Expo 2030, la sfida è anche tra archistar

05-12-2022 Fabrizio Di Ernesto 3 minuti

Roma si affida a Carlo Ratti, Odessa risponde mettendo in campo Zaha Hadid architects

Non solo Roma contro Odessa. Le due favorite per ospitare l’Expo 2030 – in lizza anche Riyadh (Arabia Saudita) e Busan (Corea del Sud) – che sarà assegnato nel novembre 2023, si sfidano anche sul piano dell’architettura, mettendo in campo archistar note in tutto il mondo. Se la Capitale ha scelto come ambassador Carlo Ratti, la città ucraina ha deciso di puntare su Zaha Hadid Architects che ha accompagnato la delegazione alla 171esima Assemblea generale del Bureau international des expositions (Bie) a Parigi per presentare la propria proposta per l’esposizione universale.

L’Ucraina è da mesi vittima di bombardamenti da parte delle truppe russe, e l’Expo può rappresentare un’opportunità di ricostruzione per il paese; qualora Odessa dovesse ospitare la manifestazione, nelle intenzioni delle autorità locali, ci sarà una trasformazione fondamentale dell'economia del paese verso l'efficienza energetica e le tecnologie a basse emissioni di carbonio. In questo contesto il progetto dello studio britannico mira al riutilizzo effettivo di tutte le strutture dopo la chiusura della mostra.

Avvenendo in concomitanza con le scadenze dell’Agenda 2030, questa edizione dell’Expo ne sarà ovviamente condizionata ed abbraccerà la sostenibilità economica e sociale, attuando strategie che affrontino l'efficienza energetica e riducano il consumo di risorse.

Se Roma ha scelto Tor Vergata, Odessa punta a tenere l’evento in quello che un tempo era un terreno coltivato in modo intensivo e privo di biodiversità sull'estuario di Khadzhibey, nei pressi del centro cittadino.

In base al concept, il sito sarà organizzato attorno a cinque elementi principali; il main boulevard collegherà tutte le aree dell'Expo, con una serie di piazze con padiglioni nazionali a sud del viale e il nuovo eco-parco costiero sull'estuario di Khadzhibey a nord. Servizi, logistica e alloggi per visitatori, partecipanti e personale saranno invece situati alle due estremità del viale principale.

In nome della sostenibilità tutto il progetto ruoterà intorno all’eredità che potrebbe lasciare: il masterplan è incentrato su un gruppo di quattro padiglioni centrali che al termine della manifestazione lasceranno 80mila metri quadrati di sale espositive flessibili per fiere ed eventi adiacenti al centro congressi e all'hotel, trasformandosi nel primo hub espositivo fieristico dell'Ucraina meridionale.


Le strutture saranno realizzate in materiale riciclato provenienti da strutture danneggiate e demolite in tutta l'Ucraina meridionale.


La progettazione e la costruzione dei padiglioni nazionali delle precedenti edizioni hanno spesso comportato un aumento significativo dei costi e dei tempi di costruzione, insieme ad una maggiore quantità di carbonio incorporato e una ridotta flessibilità per qualsiasi uso futuro. Partendo da questi presupposti, l’Ucraina offrirà alle nazioni partecipanti la scelta di un kit di parti per costruire i vari spazi espositivi. Ogni componente modulare sarà costituito da circa il 25% dell'impronta di un padiglione standard di 1.600 mq e potrà essere combinato con una varietà di altri elementi modulari per creare la struttura desiderata.

Tramite uno strumento di configurazione digitale, i paesi partecipanti saranno in grado di selezionare e collegare i componenti per formare il proprio padiglione e personalizzare il design della facciata scegliendo tra una serie di opzioni di materiali con il minor impatto di carbonio possibile. Dopo la chiusura dell’esposizione le nazioni partecipanti potranno scegliere se trasportare i loro moduli oppure donare i componenti in tutta l'Ucraina per il riutilizzo come asili, scuole, cliniche mediche o studi sovvenzionati e spazi di lavoro.

Odessa 2030, inoltre, ambisce a ridurre al minimo l'uso del calcestruzzo preferendo materiali riciclati provenienti da strutture danneggiate e demolite in tutta l'Ucraina meridionale. Le energie rinnovabili saranno integrate nella progettazione dei padiglioni, compreso il fotovoltaico su tutti i tetti, mentre le turbine eoliche contribuiranno a creare un centro non solo in grado di soddisfare il proprio fabbisogno energetico, ma anche di fornire energia rinnovabile alla comunità locale.

Foto di copertina: Candidatura Expo Odessa © JKLab

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Fabrizio Di Ernesto
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