degli appalti, visto che – racconta nel corso dell’evento Angelica Donati, Presidente Ance Giovani – sembra ci siano delle parti del testo che non comunicano tra di loro. Dobbiamo pensare a chi sarà l’attore della riqualificazione e digitalizzazione del nostro Paese, e renderli pronti per questo step. A questo si affianca proprio la questione delle competenze, bisogna formare i dipendenti della pubblica amministrazione, in questi anni molto depotenziata, altrimenti innovazione e digitalizzazione resteranno principi che non atterrano in alcun modo».

Raccogliendo i contenuti dello speciale “Architettura Chi e Come” curato da PPAN e Fortune Italia il dibattito si concentra sulla qualità in crisi di identità, con “business model su misura” in un sistema senza riferimenti e struttura, dove il mercato resta florido per pochi.

Un settore sempre più alla ricerca di competenze trasversali, dove all’architettura si affiancano le ingegnerie per offrire servizi integrati, come fa Progetto Cmr, a quasi 30 anni dalla sua fondazione (con un valore della produzione nel 2022 dell’ordine dei 15 milioni di euro, una crescita del 14% e un fatturato consolidato di gruppo che supera i 41 milioni di euro). «Siamo nati trent’anni fa mettendo in campo la volontà di noi giovani architetti di cercare cosa volesse il mercato realmente, capendo che le competenze integrate, capaci di portare le competenze ingegneristiche dentro uno studio di architettura, sarebbero diventate la chiave del successo. L’architetto demiurgo – racconta lo stesso Massimo Roj, founder di Progetto Cmr intervenuto nel dibattito – oggi non ha più possibilità di esistere, le diverse competenze creano abilità e integrazione nel progetto».

Orizzonti di sviluppo, non senza qualche preoccupazione per lo scarso valore economico dell’architettura in Italia:«Oggi solo il 2% dei fondi destinati all’edilizia va alla progettazione, è un dato ridicolo. Non c’è più possibilità di dare qualità al progetto, anche per colpa del nuovo Codice degli appalti, che prevede di portare le competenze tecniche degli ultimi tre anni, rendendo impossibile un background con lavori pluriennali di grandi dimensioni».

Con l’intento di tratteggiare il profilo delle società di progettazione italiane, tra architettura ed engineering, tra chi consolida la sua crescita imprenditoriale e chi si distingue per fenomeni passeggeri (dal Superbonus a nicchie di mercato tutte da riscontrare nel tempo lungo), PPAN e Fortune Italia hanno riconosciuto il premio “the best architect of the year” allo studio ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel. Riconoscimento per uno studio in continua crescita (che guadagna il secondo posto della classifica per valore di produzione), che ha firmato alcuni degli edifici più iconici della produzione architettonica del nostro Paese, aggiudicandosi numerosi premi e concorsi. «Sono onorata di questo premio – ha commentato l’architetto Viel – perché dà valore alla qualità del progetto e non è solo una valutazione economica. La bellezza viene dal senso di benessere che si porta dietro, legato all’armonia che consegue all’appropriatezza delle soluzioni progettuali. Il committente è fonte primaria della materia del progetto e oggi ha capito che non esistono più progetti di architettura pura, ma interventi urbani. Il successo sta nella capacità di comprendere cosa sta accadendo in un territorio, di cogliere le latenze e indirizzarle verso una visione complessiva».


Il filo conduttore è quello della rigenerazione urbana, dell’impatto economico e sociale che ha caratterizzato anche il premio alla committenza, assegnato al Comune di Reggio Emilia per la realizzazione del Tecnopolo.


Un’opera di cui si sono celebrati i 10 anni dalla sua realizzazione e che è elemento originario del Parco Innovazione delle Reggiane.«Abbiamo ereditato una storia centenaria, una fabbrica dismessa che rischiava di diventare una bomba sociale per l’intera città. Siamo stati capaci di trasformare l’area in un luogo di incontro e ricerca, grazie ad una visione politica e pubblica. Un luogo proiettato al futuro che mantenesse però la memoria storica e la narrazione che l’area aveva avuto negli anni per la città», ha dichiarato il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi. Sempre nell’ambito del premio alla committenza, sono state due le menzioni speciali: all’Agenzia del Demanio per il progetto di riqualificazione della nuova sede della procura della Repubblica di Catanzaro nell’ex ospedale militare (progetto Corvino+Multari) e al progetto SON Cascina San Carlo (progetto B22 con Carlo Venegoni) un cluster di servizi sociali e abitativi con un padiglione aperto ad attività civiche e pubbliche, situato nel quartiere Crescenzago a Milano.

In copertina: Tecnopolo Reggio Emilia © Schulte-Bunert

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Luigi Rucco
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