15-06-2022 Redazione 4 minuti

Grande Maxxi. Primo posto al team guidato da Lan

Con lo studio italo-francese anche Scape e Susanna Nobili

Architettura protagonista al Maxxi. Nel giorno della cerimonia di premiazione del Premio italiano di architettura 2022 (assegnato a MoDusArchitects, Matteo Scagnol e Sandy Attia, ad Atelier Remoto, come giovane studio mentre va ad Andrea Branzi il premio alla carriera) il Maxxi ha svelato le prime immagini e i dettagli del progetto primo classificato al concorso indetto nell’ambito dell’operazione Grande Maxxi. In pole nella graduatoria, tra 103 proposte, il team guidato dallo studio italo-francese Lan con Scape e Sna, in rappresentanza Umberto Napolitano, Ludovica Di Falco e Susanna Nobili. Con loro anche Bollinger + Grohmann Ingegneria, Franck Boutté Consultants, Bureau Bas Smets e Folia Consulenze.

«Nato come concorso di idee – racconta Margherita Guccione, direttore scientifico del progetto Grande Maxxi – sono state confermate nel frattempo le risorse, 20 milioni di euro stanziati dal Mims e il cantiere sarà portato a termine entro il 2026».

Sarà la prima opera italiana dello studio italo-francese. A loro, dopo vent’anni di lavoro internazionale, il progetto del nuovo edificio multifunzionale, con un sistema di verde pubblico nell’area del museo di via Guido Reni.

La giuria ha scelto questa soluzione per «il rapporto con il contesto urbano, il giardino pensile generoso e accessibile e di forte valore architettonico, e per il tono sostenibile dell’intervento».


Il Grande Maxxi sarà realizzato entro il 2026. Per portare a termine il progetto il Mims ha stanziato 20 milioni di euro.


Seguono in graduatoria il gruppo italiano guidato dallo studio Vacuum Atelier, un team norvegese con Resell + Nicca, e due studi spagnoli Arquivio Architects e Galar-Velaz-Gil. Sono state assegnate anche due menzioni speciali al gruppo multidisciplinare guidato dallo studio Gustav Düsing & Max Hacke e a quello guidato da Nicola Ragazzini.

Tempi serrati: 8 febbraio 2022 la pubblicazione del bando, 13 maggio il termine per la consegna delle proposte (si trattava di un concorso anonimo, in una sola fase), dopo meno di un mese la presentazione della graduatoria e dei progetti.

La commissione giudicatrice ha scelto il progetto di Lan perché questo costruisce un rapporto virtuoso ed efficiente sia con la piazza Boetti che con l’affaccio su via Masaccio e prevede una buona flessibilità nell’organizzazione delle funzioni e degli spazi a loro destinate. L’ampia presenza di spazi verdi, sia nell’area del nuovo edificio che nell’altra zona interessata dal concorso e l’uso di tecniche costruttive “a secco” contribuiscono in modi diversi al tono “sostenibile” dell’intervento”.

Architettura, natura e paesaggio dialogano nel dare vita ad un edificio semplice nella sua configurazione volumetrica e sintetico nei materiali costruttivi. Le facciate saranno scandite da elementi orizzontali e verticali in cemento levigato e da ampie finestrature. Le strutture costruttive si elevano fino a concludere il piano di copertura dove un compluvium riflettente definisce lo spazio del giardino pensile.

«Il sistema del verde – raccontano i progettisti – è pensato come “contenitore” per gli edifici esistenti e non mero corredo decorativo, con un progetto attento alle caratteristiche fisiologiche di sostenibilità, facilità di gestione e qualità mediante azioni utili a regolare il microclima, ridurre le temperature e l’inquinamento atmosferico».

«Affidiamo un pezzo importante del Grande Maxxi allo studio italo-francese, a loro il compito di dare forma a questo edificio che ospiterà anche un centro di ricerche legato all’intelligenza artificiale – commenta Giovanna Melandri, presidente Fondazione Maxxi – e il centro per il restauro del contemporaneo. Il progetto vincitore sarà anche responsabile della realizzazione del sistema del verde pubblico attrezzato e produttivo: tra il cemento di Zaha Hadid, vogliamo essere invasi dalla natura» ha aggiunto Melandri.

Dalla Francia la sfida è stata colta. «I progetti sono forme mancanti, si va alla ricerca di un pezzo che non c’è. Abbiamo l’ambizione di riuscire a completare il mosaico urbano – ha aggiunto Umberto Napolitano – come una rotula che fa ruotare insieme gli insediamenti su via Masaccio e via Guido Reni. Non un’architettura come un fatto in sé, ma come l’inizio di una storia che coinvolge. Il pezzo di un puzzle che manca dal punto di vista urbano e programmatico». L’idea è quella di un edificio come insieme di temi, “un ecosistema climatico” dove le diverse funzioni partecipano in modo sostenibile.

In copertina: il progetto dello studio Lan primo classificato.

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