
Ex scali Farini e San Cristoforo a Milano, decolla la procedura di vendita
Un nuovo pezzo di città da ben 360mila metri quadri lordi nascerà a sei anni dall’accordo di programma
A Milano la rigenerazione urbana passa dove un tempo passavano i treni. Il progetto per Milano Farini, il principale ex scalo ferroviario del capoluogo lombardo, insieme all’ex scalo San Cristoforo, viene presentato al pubblico e agli investitori. E si annuncia il lancio della procedura di vendita delle aree, circa 360mila metri quadrati di superfice lorda. Impegnata nella fase decisiva per la trasformazione dei due ex scali in questione è Fs Sistemi Urbani, società capofila del Polo Urbano del Gruppo FS Italiane.
L’area di Farini si trova in una delle zone considerate più dinamiche e ben collegate di Milano, nella cui riformulazione interverranno architettura, urban design, forestazione urbana e nuove infrastrutture. Un’area in cui per le sue dimensioni (circa 45 ettari) potranno sorgere servizi di innovazione per attività artigianali e manifatturiere e funzioni e servizi pubblici. Oltre a una parte significativa di residenza destinata per il 23% (e la volontà dichiarata di aumentare la percentuale) al social housing. Nonché a un parco lineare di più di 25 ettari che andrà a costituire un tassello fondamentale di tutto il sistema del verde milanese, da Mind fino a Porta Venezia.
Pil e socialità, insomma: «La rigenerazione urbana è cultura, è verde, è infrastruttura e mobilità, ma anche sviluppo economico. L’obiettivo è generare un senso di comunità e orgoglio. Un sentimento reale di appartenenza», dichiara Alessia Cappello, assessore allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del comune di Milano.
Essendo in posizione centrale, vicino alla Stazione di Porta Garibaldi e Porta Nuova (Piazza Gae Aulenti e Bam), Farini è quindi per localizzazione, accessibilità e dimensioni il principale tra i sette ex scali ferroviari inseriti nel processo di riqualificazione oggetto dell’accordo di Programma firmato nel 2017 da Comune di Milano, Regione Lombardia e Gruppo Fs Italiane. Dal quale prende le mosse un’ambiziosa e complessa ricucitura urbana di aree non più funzionali all’esercizio ferroviario. Giancarlo Tancredi, assessore comunale alla Rigenerazione urbana la definisce «un progetto virtuoso e di ascolto reciproco tra istituzioni e cittadini». Mentre Claudia Maria Terzi, assessore regionale alle Infrastrutture e opere pubbliche la lega all’obiettivo di «un nuovo nodo infrastrutturale milanese, potenziando un sistema della mobilità che deve rispondere a esigenze sempre più varie e in aumento». Si prevede, infatti, che grazie alle plusvalenze generate dalla dismissione di questi asset sarà possibile finanziare il potenziamento delle infrastrutture della Circle Line meneghina.
Nel corso della presentazione Umberto Lebruto, Amministratore delegato e Giuseppe Savoia, Direttore Valorizzazione e Sviluppo immobiliare di Fs Sistemi Urbani, hanno illustrato quanto fatto finora che ha condotto al bando di gara. Per Savoia l’operazione punta a «individuare la migliore ricostruzione e connessione di un vuoto urbano» mentre Piergiorgio Vitillo, Professore di Architettura al Politecnico di Milano, ha approfondito l’iter urbanistico e i punti chiave del progetto, che non manca di «densificare in maniera selettiva attorno a un sistema esistente di spazi pubblici in accordo con i tessuti esistenti».
Roadshow come punto di partenza per una procedura che prevede quattro fasi che vedrà operatori tecnici, sviluppatori e investitori impegnati fino al prossimo novembre. Per quella che è stata definita da Fs Sistemi Urbani un’operazione straordinaria, superando i vincoli e potenziando le opportunità.
Foto in copertina © Gruppo FS


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