07-05-2024 Chiara Brivio 3 minuti

Il toolbox di Carlo Ratti per la Biennale di architettura di Venezia

Presentata la 19esima edizione, dal titolo Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva

La 19. Biennale di Architettura di Venezia torna alle origini. Dopo il laboratorio del futuro di Lesley Lokko sarà l’intelligenza, o meglio, lintelligens la protagonista della mostra veneziana, che aprirà al pubblico nel maggio del 2025.

Declinato in tre sezioni – naturale, artificiale, collettiva – il tema scelto dal curatore Carlo Ratti vuole essere una chiamata alla collaborazione, al lavoro di squadra, un’«opera aperta», come l’ha definita anche il neo-presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco, a cui tutti potranno contribuire con soluzioni e proposte per contrastare la grande sfida del nostro tempo: il cambiamento climatico, diventata sempre più un’emergenza impellente, con impatti impensati anche solo pochi anni fa. Intelligens, che deriva dall’unione di italiano e inglese ma che fa riferimento anche alla comune origine latina, «indica anche un’espansione delle associazioni di significato – ha detto Ratti nel corso della conferenza stampa di presentazione –. Tradotta a parte, la sillaba finale, “gens”, significa “gente, persone”: da qui emerge un’immaginaria radice alternativa, che suggerisce un futuro dell’intelligenza più multiplo e inclusivo, che sfugga ai limiti eccessivi dell’odierna focalizzazione sull’Ia».

Una mostra che sembra avere come modello le curatele di Rem Khoolaas del 2014, e che Ratti ha definito «un esperimento importante» per la sua capacità di aver fatto convergere i temi dei padiglioni nazionali con quello generale, ma ancor più a quella di Richard Burdett del 2006, dedicata alla “metacity”, che ha avuto il merito di portare alla ribalta le nuove tecnologie e il nostro atteggiamento di paura di fronte ad esse, e ancora quella di Alejandro Aravena sul lavoro collettivo.


Tutti e tre approcci che Ratti vorrebbe portare quasi a compimento, con una grande intelligenza collettiva che «diventi un toolbox globale con le risposte che le nostre città hanno dato, una svolta negli eventi in termini climatici».


Visione che si discosta molto dai temi affrontati dalla precedente curatrice, incentrati sulle voci dell’Africa e del sud del mondo e su un «rovesciamento» dei punti di vista (a questo proposito, Ratti ha affermato che «sono modi diversi per affrontare un argomento cruciale per l’architettura del mondo di oggi»).

E per fare tutto questo si partirà da Venezia, la «più fragile città del mondo», per un’esplorazione più ampia del pianeta. Tre le declinazioni del tema generale: «un’intelligenza naturale, da cui parte l’architettura, per capire che cosa ha plasmato il nostro ambiente. Un’intelligenza artificiale – ha continuato ancora – ma intesa come artificiale in natura, come le città, gli edifici, gli oggetti. E infine, l’intelligenza collettiva, di noi, che insieme per migliaia di anni siamo stati un’architettura prima che arrivassimo noi architetti». Obiettivo della Biennale è quella di offrire soluzioni sulla base di dati, portata avanti da architetti che sono quasi dei «mutageni, capaci di innescare processi evolutivi e dirigerli in nuove direzioni».

«Vogliamo mettere l’architettura al centro della conversazione, ma non da sola – ha poi aggiunto –. Vogliamo lavorare con arte, scienza, ingegneria, scienze ambientali. Qualsiasi progetto sarà una ricerca originale da svolgere insieme per portare nuove idee nell’ambiente costruito». E, per «mettere in pratica le cose di cui discutiamo», si configura come una mostra 100% circolare, dove tutto sarà utilizzato e riciclato.

Oltre all’Arsenale e ai Giardini, sarà anche la stessa Venezia il teatro di una parte della Biennale – visto che il padiglione centrale sarà chiuso per lavori di ristrutturazione –. Un «uso» quasi temporaneo della città lagunare, che tenterà di offrire soluzioni per la sua resilienza e sopravvivenza.

Collaborazione sarà anche la parola chiave per il rapporto, auspicato, tra la Biennale e la Triennale di Milano, che ha appena annunciato che la 24esima esposizione internazionale del 2025, che si terrà proprio in concomitanza con la mostra veneziana, sarà dedicata al tema della disuguaglianza con Inequalities. How to mend the fractures of humanity. Anche qui, l’intelligenza artificiale, con le sue conseguenze, protagonista del dibattito.

La 19. Mostra internazionale di architettura di Venezia aprirà il 10 maggio 2025 e si concluderà il 23 novembre.

In copertina: Pietrangelo Buttafuoco e Carlo Ratti ©Andrea Avezzù

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Chiara Brivio
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