21-02-2024 Paola Pierotti 4 minuti

Riqualificare il patrimonio dello Stato, il piano del Demanio per il prossimo triennio

In arrivo cinque bandi Reinventing Cities da Venezia a Palermo

Negli ultimi due anni sono state fortemente incrementate le attività di investimento, anche grazie al supporto della struttura per la progettazione, adottando un sistema di pianificazione integrato degli interventi sugli immobili pubblici, che muove dal Piano degli investimenti e trova la sua sintesi nei risultati attesi dal Piano Strategico Industriale 2022-2026, in linea con i criteri di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità». Alessandra dal Verme, Direttore dell’Agenzia del Demanio, ha fatto il punto delle attività, indicando le prospettive di indirizzo per il prossimo triennio, in occasione dell’Audizione in Commissione Finanze e Tesoro del Senato.

Focus sulla gestione del patrimonio immobiliare, sullo sviluppo immobiliare integrato degli investimenti pubblici e sulla creazione di valore attraverso il patrimonio immobiliare pubblico. Queste le prospettive dell’Agenzia che gestisce il patrimonio immobiliare dello Stato (44mila immobili, per un valore complessivo di 62,85 miliardi di euro) attuando operazioni di razionalizzazione, riqualificazione e valorizzazione, in sinergia con le amministrazioni centrali e locali per un migliore bilanciamento tra fabbisogni, disponibilità e contenimento della spesa per locazioni passive.

Atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale 2024-2026 @Agenzia del Demanio

«Tutte le iniziative in corso attuano soluzioni innovative, come la creazione di centri amministrativi polifunzionali, compendi dotati di grande flessibilità e nuovi modelli di ufficio pubblico». L’Agenzia del Demanio, attraverso la qualità crescente di dati disponibili, «punta a rafforzare la conoscenza del patrimonio e l’integrazione delle piattaforme e dei sistemi di asset management pubblico e a migliorare l’efficacia delle procedure di gestione, incluse le assunzioni in consistenza e le regolarizzazioni dell’uso di beni dello Stato».

Alla commissione del Senato dal Verme ha illustrato l’ampio programma di interventi di rifunzionalizzazione e valorizzazione avviati su aree e compendi inutilizzati da decenni per fornire soluzioni logistiche alle Pa centrali e per la rigenerazione ambientale e sociale, la riconnessione di tessuti urbani, la riduzione di consumo di suolo, il miglioramento della sicurezza (adeguamenti energetici e per il rischio sismico, climatico) e la conoscenza digitale del patrimonio. Tra gli esempi di sinergia con le amministrazioni centrali, il direttore ha citato gli accordi e le convenzioni con il Ministero della Cultura, per il recupero e lo sviluppo del patrimonio culturale da restituire, riqualificato, alla fruizione pubblica (come gli archivi di Stato); con il Ministero della Giustizia, per realizzare nuove Cittadelle della Giustizia e sedi di Tribunali per restituire decoro, tecnologia ed efficienza per una giustizia al servizio del cittadino (da Trani a Perugia  a Bari fino a Bologna); con il Ministero della Difesa, per assicurare il recupero di ex edifici militari consegnati all’Agenzia, che da vuoti urbani diventano centri di servizi per ospitare sedi delle Pa e complessi polifunzionali; con il Ministero dell’Università e della Ricerca, per contribuire a soddisfare il fabbisogno strutturale di residenze universitarie (sono stati individuati 28 immobili dello Stato idonei a garantire un incremento fino a circa 5.000 posti letto).

Atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale 2024-2026 @Agenzia del Demanio

Un contributo concreto alla rigenerazione urbana e la prossima settimana il direttore dal Verme annuncerà nel dettaglio il via libera di sei operazioni che saranno oggetto di altrettanti bandi Reinventing Cities: Milano per l’ex Scuola di Via Zama, a Venezia per il Forte Sant’Andrea e per il Compendio Casa Madonna di Nicopeja, a Bologna per l’ex Caserma Perotti, a Roma per l’ex Casa del Fascio e a Palermo per l’ex Chimica Arenella. «Si tratta di immobili sottoutilizzati per i quali le pubbliche amministrazioni non hanno manifestato interesse per usi istituzionali – dicono dal Demanio – ma che si prestano a essere valorizzati attraverso progetti di rigenerazione e trasformazione urbana a zero emissioni, anche in partenariato pubblico-privato».

Dalla conoscenza del patrimonio ad un nuovo modello di asset management di segmentazione del portafoglio immobiliare che, partendo dall’analisi di mercato, consente di individuare per ogni bene l’uso strategico ottimale confrontando scenari alternativi. «È necessario agire selettivamente e mettere a sistema i beni disponibili dello Stato con quelli degli enti territoriali – ha dichiarato dal Verme – la loro valorizzazione consente di svolgere al meglio le funzioni di servizio dello Stato sul territorio (servizi pubblici, residenze, energia, centri polifunzionali), di attivare operazioni di partenariato anche con soggetti privati per accrescere attrattività e valore sociale economico e culturale».

Riguardo alla conoscenza del territorio, nel corso della seconda metà del 2023 l’Agenzia ha avviato il programma “Piano Città degli Immobili pubblici”, uno degli elementi fondamentali della strategia dell’Agenzia, con l’obiettivo di creare valore economico, sociale e ambientale. Attraverso il Piano Città, si sono individuate soluzioni allocative delle funzioni pubbliche o private per massimizzare l’efficienza dei servizi, la rigenerazione urbana e il benessere delle comunità.

Non secondario l’investimento nel Piano di Trasformazione Digitale, per erogare servizi smart, integrati e interoperabili alle utenze, alle amministrazioni e ai territori, con particolare attenzione all’utilizzo intelligente ed efficace dei dati e al percorso di costruzione di “gemelli digitali” degli immobili gestiti.

In copertina: Nuovo Portico per Bologna @Ipostudio Architetti Srl

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Paola Pierotti
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