28-04-2016 Paola Pierotti 4 minuti

Aka Architetti cresce in tempi di crisi. Sfida vinta grazie alle istituzioni internazionali

A Roma terminato l’ampliamento dell’Headquarter del World Food Program e la palazzina per l’arcivescovado di Monaco

Aka Architetti è uno studio romano, 15 anni di attività, una ventina di persone in un ufficio realizzato tra le mura storiche di Porta Portese. I soci sono Alessandro Casadei, Federica Caccavale e Paolo Pineschi, tre quarantenni che in tempi di crisi hanno fatto crescere la loro struttura investendo soprattutto sui clienti internazionali in Italia e su grandi progetti urbani all’estero. “Nei primi anni di attività ci siamo occupati soprattutto di ristrutturazioni, anche di grande scala come il palazzo dell’informazione Adnkronos che è un intero stabile di circa 10mila mq – racconta Federica Caccavale – abbiamo lavorato per clienti per lo più istituzionali come Cassa Depositi e Prestiti, Beni Stabili, le Nazioni Unite”. Aka si è impegnato anche per lo sviluppo di progetti urbani e di esperienze di partecipazione. “Abbiamo gestito il laboratorio urbano per il quartiere Testaccio, uno dei pochi mai fatti a Roma in un contesto storico” racconta l’architetto. Aka ha collaborato con diversi committenti pubblici, da RFI a Ferrovie dello Stato, da Roma Metropolitane a Risorse per Roma. Ma il decollo dello studio è arrivato grazie ai committenti stranieri, “sia intesi come investitori in Italia, sia per progetti all’estero, arrivando ora a coprire – dice Caccavale – quasi il 90% del fatturato dello studio”.

Dal Brasile all’Inghilterra, dalla Germania agli Stati Uniti la mappa dello studio Aka si fa sempre più articolata. “Recentemente ci siamo affacciati in Asia – spiegano i progettisti – in India, Mongolia, Cina. Stiamo investendo per la messa a punto di progetti urbani. Guardare oltre i confini nazionali è stata una scelta decisamente forzata – spiegano i progettisti romani – che ci ha portato però esperienze molto interessanti”.

Tra questi progetti con committenza istituzionale straniera c’è l’estensione dell’unico museo dello stato federale tedesco fuori la Germania, la casa di Goethe di Roma, con la realizzazione di una biblioteca e spazi per esposizioni e conferenze.

Un altro progetto appena ultimato, per un cliente tedesco, è quello che riguarda la ristrutturazione di una palazzina Liberty di 5 piani a Roma per l’arcivescovado di Monaco e Frisinga. “I contatti sono iniziati nel 2013 ma in meno di due anni abbiamo fatto il progetto e finito il cantiere. Con i clienti stranieri il nostro impegno si concretizza anche in un servizio di traduzione, dobbiamo far capire come si lavora in Italia. Questo progetto era stato pensato come luogo di incontro tra Italia e Germania e per dare una risposta concreta – spiega Caccavale – a questa domanda abbiamo pensato di preservare e recuperare l’esistente e di innestare in modo visibile le integrazioni, privilegiando l’uso del legno, tipico della tradizione tedesca”. Aka ha privilegiato la scelta di realizzare un “edificio nell’edificio”, evidente soprattutto nella piccola chiesa realizzata all’interno della chiesa esistente, cercando di trasformare il punto debole dell’edificio rispetto alla nuova funzione di centro culturale e di scambio religioso (la mancanza di uno spazio di ingresso di dimensione rappresentativa) in elemento fondativo di un progetto basato sui percorsi che si snodano intorno alla scala centrale. “La nostra sorpresa – commenta Caccavale – è stata quando ci siamo resi conto che il cliente, la chiesa cattolica tedesca, che immaginavamo molto rigida, ci ha lasciato una grande libertà”.

Dalla ristrutturazione in un contesto urbano consolidato al masterplanning. In Brasile Aka ha vinto il concorso per un piano urbano per la metropoli di Belo Horizonte. “Abbiamo partecipato a una gara internazionale in due fasi (in collaborazione con una società di ingegneria italiana specializzata in mobilità e con uno studio locale e con la consulenza dell’Università la Sapienza), abbiamo vinto – spiegano gi architetti – e sviluppato una prima proposta che diventerà parte del PRG della città. Per le prossime fasi si prevede un impegno con alcuni piani di dettaglio per le prime aree campione”. Belo Horizonte è una città che si sta convertendo: le grandi industrie stanno lasciando il posto a multinazionali come Fiat e Google. “In questo contesto – spiegano i progettisti romani – si inserisce anche il nostro progetto volto a ridisegnare il riassetto di un raccordo anulare costruito negli anni ’60, ormai inglobato nella città e sostituito da una viabilità veloce più esterna e che diviene occasione per lo sviluppo di un sistema di spazi pubblici, corridoi trasportistici, parchi e interventi residenziali. Un tema che tocca molte metropoli anche italiane”.

A Roma, nella zona di Parco dei Medici Aka sta invece ultimando l’estensione degli Headquarter del World Food Programme con la realizzazione di alcuni piccoli nuovi edifici, tra il quali un asilo e un centro formazione, ad altissima efficienza energetica e qualità ambientale. Obiettivo la certificazione Leed Platinum. 

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Paola Pierotti
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