Città a misura di bambino, con la volontà politica si può

21-05-2025 Chiara Brivio 3 minuti

21-05-2025 Chiara Brivio 3 minuti

Città a misura di bambino, con la volontà politica si può

In cima alla classifica di Clean Cities Campaign, Parigi, Amsterdam e Anversa. Bologna, prima delle italiane, è sedicesima

Sedicesima su 36 città europee. Tanto si deve scendere per trovare la prima città italiana, Bologna, nel ranking sulle città elaborato dall’associazione Clean Cities Campaign, quest’anno dedicato al tema “Strade per i bambini, città per tutti”. In cima alla classifica, a sorpresa, Parigi, seguita da Amsterdam, Anversa, Bruxelles, Lione, Helsinki, Barcellona, Bristol, Oslo e Gent. Senza dubbio città che, negli anni, hanno puntato su mobilità dolce, prossimità e ambienti urbani più sicuri, migliorando la qualità della vita di tutti i cittadini e non solo dei bambini.

Nello specifico, la ricerca ha analizzato gli avanzamenti di queste 36 città europee nell’implementazione di sistemi di mobilità che tengano in conto anche le esigenze dei più piccoli. Secondo i dati dell’associazione, infatti, in dieci anni oltre 6mila bambini hanno perso la vita sulle strade in Europa. Tre i parametri utilizzati: la percentuale di strade scolastiche permanenti o chiuse al traffico negli orari di entrata e uscita in relazione al totale delle scuole primarie, limiti di velocità sicuri (massimo 30km/h) e infrastrutture ciclabili protette.

Ecco che quindi Parigi si trova al primo posto, con 79 punti e un ranking B+. Come riconosciuto dagli stessi autori del report, il balzo in classifica è dovuto alle politiche messe in campo nel corso di un decennio dalla sindaca Anne Hidalgo, che vanno dall’ampliamento delle strade con il limite a 30km/h fino al potenziamento della rete di piste ciclabili protette. Riguardo alle strade scolastiche, il target della città è di arrivare a 300 entro il 2026. Al momento sono 230. È da ricordare anche il recente referendum, tenutosi a marzo, che ha visto i parigini votare a favore della chiusura di 500 strade al traffico automobilistico.

E se i piazzamenti di Amsterdam non sorprende, è interessante il dato che riguarda Londra, arrivata 14esima, grazie alla creazione di oltre 500 strade scolastiche in meno di dieci anni.


Un segnale, dicono gli autori, che è possibile realizzare cambiamenti profondi anche in un periodo di tempo relativamente breve


«I bambini sono oggi meno liberi di muoversi in città e meno attivi rispetto al passato, soprattutto le bambine – dice Barbara Stoll, senior director di Clean Cities Campaign –. Ma la nostra classifica dimostra che genitori, insegnanti e amministrazioni cittadine possono ottenere progressi significativi e rapidi».

E l’Italia? Oltre a Bologna al 16esimo posto, Milano al 23esimo e Torino al 24esimo, ci sono anche Firenze (29) e Roma (31) tra le ultime posizioni della classifica. E se Bologna riesce ad aggiudicarsi una valutazione pari alla D, grazie all’introduzione all’inizio del 2024 del limite di velocità a 30km/h su oltre il 60% delle strade cittadine, Milano si classifica comunque seconda nel ranking delle strade scolastiche – 37 mappate, ma il 25% se messe in relazione con il totale dei plessi primari –. Apprezzato anche lo sforzo di Roma sempre in questo ambito.

Fanalino di coda sono Bucarest, Lisbona e Sofia, senza nessuna strada dedicata alle scuole primarie. Dall’altra parte, Parigi, Bruxelles, Lione, Amsterdam, Bristol e Madrid si distinguono per avere l’80% o più delle loro strade con un limite di velocità di 30 km/h. Da notare che nessun centro urbano ha tuttavia ottenuto il punteggio più alto, a causa, secondo il report, della mancanza di una rete di strade scolastiche organizzate su scala cittadina. «I risultati – si legge ancora – evidenziano che qualsiasi città può creare le condizioni per una mobilità a misura di bambino. Il denominatore comune tra le città con le migliori performance è una forte leadership politica».

Nel rapporto di Clean Cities Campaign – che raccoglie oltre 100 tra ong, associazioni ambientaliste, movimenti di base e organizzazioni della società civile in Europa e che ha come obiettivo una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030 –, sono incluse alcune raccomandazioni sia per i governi locali e nazionali che per la Commissione europea, alla quale si chiede di includere le strade scolastiche e le piste ciclabili protette nelle prossime linee guida relative alla Direttiva sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali e rendere obbligatoria la pubblicazione dei dati sugli incidenti stradali disaggregati per età, come parte degli indicatori sulla mobilità urbana.

In copertina: © Adobe Stock

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Chiara Brivio
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