Costruzioni: il mercato decolla, ma le imprese restano nane

25-02-2022 Paola Pierotti 3 minuti

Il 2021 è stato un anno record, spinta del Pnrr per 108 miliardi

Per la prima volta dopo anni di bassa crescita e di crisi generata dalla pandemia, l’Italia è tornata tra i principali paesi Ue in termini di sviluppo. E a questo risultato ha contribuito fortemente il settore delle costruzioni che con tutte le attività collegate arriva a rappresentare il 22% del Pil, attivando una filiera collegata a quasi il 90% dei settori economici, in grado di generare l’effetto propulsivo più elevato sull’economia tra tutti i comparti dell’attività industriale. Investimenti che superano il 16% rispetto all’anno precedente, una produzione nel 2021 che supera il 24%, e un’occupazione da +12% per gli iscritti alle casse edili (con oltre 26% di ore lavorate). Questi i dati che aprono l’osservatorio congiunturale dell’industria delle costruzioni messo a punto dal centro studi dell’Ance.

Disco verde: un cambio di passo netto, dopo anni di lamentele e preoccupazioni. Non senza qualche nuvola all’orizzonte se si rammenta la recente questione delle frodi legate agli incentivi fiscali («ci costituiremo parte civile a livello territoriale» ha anticipato il presidente Ance, Gabriele Buia), il caro-bollette («sono stati fatti errori nelle politiche energetiche – ha dichiarato lo stesso Buia – e ora per fortuna il Governo sta imboccando una strada alternativa»), e ancora, il picco di domanda e la scarsità di materie prime, non ultima la crisi evoluta rapidamente in una guerra in Ucraina.

Dalla carenza di manodopera all’inflazione che cresce, ma il mood dei costruttori è positivo (anche facendo leva su storie di successo come quelle messe in evidenza da Rfi, a partire dalle gare recentemente aggiudicate e quelle in pipe line).

«Il Pil in Italia nel 2021 è salito del 6,5%, oltre le attese. E oltre un terzo della crescita è dovuto al settore delle costruzioni» ha ricordato Flavio Monosilio, direttore del centro studi Ance.


Si parla di una crescita a due cifre per tutti i comparti, dall’edilizia privata alle opere pubbliche.


Le nuove abitazioni, ma soprattutto gli interventi di manutenzione straordinaria, hanno trainato il settore. Si parla di un +25% nel 2021 grazie ai bonus edilizi e ai meccanismi di cessione del credito e dello sconto in fattura che porta a 55 miliardi il totale degli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo. E per quanto riguarda il Superbonus sono 107.588 gli interventi computati, per 18,3 miliardi di euro (da ultimi dati del monitoraggio Enea-Mise-Mite al 31 gennaio 2022).

Per le opere pubbliche il Pnrr è il primo effetto acceleratorio del mercato (sono 108 i miliardi di euro di risorse stimate, per il settore delle costruzioni nell’ambito delle 6 missioni, 87 dei quali già si conosce dove saranno “territorializzati”), e l’incremento nel 2021 rispetto all’anno precedente è stato del 15%.

«Il 2022 sarà un anno bello: tutti i comparti cresceranno, non ci saranno stravolgimenti e lo scenario presuppone una certa stabilità». Questa la voce dei costruttori. «Anche se, constatando la struttura del settore, si stanno facendo salti mortali».

La questione della composizione delle imprese non è secondaria. L’offerta produttiva nelle costruzioni, nel 2008 si componeva di aziende con 1 addetto per oltre il 54%, da 2 a 9 addetti per poco più del 40%, per il 4,9% da 10 a 49 addetti e per lo 0,3% di oltre 50 addetti. Dieci anni dopo, nel 2019 le aziende con 1 addetto sono cresciute al 61,6%, quelle da 2 a 9 si attestano sui 34,1%, quelli da 10 a 49 addetti sul 4% e oltre i 50 sempre 0,3%. «Guardando alla composizione percentuale per fatturato – dice Monosilio riprendendo i dati elaborati dal Centro Studi Ance – più dell’89% delle aziende si ferma ai 500mila euro di fatturato, il 5,5% si attesta tra i 500mila e il milione, oltre i 20 milioni solo lo 0,2% delle imprese». Imprese piccole che devono fare i conti con le procedure per la qualificazione, ma anche con la formazione per i necessari aggiornamenti, per stare al passo in termini di digitalizzazione piuttosto che per la ricerca sui materiali. Imprese piccole che oggi vivono un momento felice, grazie al booster degli incentivi fiscali. Quali prospettive per i prossimi anni? Dove andrà il mercato? Quale rapporto con l’industria? Quale ruolo da protagonismo nella rigenerazione urbana?

In copertina: il cantiere del MoloC Roma ©D_VA

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Paola Pierotti
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