Progettazione, il mercato premia le società di architettura tecnica

14-12-2023 Luigi Rucco 4 minuti

Dialogo a più voci in occasione della presentazione dell’ultimo Report Guamari

Questo dimostra come il mercato italiano della progettazione potrebbe essere ricco ma non lo è, complice anche il recente Codice degli appalti dove sostanzialmente non esiste più la progettazione
Massimo Roj

Nuove sfide e vecchie questioni irrisolte per il mondo della progettazione, tra evoluzioni degli ambiti legati all’architettura e all’engineering; competenze che rimangono fiore all’occhiello in Italia e voglia di internazionalizzazione. Dibattito aperto nell’ambito dell’appuntamento annuale organizzato nella sede Feltrinelli dove Aldo Norsa, direttore scientifico della società di ricerca e consulenza Guamari, ha presentato le sue classifiche con la top200 della progettazione.

Il mensile newyorkese ENR (Engineering News-Record) nella sua classifica biennale sui migliori studi di progettazione e i migliori appaltatori del mondo, ha rilevato come l’Italia sia al terzo posto per numero di società a livello globale, in base al fatturato 2022. Un dato importante, accompagnato anche dal costante incremento del fatturato, al quale si affianca la constatazione che queste società sono organicamente di piccole dimensioni, visto che sommate non arrivano neanche all’1% del fatturato globale totale. È consolidato il fatto che le società italiane siano di taglia piccola nel confronto con i big internazionali, al contempo sono ormai numerosi i player stranieri che guardano con interesse alle occasioni nel nostro territorio. «Il mondo anglosassone ci ha allenati ad avere grande attenzione verso gli aspetti commerciali, la flessibilità è parola d’ordine e il mercato è di interesse in Italia ora dove, grazie anche ai fondi del Pnrr, c’è più domanda che offerta», ha commentato Gianmarco Lucchini, amministratore delegato di Aecom.

Tra i big la riflessione di Rina Consulting. «Oggi il gruppo cresce in Italia, ma vuole crescere anche fuori dai nostri confini, portando in dote il know how acquisito – ha dichiarato Alberto Cavaggioni, amministratore delegato Rina Consulting – oggi i servizi ad alto valore aggiunto e le alte competenze permettono di creare delle vere e proprie boutique dell’ingegneria, può essere il punto di svolta imprenditoriale e questo può permetterci di partecipare a progetti internazionali dalla grande complessità e prestigio».


La difficoltà oggettiva per le società italiane di esportare le proprie conoscenze tecniche si sposa col tema dell’integrazione delle competenze, nodo del mondo della progettazione che da anni si confronta su ambiti di pertinenza ed evoluzioni dettate dalla domanda del mercato.


Una storia di integrazione è quella che riguarda Maestrale con l’alleanza tra Redesco Progetti per le strutture, Ariatta per gli impianti e Starching per l’architettura. «Abbiamo capito che valeva la pena mantenere dei brand legati ad un know how specifico, ma in connessione tra loro. Dai data center all’industria, fino al mondo dei laboratori, diversi gli ambiti d’azione. Il cliente – ha raccontato Mauro Eugenio Giuliani, director di Redesco Progetti – si fida dalla capacità, integrata, di creare valore: dal permitting al delivery con la puntuale cura del dettaglio, diventiamo un punto di riferimento. Questo ci ha permesso, ad esempio, di progettare due datacenter a Zurigo e a Francoforte, due città in un contesto culturalmente difficili e con peculiarità specifiche». 

Parlando di integrazione delle competenze, i confini architettura e ingegneria sono sempre più labili (come PPAN ha cercato di raccontare anche nella sua indagine giornalistica Architettura Chi e Come). Le maggiori società di architettura in Italia fatturano 771 milioni, e sono cresciute del 26% nell’ultimo anno. Un importo che equivale ad un quinto se confrontato con i 3,6 miliardi delle società di ingegneria.

Tra le voci quella di Massimo Roj founder di Progetto Cmr. «Quest’anno il nostro studio compie 30 anni e stiamo preparando il prossimo triennio con un general manager che guiderà la holding. Sempre con l’obiettivo di espanderci verso l’estero, anche se il mercato asiatico sta soffrendo a livello economico. Secondo gli ultimi dati Cresme il mercato delle costruzioni in Italia vale 280 miliardi ma il 75% va in manutenzione. Dei 70 miliardi restanti – racconta Roj – agli studi di architettura va il 2% restante. Questo dimostra come il mercato italiano della progettazione potrebbe essere ricco ma non lo è, complice anche il recente Codice degli appalti dove sostanzialmente non esiste più la progettazione».

Competenze e digitalizzazione sono le parole chiave che tornano nel racconto dei progettisti. Temi che passano sicuramente attraverso la creazione di un luogo di lavoro stimolante che disincentivi il turnover dei collaboratori.

Se Patricia Viel puntualizza la scelta ACPV Architects di mantenere stretto il perimetro della progettazione architettonica tra chi si posiziona nei primo posti della classifica per fatturato i più scelgono la strada della progettazione integrata. «Col mio socio Luca Serri – incalza Branko Zrnić, founder di Ati Project – abbiamo creduto sin da subito nella progettazione integrata. Privilegiamo un ambiente lavorativo sano, anche oggi che siamo cresciuti tantissimo, 380 persone e un fatturato dell’ordine dei 25 milioni di euro. C’è turnover bassissimo nelle nostre sedi, specialmente a Pisa e Belgrado, che è un mercato diverso da quello di Milano. Tutto quello che produciamo è realizzato al nostro interno». Niente outsourcing quindi, ci tiene a sottolineare Ati Project che, come altre società di architettura, ha scelto di far parte della galassia Oice da sempre a rappresentare soprattutto le società di ingegneria. «La nostra è un’architettura tecnica senza velleità creative come altri nostri colleghi. Abbiamo sviluppato tutta una serie di strutture interne, particolarmente apprezzate dai clienti che hanno un solo punto di riferimento».

Competenze ma anche strategia, come quella che ha permesso allo studio ACPV di assestarsi al secondo posto nella classifica dei 200 studi di architettura per fatturato redatta da Guamari. «Capiamo bene che l’integrazione delle competenze sia un tema centrale per la committenza, che tende a centralizzare i rapporti per non avere relazioni con molti partner e ricercare un vero e proprio management della progettazione. La nostra strategia per il futuro sta nell’individuare le strategie. Quando si lavora con l’obiettivo della qualità bisogna concentrarsi su quello che si vuole realizzare – ancora una volta Patricia Viel si sofferma sul tema del metodo e aggiunge – vista la consapevolezza che non progettiamo più forme ma veri e propri organismi. E questo va raccontato anche alla committenza, con tutti i nuovi mezzi a nostra disposizione».

In copertina: Gioia 20 progetto, @ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel , Starching, Redesco

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Luigi Rucco
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